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«Sergio, è un errore rompere con la sinistra» - Colloquio
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(04 maggio 2009) - fonte: La Stampa - Alessandro Mondo - inserita il 04 maggio 2009 da 31
«Prudenza e attenzione». Due parole che Mercedes Bresso, richiesta di un parere sulla spaccatura tra Chiamparino e parte della sua maggioranza, ripete più volte. A preoccuparla, lo scenario di una rottura con la sinistra: «In questa fase non la considero una cosa positiva». Di più: «Sarebbe un rischio per tutti».La presidente della Regione premette di non avere tutti gli elementi per una valutazione approfondita sulle convulsioni in Sala Rossa, né le interessa prendere posizione pro o contro uno dei due fronti che si contrappongono in Comune. Anche così, non nasconde la preoccupazione per le ricadute di una vicenda che coincide con un momento assai delicato per il centrosinistra. Tra poco più di un mese si voterà per il rinnovo della Provincia, la partita è tutta da giocare. A livello nazionale bisogna affrontare la sfida «di un centrodestra che nel Paese conta ormai su una maggioranza quasi assoluta».
Insomma: «il momento è delicato». Da qui l’invito a soppesare ogni mossa, in linea con la prudenza perorata sabato dai vertici del Pd. Non è un suggerimento a senso unico. Vale per i partiti della sinistra come per il Pd e per il sindaco, invitati - questo sì - «a tentare ogni strada per riaprire il canale del dialogo» prima di gettare la spugna. «Occorre un chiarimento, non ci sono dubbi - commenta Bresso -. Capisco Chiamparino: non può vivere ogni delibera come una sfida e ha ragione quando chiede alla sua maggioranza la coerenza tra i programmi e i comportamenti in aula. Per la sinistra è ora di decidere se intende governare o meno».
E’ lo stesso senso di responsabilità che deve spingere Chiamparino a calcolare la portata dello scontro e le sue ricadute: «Parliamo di partiti che sono nostri alleati alle elezioni e rappresentano una parte importante della maggioranza in Consiglio comunale». Non è solo questione di consensi, di percentuali di voto da sommare tra loro. Su questo la presidente della Regione è chiara: «E’ questione di impegno, di programmi e di sensibilità complementari su temi di forte attualità: dal lavoro alle strategie industriali, alle infrastrutture. Per questo sarebbe sbagliato, specie in un momento così difficile, frantumare una maggioranza che, non a caso, si chiama di centrosinistra».
Ampliarla e irrobustirla, questo sì. Anzi: è auspicabile. «I dati elettorali sono evidenti - commenta Bresso -. Se il centrosinistra vuole tornare a vincere deve allargarsi». Vale per l’apertura all’Udc, e non solo. Ad una condizione, precisa «la zarina»: «Se entra l’Udc ed escono i nostri alleati di sempre, allora i conti non tornano. Ripeto: non faccio solo un ragionamento in termini di consensi ma di programmi, di sensibilità nuove che devono arricchire quelle esistenti». La strada maestra per tornare a vedere la luce in fondo al tunnel passa attraverso un processo di aggregazione, non certo di sottrazione. D’altra parte, «o il centrosinistra torna a riunire i suoi componenti oppure sarà un rischio per tutti».
Non è un caso se Bresso tiene a distinguere il capitolo del Comune da quello della Regione, smentendo le illazioni di chi paventa o si augura un effetto-domino nel caso a Palazzo civico si vada davvero alla resa dei conti: «Ogni maggioranza ha una sua storia e una sua logica. Posso assicurare che in Regione contiamo su una maggioranza solida, né intendo escludere chicchessia».
Questo non esclude il diritto del sindaco a rivendicare chiarezza e il dovere della sinistra a decidere cosa vuol fare da grande: «Ma prima di gettare la spugna bisogna fare tutto il possibile per ripristinare il dialogo».
Fonte: La Stampa - Alessandro Mondo | vai alla pagina » Segnala errori / abusi