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Dichiarazione di Dario FRANCESCHINI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

«In Piazza con Epifani, in Europa con Serracchiani»

  • (03 aprile 2009) - fonte: Panorama - inserita il 03 aprile 2009 da 861

    A differenza dello sciopero generale del dicembre scorso, il Pd sarà a fianco della Cgil, al Circo Massimo. “Futuro sì, indietro no” è lo slogan dell’incontro. E tra i sì e i no, i Democrats sono tuttora: il Pd non avrà una delegazione ufficiale “o un’adesione formale che non ci è stata richiesta” ma il segretario - dopo aver nicchiato per giorni - ha confermato che sarà in piazza, come molti altri parlamentari democratici (un centinaio) presenti singolarmente.

    Per l’annuncio Franceschini non ha usato parole sue, ma quelle di Gordon Brown: “Dove c’è un disoccupato, un povero, qualcuno che perde il lavoro, non può non esserci un progressista al suo fianco”. E per quanto riguarda le divisioni che ci sono tra sindacati sul modello contrattuale?
    “Spero che non diventino un argomento per mettere i sindacati l’uno contro l’altro”. Ma intanto un piccola divisione lui stesso ha contribuito a crearla, deludendo tutta la pattuglia del Pd vicina al sindacato di Bonanni o i centristi alla Marco Follini (”Andando in piazza non credo che Franceschini aggiungerà moltissimo alla protesta. Temo invece che toglierà più di qualcosa all’autonomia del Pd. Lo considero un errore politico da matita rossa e blu”, ha fatto sapere il senatore Pd).
    Comunque, Franceschini sarà in prima fila accanto a Massimo D’Alema, Pier Luigi Bersani e un centinaio di deputati, che hanno sottoscritto un appello in cui annunciano l’appoggio alla manifestazione. “È giusto che chi ha responsabilità politiche vada lì e ascolti i lavoratori in un momento così difficile”, ha commentato il presidente di Italianieuropei, che ha usato parole dolci nei confronti della Cgil: “Il più grande sindacato italiano”. Ma non solo gli ex Ds si schierano a sostegno della protesta di Epifani e compagni. Rosy Bindi, pur non potendo essere in piazza, ha scritto un messaggio di “adesione convinta” al leader della Cgil.
    La posizione del segretario è stata in bilico, fino alla vigilia della manifestazione, sospesa tra l’esigenza di tenere uniti i sindacati e quella di non scoprire il fianco sinistro, rischiando di lasciare spazio (ed elettori) a Idv e alla sinistra: “Saremo con la Cgil come con Cisl e Uil; insomma, a tutte le manifestazioni che chiedono un impegno a sostegno del lavoro, contro la disoccupazione e contro le scelte sbagliate e inadeguate del governo”, spiegava di ritorno da Bruxelles.

    A proposito di Europa, ecco l’altro scoglio che Franceschini deve superare: il rapporto con i socialisti del Pse. Ancora alla ricerca di una collocazione nell’emiciclo di Strasburgo, il segretario ha argomentato: “Il Pd non entrerà nel Pse, ma cercherà di costruire un luogo per le forze progressiste”, dopo una serie di incontri con i leader dei partiti socialisti europei. Quindi no al tetto Pse, e nemmeno al rischio che gli eurodeputati del Pd confluiscano separatamente in diversi gruppi: “Abbiamo già deciso” ha spiegato Franceschini “che i deputati eletti nel Pd non potranno che stare nello stesso gruppo parlamentare”. Perché “non è più la stagione dei Ds e Margherita che nel parlamento Ue stavano in due gruppi parlamentari diversi”.
    Ma la nuova casa delle forze progressiste ancora non esiste, e per crearla il segretario non prevede un percorso rapido: “I tempi e i modi per creare un luogo in cui ci siano i riformisti europei, che siano di tradizione socialista o di altre tradizioni, a cominciare dai democratici italiani, è un percorso che richiede del tempo”.
    Del resto chiedere tempo è diventata, in queste ultime settimane di luna di miele con l’elettorato democratico, la strategia del leader di Largo del Nazareno. Perché se qualcosa è cambiato dal partito liquido di Walter a quello più solido di Dario, sono sempre gli stessi nodi che restano e finiscono per venire al pettine.
    Ce n’è ancora uno, infatti. Chi mandare a Strasburgo. Sì, Franceschini va ripetendo che, a differenza delle candidature acchiappavoti del Pdl, il Pd chiamerà personaggi che poi all’Europarlamento ci dovranno stare per davvero. E allora chi? Serve tempo pure qui, per sciogliere le riserve sui pezzi grossi del partito (tipo Leonardo Domenici, Sergio Cofferati, Goffredo Bettini, ecc…). Ma un nome (noto soprattutto ai più giovani e ai frequentatori di YouTube) pare certo: “La Direzione per chiudere le liste per l’europee si terra il 21 aprile.

    Ma intanto un nome ve lo posso dare: Debora Serracchiani”. Sì, la nuova stella della sinistra (l’Obama d’Italia l’ha definita El Paìs). Sconosciuta fino all’assemblea del partito, la 39enne avvocato, consigliere provinciale e segretaria di un circolo del Pd ad Udine, suscitò l’entusiasmo prima dei segretari dei circoli e poi del popolo del Pd e dei gruppi di fan su Facebook con il video-cult del suo intervento di forte critica (in stile Moretti di Piazza Navona) nei confronti dei dirigenti del Pd. “È una persona che ha dimostrato grande energia e qualità, anche se come voto mi ha dato 6-”, ha scherzato Franceschini. “La sua candidatura” ha precisato “non è stata chiesta dall’alto, ma è partita dal basso, è partita dai circolo del Friuli”.

    Fonte: Panorama | vai alla pagina

    Argomenti: manifestazione, pd, elezioni europee, lavoratori, Governo Berlusconi, pse, sindacato, disoccupati, Cgil, crisi economica, Facebook, ammortizzatori sociali, youtube, protesta | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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