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Dichiarazione di Emma BONINO

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD)  - Vicepres. Senato  


 

«Il Parlamento Ue vissuto come un parcheggio» - INTERVISTA

  • (17 aprile 2009) - fonte: L'Unità - U.D.G. - inserita il 17 aprile 2009 da 31

    Vice presidente del Senato, Emma Bonino è stata Commissario europeo alla politica dei consumatori e agli aiuti umanitari. La sua sensibilità, oltre che il suo impegno, europeista trovano un riconoscimento trasversale agli schieramenti politici.

    È opinione diffusa che l`Italia non investa le sue migliori energie in Europa.

    «Tradizionalmente l`Italia ha sempre avuto, in termine di classe politica come di opinione pubblica, grandi afflati europeisti. A parole. Perché nei fatti queste aperture europeiste e federaliste sono state scarsamente praticate. A Bruxelles si ricordano ancora quando il presidente della Commissione, Malfatti, si dimise dal suo incarico per fare campagna elettorale per un seggio italiano. Un comportamento illuminante che fece grande scandalo...».

    Oltre Malfatti...

    «In tutto è così. C`è stata. sicuramente poca cura per quanto riguarda i funzionari. Guardiamo alla Spagna. E impariamo. L’allora premier Felipe Gonzales mandò centinaia di ragazzi a Bruxelles e in tutte le sedi europee per formarsi, impratichirsi e iniziare la scalata, facendo ogni lavoro possibile per imparare i meccanismi, per poi farli rientrare mettendoli nelle varie amministrazioni. Un risultato concreto? La Spagna è uno dei Paesi che meglio usa i fondi strutturali comunitari”.

    E l’Italia?

    “Triste capitolo. Vivere in Belgio costa di più, ma nessuno paga ai nostri esperti nazionali la differenza. Si disincentiva, laddove altri promuovono. E soprattutto quando tornano nessuno li utilizza. Quando fummo nominati commissari europei, io e Mario Monti tentammo di mettere in piedi una seria politica del personale incontrando varie e consolidate resistenze. Per non parlare poi dell’incapacità dimostrata nell’utilizzare o per meglio dire nel non saper utilizzare i fondi strutturali”.

    C’è la fondata sensazione che quando un politico viene investito fuori dall’Italia, lo si fa per pensionarlo, o per spedirlo in un dorato esilio.

    “Ed è stato visto così, per tanto tempo, persino per i Commissari. La svolta avviene, di percezione dell’opinione pubblica e di classe politica sull’importanza dei Commissari, con il tandem di cui ho fatto parte assieme a Mario Monti. Resta il fatto che gran parte dei miei colleghi vivono l’andare al Parlamento europeo come una punizione ovvero un parcheggio. Quelli attivi non sono tantissimi…”.

    Il tutto in una Europa in cerca di sé…

    “L’Europa è in una crisi profondissima. E questa crisi dimostra che avere solo la moneta unica ma non essere andati avanti nell’integrazione – cioè non avere il ministro del Tesoro europeo, non avere una politica economica unica – rende l’Europa un attore guardato con poca attenzione dal mondo. E’ sempre più l’Europa delle patrie e non la Patria europea. La gestione della crisi è una gestione nazionalista, protezionista, qui rischiamo persino di far saltare il mercato unico. Questa è una Europa che ha paura di tutto. Per invertire questa tendenza ci vorrebbe una visione alta, un grande afflato europeo, un grande disegno federalista. Ci vorrebbe un nuovo Altiero Spinelli. Ma all’orizzonte non se ne vede traccia…”.

    Fonte: L'Unità - U.D.G. | vai alla pagina
    Argomenti: parlamento europeo, UE, europa, Commissario europeo | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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