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Dichiarazione di Dario FRANCESCHINI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Terremoto. «Nel 'decreto Abruzzo' i fondi sono insufficienti»

  • (09 maggio 2009) - fonte: Corriere della Sera.it - inserita il 10 maggio 2009 da 31

    «Il governo non mantiene le promesse, cifre diverse dagli impegni presi»

    Arriva per inaugurare la sede del Pd a l'Aquila, collocata in una tenda in viale Corrado IV , vicina agli abitanti della città ancora alle prese con la provvisorietà del dopo terremoto. E proprio sugli aiuti per il terremoto Dario Franceschini attacca il decreto del governo: «Non ci sono nemmeno le risorse: ci sono 400 milioni di euro spendibili nel 2009 per le casette. Con 400 milioni si può dare alloggio a circa 13 mila persone, mentre è chiaro che anche quando saranno rientrate nelle case dichiarate agibili, una parte di quelle 70-75 mila persone, quella cifra non basterà» dice il segretario nazionale del Pd. «Non voglio entrare in questioni tecniche - ha aggiunto Franceschini - ma le case e le aziende degli abruzzesi devono esser ricostruite con il contributo del 100 per cento da parte dello Stato e con contributi reali».

    CIFRE DIVERSE - «Il decreto così com'è non funziona - aggiunge Franceschini -. Non mantiene le promesse che erano state fatte. Erano stati promessi all'inizio 8 miliardi, il decreto, invece, prevede un solo miliardo per il primo anno e in tutto prevede 5,8 miliardi di euro fino al 2032 spalmati, mentre sembra chiaro che gli importi della ricostruzione saranno moltiplicati rispetto agli 8 miliardi annunciati. Risorse assolutamente insufficienti sia per la prima emergenza che per la ricostruzione».

    NIENTE FIDUCIA - «È arrivata anche la notizia - ha proseguito Franceschini - che spero sia infondata, che ci sarebbe una discussione nella maggioranza se mettere la fiducia sul decreto. Non ci provino, il decreto vorrebbe dire blindare il testo: noi abbiamo offerto la nostra disponibilità. La ribadiamo adesso, abbiamo sottolineato quello che manca, abbiamo sottolineato le promesse non mantenute. Siamo pronti in Parlamento ad un lavoro propositivo per migliorare il testo per potere alla fine votare il decreto. La fiducia troncherebbe tutto, spero che non sia vero. Se qualcuno ci avesse pensato, lasci perdere. Siamo pronti - ha concluso - a dare tutte le corsie preferenziali, nei tempi e nelle modalità ma non ricorrano allo strumento del voto di ficducia».

    POLEMICA GASPARRI-FINOCCHIARO - Le parole di Franceschini innescano immediate polemiche. «È desolante che il responsabile pro tempore del Pd si abbandoni a polemiche penose perfino sulla tempestiva opera di ricostruzione delle zone terremotate dell'Abruzzo» dice il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, che aggiunge: «La coesione invocata a parole viene smentita alla prova dei fatti. Pazienza. Abbiamo progetti, risorse e forze per andare avanti, insieme alla popolazione abruzzese che saprà valutare il cinismo di chi intenta una miserevole speculazione politica». Controreplica di Angela Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato: «Perchè Gasparri non entra nel merito del decreto sul post-terremoto in Abruzzo, che sta già fortemente scontentando la popolazione di quella regione? Noi che facciamo opposizione - prosegue - abbiamo il dovere di controllare l'operato del governo. Quando il presidente Berlusconi è andato a L'Aquila ha promesso la ricostruzione della casa a tutte le famiglie che l'hanno persa o danneggiata. Aveva promesso 150 mila euro a fondo perduto per ciascuna abitazione andata distrutta e 80 mila euro per il recupero di quelle parzialmente danneggiate. Nel decreto non c'è traccia del fatto che queste promesse siano state onorate. Per i piccoli interventi di recupero non c'è previsione normativa né un euro, altrettanto deve dirsi per imprese e professionisti, per i beni del patrimonio culturale e per l'università».

    MARONI - Sul tema interviene poi Roberto Maroni. Il governo, assicura il ministro dell'Interno, punta a una ricostruzione «che sia sicura da infiltrazioni mafiose e per questo motivo abbiamo stabilito nel decreto sul terremoto la tracciabilità su ogni euro investito dallo Stato, dall'assegnazione dell'appalto fino a tutti i subappalti». «Sono certo - ha spiegato il ministro - che ci saranno risorse sufficienti per la ricostruzione e se ne serviranno altre, non c'è dubbio che saranno trovate, ma ha sottolineato non ci deve essere la possibilità che la ricostruzione diventi un business per qualcuno che voglia metterci sopra le mani. Questo è un impegno di tutto il governo». E nel decreto, ha proseguito, «ci sono norme molto severe che stabiliscono procedure di controllo senza precedenti». Il ministro ha ricordato anche: «Abbiamo l'esperienza di precedenti casi negativi di ricostruzione e ora abbiamo imparato».

    G8 A L'AQUILA - Infine il premier. Silvio Berlusconi non entra nel merito delle polemiche, ma parla della scelta di spostare il G8 a LAquila: «Lo abbiamo fatto per la solidarietà nei confronti della popolazione colpita, ma anche per una questione di sobrietà per il momento di crisi internazionale». Il presidente del Consiglio inoltre afferma che «alla cittadella della Guardia di Finanza dell'Aquila c'è stata una delegazione statunitense di cinquanta persone che ha espresso parere favorevole» sulla sede del prossimo summit mondiale.

    Fonte: Corriere della Sera.it | vai alla pagina

    Argomenti: G8, promesse, l'aquila, terremoto in Abruzzo, ricostruzione in Abruzzo, decreto Abruzzo | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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