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Dichiarazione di Roberto MARONI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Lega)  -  Ministro  Interni (Partito: Lega)  - Consigliere  Consiglio Comunale Porretta Terme (BO) (Lista di elezione: LISTA CIVICA) 


 

Tensioni nel Pdl. «Franchi tiratori in azione perché nel Pdl sono alla resa dei conti»

  • (07 maggio 2009) - fonte: La Repubblica - Giovanna Casadio - inserita il 07 maggio 2009 da 31

    Giornata di forte tensione a Montecitorio tra la Lega e gli alleati

    Non dice che c`è una faida dentro il Pdl. Ma il concetto è quello. Bobo Maroni si sfoga e accusa. Sa già alle quattro del pomeriggio che la fiducia, o meglio le tre fiducie, al disegno di legge sulla sicurezza slitteranno a martedì prossimo: non ci stanno né Gianfranco Fini né i capigruppo del Popolo della libertà e neppure i ministri Elio Vito e Angelino Alfano a cedere alla fretta della Lega di votare subito. Però il ministro dell`Interno e leader lumbàrd finge che la partita sui tempi sia ancora tutta da giocare. Insiste:
    «Nulla osta che le tre fiducie si votino subito, i tre maxiemendamenti sono pronti».

    E contemporaneamente attacca:
    «Abbiamo fatto non bene ma benissimo a mettere la fiducia sulla sicurezza». Avete visto cosa è accaduto in mattinata sulla ratifica del Trattato di Prum, in quella parte che riguardava il prelievo forzoso del Dna? Governo battuto, maggioranza sotto, sette franchi tiratori del centrodestra ed è niente in confronto ai novanta parlamentari assenti del Pdl. Tanto che il capogruppo del partito, Fabrizio Cicchitto viene criticato per la gestione dell`indisciplinato gruppone.

    Denuncia Maroni: «Non c'entrava il contenuto della norma, dipende tutto dai malumori che ci sono in quella parte della maggioranza e che escono fuori solo in presenza dei voti segreti perché non si ha il coraggio di metterci la faccia...».

    Colpa insomma della resa dei conti tra gli ex Forza ltalia e gli ex An sulle liste, della tensione elettorale, «Lega esclusa», che secondo il ministro del Carroccio, c'è da sperare passino una volta superate «le turbolenze della fusione e la composizione delle liste». Forse a quel punto «tornerà il sereno», ma per dire come stanno andando le cose adesso, Maroni conteggia almeno «cinquanta voti segreti contro» se il ddl sicurezza non fosse stato blindato dalla Lega con la fiducia.

    Non è vero. Sarebbero potuti essere molti di più. Non solo per la resa dei conti interna nel Pdl, come pretende il Carroccio, ma per l`avversione di molti pidielle verso i diktat di Bossi e i suoi. Si vede con la questione della fiducia immediata. Maroni afferma che è necessaria per non fare uscire 250 clandestini dal centri di identificazione.
    Gli alleati mormorano che è tutta una manfrina per sventolare la bandiera anti immigrati agli Stati generali della Lega che si tengono venerdì e sabato a Vicenza.

    E poi, ci sono le liste elettorali da chiudere entro fine settimana, di accelerare sulla fiducia non se ne parla.

    Il presidente della Camera, Fini - che ha vinto facendo cancellare la norma sui presidi spia - avverte: «I tre maxiemendamenti e l`intero provvedimento sono complessi quindi ritengo che bisogna prendere tutto il tempo necessario per valutarli».
    Doccia fredda sul pressing del capogruppo Iumbàrd Roberto Cota. I leghisti fanno buon viso a cattivo gioco.
    Umberto Bossi in mattinata era certo di averla spuntata anche sul voto di fiducia oggi.

    Luciano Dussin sbotta: «Qui bisogna riparlare della questione della presenza in aula. I sottosegretari ad esempio, potrebbero lasciare il Parlamento e fare entrare i primi dei non eletti. C'è troppa gente in missione.

    Si è visto. Alessandra Mussolini, che ha capitanato la rivolta dei 101 parlamentari del Pdl contro la norma del Carroccio sui medici delatori, ce l`ha con la fiducia: «Si sarebbe potuta raggiungere lo stesso un`intesa politica...».
    Si sa che è stato il premier Berlusconi a trovare «la quadra», come la chiama Bossi, sulla fiducia.
    Doppia. Sul ddl sicurezza, come è certo. E sul ddl sulle intercettazioni, come è molto probabile. Uno scambio tra ciò che sta a cuore alla Lega e quello che vuole Berlusconi? Maroni liquida:
    «Stronzate». Però senza fiducia, la Mussolini ad esempio non avrebbe votato l'introduzione del reato di immigrazione clandestina. «Chissà quanti come me. Perché si rischia di creare l`invisibilità dei clandestini , è disastroso non solo dal punto di vista dei diritti ma proprio per le conseguenze. Io non sono favorevole a fare di un clandestino un reo, a quel punto pure un prete potrebbe denunciarlo».
    Maroni e i lumbàrd vanno perciò al contrattacco.

    È un equilibrio sul filo di lana dentro la maggioranza.
    Si passa da una riunione a un vertice di maggioranza: la Lega vuole la tolleranza zero e pensa di avere già dato.

    Fonte: La Repubblica - Giovanna Casadio | vai alla pagina

    Argomenti: immigrati, Decreto Sicurezza, centrodestra, assenteismo, pdl, Lega Nord, fini, clandestini, fiducia governo berlusconi IV, crisi politica | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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