Ti trovi in Home  » Politici  » Giulio ANDREOTTI  » Costituzione. «Nel '48 l'abbiamo scritta così bene che neanche Berlusconi la forzerà» - INTERVISTA

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Giulio ANDREOTTI

Alla data della dichiarazione: Senatore a vita


 

Costituzione. «Nel '48 l'abbiamo scritta così bene che neanche Berlusconi la forzerà» - INTERVISTA

  • (23 aprile 2009) - fonte: La Repubblica - Giovanna Casadio - inserita il 23 aprile 2009 da 31

    «No, non sarà un capo del governo a forzare la Costituzione in senso populista o altro, l´abbiamo fatta davvero bene con un sistema garantista che ci mette al riparo. Del resto eravamo appena usciti dal regime fascista, dalla mortificazione della libertà in cui la politica faceva premio sul diritto». Giulio Andreotti fu eletto all´Assemblea costituente per scrivere la Carta nel 1946. E la sua testimonianza è preziosa, a commento del monito del capo dello Stato, Giorgio Napolitano sui paletti che la Costituzione pone e che nessuno può ignorare, neppure in nome della governabilità. Al contrario delle forzature che Berlusconi sempre annuncia. Il sette volte presidente del Consiglio, oggi senatore a vita, ottantenne, ha attraversato tutte le stagioni delle vita politica italiana, dalla Dc di De Gasperi alla tragedia dell´assassinio di Aldo Moro fino al processo per mafia in cui è stato coinvolto e prosciolto. Di una cosa si dice certo: «La Carta ci garantisce».
    Presidente Andreotti, non è un "residuato bellico" la Costituzione, avverte il presidente Napolitano. Lei che ha contribuito a scriverla, ne vede i limiti?
    «Condivido completamente quanto ha detto il presidente della Repubblica. Ricordo le cose importanti che ci dicevano costituenti del calibro di Piero Calamandrei, l´apporto di Benedetto Croce dal punto di vista dell´impostazione generale e di Vittorio Emanuele Orlando. Noi poverini, io, Oscar Luigi Scalfaro, eravamo dei ragazzetti un po´ spaesati».
    Ma c´è un pericolo nel populismo di Berlusconi?
    «Berlusconi non è populista, è popolare che è diverso. E il popolo è sovrano con i suoi diritti e i suoi doveri com´è appunto scritto nella Carta che è stata redatta bene».
    Tuttavia, quando il premier chiede più poteri oppure insiste perché si renda in ogni modo più efficiente il Parlamento, e procede a colpi di decreti d´urgenza, non c´è il rischio di populismo?
    «Qualunque cittadino può voler aggirare le norme, non siamo un´accademia, ma un popolo con i suoi vizi e virtù. E la Costituzione non può essere manomessa perché è ottima anche dal punto di vista delle procedure per cambiarla».
    È quindi difficile forzare i "paletti" della Carta?
    «La Costituzione è la base della nostra vita civile, sono passati molti anni e si è dimostrata valida: avemmo per fortuna nella Costituente la capacità e la forza di renderla rigorosa per evitare che fosse in balia delle interpretazioni e però aperta agli sviluppi che si sarebbero potuti verificare, ad esempio all´Europa. Quando noi la scrivemmo l´Unione europea non esisteva. La Carta è un punto fermo e tale deve rimanere, non è una speranza, è una realtà».

    Fonte: La Repubblica - Giovanna Casadio | vai alla pagina
    Argomenti: Berlusconi, presidente Napolitano, Costituzione, Presidente della Repubblica | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato