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Dichiarazione di Marco PANNELLA

Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU  (Gruppo: ALDE) 


 

Corte penale internazionale: Lettera aperta dei dirigenti Radicali al ministro Alfano.

  • (03 aprile 2009) - fonte: Radicali Italiani.it - inserita il 03 aprile 2009 da 31

    Sull'urgenza di adeguare l'ordinamento italiano allo Statuto di Roma

    Onorevole Ministro,
    riteniamo necessario dover sottoporre nuovamente con rinnovata urgenza alla Sua attenzione una questione che, come Lei certamente ricorderà, ci sta molto a cuore, augurandoci che Lei voglia prenderLa in considerazione con la tempestività che indubbiamente merita.

    Il 4 febbraio 2009 è stata votata all’unanimità in Commissione Giustizia della Camera dei Deputati la risoluzione n. 7-00087 sulle norme di attuazione dello Statuto della Corte Penale Internazionale presentata dagli On. Rita Bernardini e Matteo Mecacci.

    Nell’esprimere il parere favorevole del Governo rispetto a tale iniziativa parlamentare, il Sottosegretario alla Giustizia Maria Elisabetta Casellati “ha confermato la determinazione di dare attuazione allo Statuto di Roma in tempi brevi” impegnandosi dunque a presentare “un disegno di legge per l’attuazione dello Statuto della Corte Penale Internazionale che rientra tra gli interventi che saranno al più presto calendarizzati nei prossimi Consigli dei Ministri ed entro la prima metà di marzo”

    A questo proposito ci preme sottolineare ancora una volta che l’Italia ha avuto un ruolo importante e significativo nella storica campagna che ha portato all’entrata in funzione della Corte Penale Internazionale. Nel 1994 infatti, il Governo italiano avanzò formalmente l’offerta di ospitare a Roma la Conferenza Diplomatica al Segretario Generale dell’ONU Kofi Annan, entrando a pieno titolo nel novero dei paesi promotori del percorso giuridico e politico volto a porre fine all’impunità per coloro che venissero riconosciuti colpevoli di genocidio, di crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

    Il successo della Conferenza Diplomatica tenutasi a Roma nel giugno-luglio 1998 e l’adozione dello Statuto istitutivo della Corte con il voto favorevole di 120 Paesi, è stato un significativo passo in avanti nella tutela dei diritti umani fondamentali.

    Lo Statuto della Corte è entrato in vigore il 1 luglio 2002, a seguito del raggiungimento delle 60 ratifiche necessarie e ad oggi sono 108 i paesi che lo hanno ratificato. La Corte ha così dato inizio alle prime importanti investigazioni e incriminazioni relative ai casi della Repubblica Democratica del Congo, dell’Uganda, della Repubblica Centro Africana e del Darfur in Sudan. E proprio in questo mese la Corte ha dato inizio al suo primo processo.

    Il nostro Paese ha firmato lo Statuto della Corte il 18 luglio 1998, è stato il quarto paese nel mondo ed il primo in Europa a firmare, un anno dopo il Parlamento ha approvato la legge di autorizzazione alla ratifica, contenente anche l’ordine di esecuzione, attraverso una legge delega al Governo per adottare prontamente le norme di attuazione; in seguito ben quattro commissioni ministeriali sono state istituite con lo scopo di adeguare la legislazione interna allo Statuto di Roma: Commissione Pranzetti (1998, Ministero degli Affari Esteri, che ha completato il lavoro nel 2001), Commissione La Greca-Lattanzi (1999, Ministero della Giustizia, che ha completato il lavoro elaborando un disegno di legge-delega a fine 2001), Commissione Conforti (2002, Ministero della Giustizia, che ha concluso i propri lavori nel 2003 con due progetti di legge mai resi pubblici), Commissione Scandurra (2002, Ministero della Difesa, che ha concluso i propri lavori con un altro progetto di legge-delega, approvato dal Senato il 18 novembre 2004 (Atto Senato n. 2493 della XIV Legislatura) e che attualmente giace alla Camera (Atto Camera n. 5433); infine, oltre alle quattro commissioni ministeriali, sono state prese diverse iniziative parlamentari per l’adeguamento della legislazione interna allo Statuto di Roma (Atto Camera n.2724, On. Kessler e altri, XIV legislatura; Atto Senato n. 1638, Sen. Iovene e altri; Atto Senato n. 893, Sen. Pianetta, XV Legislatura; Atto Senato n. 1089, Sen. Martone e altri). L’Italia, tuttavia, ha ratificato lo Statuto di Roma solo il 26 luglio 1999 ed ancora oggi non è riuscita ad adottare la legge di attuazione dello Statuto della Corte, provvedimento necessario affinché i tribunali nazionali possano investigare e perseguire i responsabili dei crimini previsti dallo Statuto e in particolare affinché le autorità italiane possano cooperare con la Corte nelle sue indagini e azioni giudiziarie. Se l’Italia non procederà all’adeguamento legislativo interno, i tribunali italiani pertanto non potranno applicare le disposizioni dello Statuto e il nostro paese non potrà quindi cooperare con la Corte.

    Egregio Ministro,
    di tutta evidenza l’inadempienza del nostro Paese, a oltre dieci anni di distanza dagli impegni assunti nei confronti della comunità internazionale, non è più giustificabile né tollerabile. Oltre alla situazione certamente non felice dal punto di vista procedurale di una simile, grave mancanza, esiste la ragionevole probabilità che l’Italia possa trovarsi – in qualsiasi momento – al centro di una disputa internazionale qualora un sospettato indagato dalla Corte si rifugi nel nostro Paese.

    Nelle ultime ore alcuni fatti rendono ancora più urgente che l’Italia ribadisca il proprio sostegno all’attività della Corte Penale internazionale.
    Da un lato, il Presidente di turno dell’Unione Africana e leader libico Gheddafi ha definito come un atto di terrorismo la richiesta di arresto emessa dal Tribunale dell’Aja nei confronti del Presidente Sudanese Al-Bashir per quanto è avvenuto in questi anni in Darfur, e, dall’altro lato, la Lega Araba ha proprio oggi criticato duramente la richiesta di arresto nei confronti del Presidente sudanese.
    Poiché l’Italia è il paese che ha accolto la Comunità Internazionale in occasione dell’approvazione dello Statuto della Corte e di recente ha stipulato un “trattato di Amicizia” con la Libia, è particolarmente importante che il nostro paese ribadisca con un atto concreto il sostegno all’attività di affermazione della giustizia per la pace come requisito essenziale della Corte Penale Internazionale.
    Affinché tutto ciò possa accadere occorre che dal Ministero della Giustizia si dia finalmente il via al processo di adeguamento della nostra normativa interna. Ora le condizioni sono favorevoli per accelerare senza ulteriori intoppi l’iter parlamentare, e farlo giungere in tempi brevi a compimento. Tra l’altro la recente elezione a giudice della Corte Penale Internazionale di Cuno Tarfusser, in sostituzione dell’uscente Mauro Politi, mostra come esista una considerazione per il nostro paese che non va dispersa con un ulteriore ritardo nel processo di adeguamento interno della legislazione.

    A seguito di queste considerazioni, che siamo certi da Lei condivise, Le chiediamo quindi di intraprendere con urgenza tutte le iniziative necessarie affinché l’impegno preso ufficialmente dal Governo davanti al Parlamento sia finalmente rispettato e il nostro paese possa così colmare il ritardo che lo sta caratterizzando nell’adeguamento della sua legislazione.

    Certi della Sua attenzione, La preghiamo di accogliere i nostri più cordiali saluti e auguri di buon lavoro.

    Con viva cordialità,

    Marco Pannella
    Emma Bonino
    Sergio Stanzani
    Antonella Casu
    Marco Cappato
    Niccolò Figà Talamanca
    Sergio D'Elia
    Giorgio Pagano
    Marco Perduca
    Carlo Pontesilli
    Maurizio Turco
    Matteo Mecacci
    Rita Bernardini
    Maria Antonietta Farina Coscioni
    Elisabetta Zamparutti
    Marco Beltrandi
    Donatella Poretti


    Fonte: Radicali Italiani.it | vai alla pagina

    Argomenti: radicali, ministro della Giustizia, ONU - Nazioni Unite, Libia, Corte Penale Internazionale | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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