Ti trovi in Home  » Politici  » Giorgio NAPOLITANO  » «Sento aria di razzismo. C’è troppa retorica xenofoba».

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Giorgio NAPOLITANO

Alla data della dichiarazione: Pres. della Repubblica


 

«Sento aria di razzismo. C’è troppa retorica xenofoba».

  • (15 maggio 2009) - fonte: Gazzettino.it - Claudia Giannini - inserita il 16 maggio 2009 da 31

    Anche in Italia c'è rischio che possa prevalere una tendenza all’intolleranza o alla xenofobia a causa del diffondersi di una «retorica pubblica» che finisce per orientare l’opinione pubblica in questa direzione: il monito, duro e preoccupato, viene dal Capo dello Stato proprio mentre la Camera vara il disegno di legge sulla sicurezza.

    Ma Silvio Berlusconi fa mostra di non ritenere che le parole di Giorgio Napolitano possano essere indirizzate al suo governo: «Noi siamo contro la xenofobia», proclama assicurando l'impegno dell'esecutivo contro qualsiasi forma di razzismo. Il premier esclude, inoltre, che dalla Cei - che ha sottolineato come, trasformando la clandestinità in un reato, diventerebbe impossibile per le madri clandestine riconoscere i propri figli - sia arrivata una bacchettata al governo: «Non ho conoscenza di queste critiche», afferma.
    Mentre per il ministro dell’Interno Maroni le critiche dei vescovi italiani «sono infondate: bisogna leggere il testo e allora tanti pregiudizi cadranno».

    Napolitano, nel denunciare il diffondersi e l'aggravarsi della povertà e delle diseguaglianze a seguito della crisi economica, ha chiesto nuovi interventi a favore di «coloro che si trovano in fondo alla scala sociale perché non rimangano confinati in quella posizione. Questo è tanto più importante nei nostri Paesi, dove le differenze in termini di origini etniche, religiose e culturali sono aumentate.
    Qui - ha affermato - il rischio che queste differenze si traducano in un fattore di esclusione è sempre presente ed è aggravato dal diffondersi di una retorica pubblica che non esita ad incorporare accenti di intolleranza o xenofobia».

    Berlusconi, tuttavia, non fa una piega. I respingimenti, sostiene, «sono in linea con le direttive europee e sono necessari come deterrenza» di fronte ai continui sbarchi di immigrati, «altrimenti l'Italia diventa l'approdo di troppe persone.
    Per la sinistra - dice - le porte sono spalancate per tutti. Noi, invece, teniamo le porte chiuse e le socchiudiamo solo per chi viene a lavorare ed integrarsi».
    A confortare il Cavaliere nelle sue convinzioni, come sempre, i sondaggi: «Il 76 per cento degli italiani condivide l'operato del governo», assicura. Il testo sulla sicurezza, insiste il premier, è assolutamente necessario: «Non possiamo lasciare che la situazione sia quella che c'era con la sinistra che incentivava l'immigrazione clandestina». Con la nuova legge, sostiene, è stato dato «un messaggio alle organizzazioni criminali: quello che noi non possiamo accogliere immigrati che non hanno né arte né parte e che quindi non possono entrare nel sistema produttivo e che vanno a finire nelle organizzazioni criminali».

    Il monito del Capo dello Stato impressiona ancora meno Umberto Bossi: «Napolitano? Io ascolto la gente. Non come Franceschini: il suo intervento in aula sembrava un suicidio in diretta. Non ascolta la gente». E per il ministro Maroni, le critiche della Cei nascono da «pregiudizi infondati».

    Resa più forte dalle parole del Capo dello Stato e dalle prese di posizione della Chiesa, l’opposizione, intanto, moltiplica i suoi attacchi. Il leader del Pd, Dario Franceschini, insiste sulla questione dei «bambini invisibili», ricordando che questa espressione è stata usata da «tutte le organizzazioni internazionali e la Chiesa cattolica. Molti - dice - ci consigliano di guardare i sondaggi e dicono che forse non ci conviene dire queste cose. Tante volte, nella storia, i moderati hanno voltato la testa dall'altra parte. Ma noi non gireremo la testa dall'altra parte». Il rischio -xenofobia, denunciato dal Presidente della Repubblica, è «una preoccupazione giusta», dice a sua volta Massimo D'Alema, che parla di una legge «poco civile e inutile».
    Duro l’affondo del leader dell'Udc. Pier Ferdinando Casini, a parere del quale questo governo «fa solo demagogia».
    E il leader dell’Idv Antonio Di Pietro, secondo il suo costume, mena ruvidi fendenti contro questo governo che «vuole trasformare l'Italia in un Paese intollerante, fascista, xenofobo e piduista».

    Fonte: Gazzettino.it - Claudia Giannini | vai alla pagina

    Argomenti: Berlusconi, immigrati, Decreto Sicurezza, integrazione, presidente Napolitano, povertà, Presidente della Repubblica, Opposizione parlamentare, xenofobia, Cei, sondaggi, crisi economica, Chiesa Cattolica | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato