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Dichiarazione di Eugenia Maria ROCCELLA
«Il presidente Fini dice cose non vere» - INTERVISTA
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(19 maggio 2009) - fonte: La Repubblica - (g.c.) - inserita il 19 maggio 2009 da 31
«Dove le vede Fini in Italia leggi orientate a precetti religiosi? Non ci sono».
Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare, ha guidato nel governo la battaglia cattolica sul testamento biologico e ha la delega alle questioni bioetiche. Al presidente della Camera, che aveva proprio sulla legge di fine vita lanciato l`allarme sul rischio di Stato confessionale, dà l`alt.Quindi Fini sbaglia, sottosegretario Roccella?
«Semplicemente dice una cosa non vera, nel senso che non ci sono norme orientate dalla fede, ma dal massimo di ragionevolezza e di condivisione. Inoltre è il Parlamento che decide e la nostra democrazia ha tutti i meccanismi di garanzia».
In che senso?
«Chi non è d`accordo può chiedere il referendum. Gli elettori ad esempio, hanno punito i partiti che hanno avuto posizioni in cui il popolo italiano evidentemente non si è riconosciuto, come Rifondazione».
A lei non sembra che la legge 40 sulla fecondazione assistita o la discussione sul testamento biologico in Parlamento siano state modellate sui diktat del Vaticano?
«Se avessimo fatto una legge sulla procreazione assistita orientata in base alla fede, semplicemente avremmo dovuto vietarla perché questa è la posizione della Chiesa cattolica. Mentre quella legge si rivela lungimirante».
Il ddl sul testamento biologico obbliga all`idratazione e alla nutrizione artificiale.
«Non è un obbligo; non c`è la possibilità di rifiutare. D`altra parte non tutte le libertà possono declinarsi in un diritto. Si è liberi di suicidarsi ma non c`è un diritto al suicidio. Se sono temi in cui il dubbio deve prevalere sulle certezze allora bisogna ricorrere al principio di precauzione».
Fonte: La Repubblica - (g.c.) | vai alla pagina » Segnala errori / abusi
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Inserito il 19 maggio 2009 da 31
La Roccella dovrebbe giocare meno con le parole ed essere più chiara. Anche se mi rendo conto che questa, più che una richiesta, è un'utopia. Sta di fatto che non può dire, senza passare per una presa in giro, che l'impossibilità di rifiutare è cosa diversa da un obbligo.
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