Ti trovi in Home  » Politici  » Luca ZAIA  » «Cara Gelmini, la lingua veneta merita più rispetto»

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Luca ZAIA

Alla data della dichiarazione:  Ministro  Politiche Agricole e Forestali (Partito: Lega) 


 

«Cara Gelmini, la lingua veneta merita più rispetto»

  • (20 maggio 2009) - fonte: Il Gazzettino - inserita il 21 maggio 2009 da 31

    Gentile direttore,
    la proposta della Lega Nord di inserire il dialetto fra le materie da insegnare a scuola, proposta rilanciata da Umberto Bossi in una sua recente visita a Vittorio Veneto, può far sorridere soltanto chi il territorio veneto non lo conosce profondamente.

    Cara Gelmini
    Non voglio fare polemica con il Ministro Maria Stella Gelmini, ma le sue dichiarazioni sulla lingua veneta altro non sono che questo: l’indizio di una mancanza di conoscenza.
    Che potrei aiutarla a colmare, se il Ministro fosse disponibile a fare due passi con me, per le strade della mia Regione.
    Incontreremmo capitani d’industria abituati a trattare affari nelle parti più lontane del mondo, pensando in veneto e parlando tedesco, cinese o inglese.
    Potremmo trovare interi Consigli di amministrazione che si svolgono in dialetto e incontrare gli extracomunitari. La stragrande maggioranza di loro, di quelli che lavorano e si sono integrati in questo territorio, passano senza difficoltà dalle loro lingue al dialetto: segno tangibile di coesione sociale e culturale, come può esserlo solo il parlare la stessa lingua.

    Non voglio insegnare al Ministro della Pubblica Istruzione ciò che ovviamente già sa, ma credo fosse l’imperatore Adriano, uno dei più grandi, ad affermare che aveva sempre governato in latino ma pensato in greco, in quella che considerava la sua lingua madre.
    La maternità della lingua veneta, che si è fatta letteratura e poesia nonostante in questi 138 anni di unità sia stata spesso censurata in nome di un’idea falsa dello sviluppo della lingua e della letteratura nazionali, è testimoniata ovunque e da chiunque.
    Non è la lingua di un ceto “basso”, del “popolino”, da contrapporre all’italiano aulico dei ricchi.
    Tutti, sia in questa Regione che là dove la nostra storia ci ha portati, da Arborea alla provincia di Latina, tutti noi pensiamo e parliamo nello stesso modo: perché non insegnare anche a scuola questa lingua che unisce?
    Sette veneti su dieci si riconoscono in ciò che dico: perché non dare loro gli strumenti culturali più avanzati e moderni per studiare la loro storia, perché non dare un supporto scolastico al patrimonio umano di questo popolo?
    Su temi come questo si gioca l’identità del nostro territorio.
    Noi difendiamo e difenderemo la nostra radice profonda, nazionale- veneta e cristiana, che ci fa essere e lavorare e immaginare il futuro in un modo piuttosto che in un altro. In questa battaglia, ci troviamo al fianco della Chiesa cattolica, che di questo patrimonio storico e culturale è la prima custode, con le centinaia di sacerdoti che da sempre vivono in mezzo alle loro comunità, interpretandone i pensieri, parlando nella loro stessa lingua e vivendo gli stessi comuni valori, quelli cristiani e universali.
    Tenere vivi i nostri valori religiosi, identitari e culturali è nostro dovere, come lo è mantenere fertile la terra che nutre le nostre famiglie. Compassione e solidarietà sono principi che si imparano lavorando nei campi. Come i veneti hanno sempre fatto, cementando la loro comunità attorno a questi principi, tanto più importanti oggi, che siamo chiamati a riscrivere il nostro futuro su basi nuove, più giuste, più eque.
    Luca Zaia

    Fonte: Il Gazzettino | vai alla pagina

    Argomenti: cultura, territorio, veneto, Lega Nord, Gelmini Maria Stella, ministro Politiche Agricole, lingua italiana | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato