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Dichiarazione di Massimo Cacciari

Alla data della dichiarazione: Sindaco  Comune Venezia (VE) (Partito: DL) 


 

1° maggio. La festa del lavoro non si trasformi nel funerale di Marghera [Link interni]

  • (01 maggio 2009) - fonte: Il Gazzettino - Venezia - Alberto Francesconi - inserita il 01 maggio 2009 da 31

    Mestre
    Un weekend di tempo - quello del 1° maggio - per far sì che la festa del lavoro non si trasformi nel funerale di Marghera. È l’appello che da Venezia il sindaco Massimo Cacciari, il presidente Davide Zoggia e i sindacati dei chimici lanciano a Roma chiedendo, a tempi stretti, una convocazione urgente per interrompere la procedura fallimentare avviata dal presidente di Vinyls Italia Fiorenzo Sartor dopo un mese di stallo nell’acquisizione del’ex Ineos.
    Per Venezia, e per i lavoratori, valgono gli accordi sottoscritti nel 2006, compresi quelli relativi alle forniture della materia prima agli impianti del cloro-soda che l’Eni, secondo quanto denunciato dallo stesso Sartor, avrebbe rialzato facendo venire meno le condizioni per la ripresa produttiva.
    Ma per vedere le carte in tavola è necessario che il Governo (e il ministero dello Sviluppo economico in primo luogo) assuma al più presto l’iniziativa, con il coinvolgimento dell’Eni e di Confindustria.

    E da Roma, in una giornata convulsa, fatta di incontri, telefonate e presidi ai cancelli del Petrolchimico e della Raffineria Eni, rimbalza l’ipotesi di un "piano B" per salvare la chimica di Marghera, qualora l’ipotesi Sartor non fosse più percorribile.
    A rivelarlo è il presidente del Consiglio comunale Renato Boraso, ieri a Roma per la convention della Coldiretti nella quale ha incontrato di persona il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola: «Il ministro mi ha detto che segue con attenzione la vicenda - dice Boraso - e ha aggiunto che ci sono due importanti richieste di acquisizione che saranno valutate assieme all’Eni». Proprio ieri, peraltro, lo stesso Scajola ha assicurato al presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci che è in contatto costante con i vertici dell’Eni «per trovare una soluzione congrua che soddisfi tutte le esigenze».

    Resta il fatto che, per evitare il baratro della chimica, all’orizzonte dopo la decisione dei vertici di Vinyls Italia di presentare istanza fallimentare, resta davvero poco tempo. Ne sono consapevoli i lavoratori che, alle tre di notte di ieri, hanno dato vita a un presidio all’ingresso 9 del Petrolchimico, per impedire l’ingresso dei Tir, e alle porte della Raffineria dell’Eni, simbolo del colosso energetico chiamato in causa da Sartor per il mancato decollo di Vinyls Italia. Poche ore dopo, tra Ca’ Farsetti e Treviso (dove nel primo pomeriggio, come si legge a parte, Sartor ha raccontato la sua versione dei fatti) partiva uno scambio di telefonate per sondare le intenzioni del "re" dei ponteggi aerei.

    Nel pomeriggio un vertice nel municipio di Mestre con la presenza del sindaco Massimo Cacciari e dell’assessore al Piano strategico Laura Fincato, del presidente della Provincia Davide Zoggia e dell’assessore alle Attività produttive Giuseppe Scaboro dei rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil ha fatto il punto della situazione. «È impossibile - si legge nel documento stilato al termine dell’incontro - che accordi sottoscritti da tutti (Regione, Provincia, Comune, ministeri competenti, organizzazioni sindacali, Confindustria, aziende) dal 1998 al 2006, la cui validità sempre da tutti è stata riconosciuta e ribadita in tutte le sedi, vengano disattesi per qualche superabilissima ragione di ordine meramente commerciale.

    È impossibile che il rilancio del settore chimico, dichiarato strategico (in maiuscolo nell’originale, ndr) dal ministro Scajola, dal presidente del Consiglio, dalla presidente di Confindustria, fallisca per una questione sul prezzo di qualche materia prima». «Le organizzazioni sindacali e i lavoratori di Porto Marghera - aggiungono i segretari di Filcem, Femca e Uilcem Venezia - chiedono nuovamente e con forza alle istituzioni, soprattutto al governo e al ministro dello Sviluppo economico Scajola, un intervento rapido e risolutivo per la conclusione di questa vicenda». «Il governo faccia la sua parte - conclude Massimo Meneghetti (Femca Cisl), ma in modo serio, perché ormai ci resta poco tempo».

    Fonte: Il Gazzettino - Venezia - Alberto Francesconi | vai alla pagina

    Argomenti: lavoro, Eni, chimica, confindustria, lavoratori, Porto Marghera, ministro sviluppo economico, attività produttive, provincia di Venezia, sindaco di Venezia, crisi sociale | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 01 maggio 2009 da 31
    La solidarietà non basta. Se per il Petrolchimico di Porto Marghera non si trova in tempi brevi una soluzione positiva, si avrà una vera emergenza nazionale con 5.500 posti di lavoro bruciati e ripercussioni immediate in tutta Italia, da Ravenna alla Sicilia. Un titolo da un giornale del 1° maggio: "A Marghera è allarme sociale".

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