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Dichiarazione di Massimo CIALENTE

Alla data della dichiarazione: Sindaco  Comune L'Aquila (AQ) (Partito: DS)  - Consigliere  Consiglio Comunale L'Aquila (AQ)


 

«Lavoriamo fra le macerie perché sappiamo reagire»

  • (09 aprile 2009) - fonte: La Stampa - Francesco Grignetti - inserita il 09 aprile 2009 da 31

    All`Aquila il sindaco riceve in macchina, il pm fa udienze in garage

    Il Primo Sfollato dell`Aquila non ha rinunciato all`autoblù. Solo che l`ha trasformata in casa e ufficio.
    Il sindaco Massimo Cialente, infatti, da tre giorni vive e lavora in macchina. Da lì chiama con il suo cellulare gli assessori e i dipendenti comunali per dare ordini. Con l`accendisigari ricarica le batterie. E ci dorme pure. E` diventata un po' la leggenda della città. «E` vero, lo ammetto. In auto ho due maglioni, il rasoio elettrico di mio figlio, una coperta e un sacco a pelo, un po' leggerino a dire il vero, che mi ha dato la Protezione civile. E vado avanti».
    Il sorriso tirato, sbarbato, Cialente attende Berlusconi per l'incontro di mezzogiorno sulla porta della caserma della Finanza. I «suoi» uffici comunali sono disastrati. Di mettere mano a documenti, computer, pratiche, non se ne parla. Simbolo della distruzione, beffa del caso, il dipartimento dei Lavori pubblici.
    «Ma ripartiremo. Abbiamo appena tenuto un consiglio comunale in un asilo».
    Breve viaggio per l`Aquila, città morta. La vita riprende. I bisogni prepotentemente si fanno sotto. Ma sono le istituzioni, le più ferite. La Prefettura è crollata con tutto il suo archivio di pratiche. Per fortuna, dicono, il server di riserva era altrove. E siccome il prefetto andava in pensione il 1 aprile, aveva già lasciato l`alloggio di servizio, altrimenti si sarebbe pianto un morto in più. Al suo posto il governo ha nominato in corsa un enfant prodige del Viminale, temporaneamente rimasto senza incarichi, l`ex direttore del Sisde Franco Gabrielli. C`è anche lui ad attendere il premier sul portone della caserma. Per forza, la sua sede non esiste più. Allarga le braccia: «Lavoriamo in tenda».

    Scuole disastrate: si pensa di organizzare al più presto un container per gli esami di maturità. Regione chiusa: in camper quanto prima si riapriranno gli uffici ché bussano alle porte le scadenze dei bandi europei e l`Abruzzo non può permettersi di lisciare l`appuntamento.
    Anche se per gli imprenditori locali sarà una gran scommessa presentare i progetti e i business plan. Comune inagibile: impossibile rilasciare un certificato, ci saranno problemi a sposarsi e persino a nascere.

    E` una via crucis, questo viaggio tra le ferite dell`Aquila. Distrutte la Provincia, la prefettura, inagibile il palazzo di giustizia, e così mille uffici pubblici: l`Inps, l`Inail, l`Agenzia delle Entrate. Già, le Entrate. E` tempo di dichiarazioni dei redditi. Il governo, per decreto, ha posticipato tutte le scadenze fiscali. «Ma il mio lavoro, con i documenti dei miei clienti era allo studio. Non so se esiste più oppure no. La verità è che non so nulla del mio futuro, del mio lavoro, come sarà, che cosa farò». Chi parla è una commercialista, si chiama Luigia Chiacchio. E` scappata da amici a Pescara.
    «Per fortuna siamo vivi e in questo momento è l`unica cosa che conta. Ma quanto al resto...».
    L`Aquila era una città che viveva di uffici. Specie di avvocati. Ed era un must abitare e lavorare nel centro storico.
    Così si spiega perché quella dei legali sia una delle categorie più a lutto. Sono diversi quelli morti nei crolli. «Il mio studio - racconta l`avvocato Maurizio Capri - non esiste più. C`è la facciata del palazzo. Ma dietro, temo, il nulla. Così ho perso fascicoli processuali, computer, documenti. Persino l'agenda che avevo in macchina è un doppione non aggiornato. Un collega mi diceva di non sapere più nemmeno a quali udienze presentarsi e dove. E` una catastrofe».
    L`ordine degli avvocati ha incontrato ieri il ministro Angelino Alfano.
    Ha fatto presente i problemi. Pare sicuro un altro decreto che farà slittare tutti i termini della giustizia, le cause, le udienze, i termini a difesa. Racconta ancora Capri: «Ci siamo però incontrati con il presidente del tribunale e il procuratore. A costo di lavorare in un garage, garantiremo le udienze per le direttissime».

    Il tribunale è un altro simbolo dell`inagibilità. Il procuratore generale s`è presentato di persona, ieri mattina, perché voleva controllare il suo ufficio, ma i vigili del fuoco non l`hanno fatto passare. Troppo pericoloso. Con Bertolaso ha concordato che quanto prima si andranno a recuperare i fascicoli e si metteranno al sicuro. «Ma è un lavoro delicatissimo - spiega la dirigente del palazzo di giustizia, Angela Giliberti, sfollata anche lei in un albergo sulla costa - che non si può fare confusamente perché altrimenti non si potrebbero più celebrare i processi». La città è in ginocchio. Eppure ha voglia di reagire.

    Un polo culturale e economico era l`università: 27mila studenti, di cui la metà fuorisede. La facoltà umanistica, che aveva sede in un palazzo storico, s`è accartocciata.
    Pochi i danni invece alle facoltà scientifiche e a ingegneria. «Siamo feriti, ma in piedi; - dice il rettore dell'università, Ferdinando Di Orio - ho già fatto ripartire il sito internet e ricomiceremo quanto prima. Non voglio far rallentare più di tanto lezioni e esami».
    «Il terremoto ha colpito un capoluogo di Regione», spiega il Governatore, Chiodi. Ecco perché la Protezione civile deve assistere non solo i cittadini, ma anche le istituzioni locali. I problemi però non hanno mai fine. Sono due le farmacie aperte su dodici. Scontato che le banche sono chiuse, e i bancomat esauriti. E le ricariche dei cellulari? Pare che stamani riaprirà il primo supermercato. Qualche bar ha tirato su la saracinesca.
    Un problema che sembra banale, ma non dal punto di vista delle procedure, è la tessera sanitaria. Nessuno l`ha in tasca. Ma in farmacia, è indispensabile. Per fortuna, però, alle medicine ci pensa la Protezione civile. Il dottor Vito Albano, con casa e studio medico distrutti, ha portato al sicuro la famiglia e s`è messo a disposizione in un pronto soccorso nella prima tendopoli.
    «Facciamo ricette e visite di primo intervento, così si evita di affaticare gli ospedalii». Ma ha un cruccio: «Quando siamo scappati, il gatto è rimasto chiuso in casa. Ora è tutto pericolante e non si può tornare indietro. Lo sto condannando a morire di fame e di sete. E non me lo perdono».
    Fonte: La Stampa - Francesco Grignetti | vai alla pagina

    Argomenti: l'aquila, l'aquila capoluogo, regione abruzzo, provincia di l'Aquila, sindaco di L'Aquila, terremoto in Abruzzo | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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