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Dichiarazione di Maurizio SACCONI

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: FI)  -  Ministro  Lavoro Salute e Politiche sociali (Partito: PdL) 


 

«Utili agli operai. Perché no?» - INTERVISTA

  • (20 maggio 2009) - fonte: l'Altro - Davide Varì - inserita il 21 maggio 2009 da 31

    La proposta di coinvolgere i lavoratori nella redistribuzione dei profitti delle aziende

    E' il Sacconi che ti aspetti: bordate e "provocazioni" con i modi però del moderato, del politico navigato.
    Ne ha per la Cgil - «è come la barzelletta dell`automobilista che va contro mano in autostrada e inveisce contro gli automobilisti che vanno nella giusta direzione» - ma anche per la Fiat: «L`abbiamo salvata almeno due volte dal disastro».
    Ministro, I`Ocse ha certificato che l`Italia è il Paese con i più bassi salari in Europa. Ci spiega come mai sarebbe colpa della sinistra e dei sindacati visto che, a parte una breve parentesi, governate il Paese da circa 7 anni?

    La questione ha origine nel '93, quando, nell'era Ciampi e in piena Mani Pulite, si impose una certa borghesia la quale sosteneva che per entrare in Europa c`era bisogno di moderazione salariale. E invece c`era bisogno di promuovere relazioni industriali fondate sul collegamento tra salari e produttività. E oggi è necessario - ancor più - collegare una. parte del salario anche agli utili dell`impresa.

    Ma perché fissare, almeno in parte, gli stipendi agli utili dell'azienda ovvero a una cosa che non dipende dai lavoratori ma, piuttosto, dalle capacità dei manager? E come sa, i manager italiani non hanno troppa credibilità...

    Il senso di questo cambiamento sta nel fatto che i lavoratori avranno un salario garantito dal contratto nazionale più un aumento legato agli utili dell`azienda. Il nostro obiettivo è quello di sviluppare la partecipazione dei lavoratori ai destini dell'impresa.
    Oggi i lavoratori condividono le sorti dell'impresa solo quando questa va male: licenziamenti, cassa integrazione e così via. Perchè dunque non condividere anche la crescita e gli utili che da essa derivano?

    Perchè, allora, oltre che alla condivisione degli utili non permettete ai lavoratori di partecipare ai processi decisionali delle aziende?

    No, io credo che la responsabilità gestionale debba essere dei management senza confusioni.
    Ciò non toglie che, come per esempio negli Stati Uniti dopo l`accordo del governo con Chrysler, i lavoratori avranno la possibilità di partecipare in modo attivo alle scelte strategiche.

    Sì ma i lavoratori americani di Chrysler hanno dovuto rinunciare al diritto di sciopero peri prossimi 4 anni....

    Per quanto mi riguarda non ho in mente quel modello. Dico solo che dobbiamo trovare forme di partecipazione dei lavoratori, che possono essere diverse da azienda ad azienda.

    Perchè non propone di legare agli utili anche i super-stipendi dei manager?

    Sono assolutamente d`accordo. Gli utili d'impresa sono un parametro trasparente sia per i lavoratori che per i manager. La retribuzione non può essere discrezionale ma equa, il che non vuol dire egualitarista, ma proporzionale al grado di responsabilità.

    La Cgil ha criticato questa riforma chiedendo invece "soldi freschi"...

    Sono convinto che la Cgil finirà per per aprire una discussione vera su questa questione. D`altra parte molte aree della Cgil credono nella partecipazione dei lavoratori. Credo che la stessa vicenda Fiat e la questione dell`auto in generale produrrà dei cambiamenti significativi all`interno dello stesso sindacato.

    A proposito di Cgil, dopo i fatti di Torino Scajola ha parlato di un sindacato assolutamente responsabile, cosa che lei ha stentato a riconoscere...

    Abbiamo entrambi ragione. Nelle aziende in crisi le categorie della Cgil sono spesso disponibili ad intese per salvare il salvabile. La confederazione si è invece allontanata dalle altre organizzazioni e, conseguentemente, si è spesso contrapposta al Governo, dal modello contrattuale al pubblico impiego.

    Torniamo alla questione Fiat, i lavoratori sono molto preoccupati...

    Per prima cosa voglio dire che noi abbiamo bisogno di un piano industriale credibile che sia in grado di affrontare il mercato del prossimo millennio. In secondo luogo bisognerà capire quale sarà l`assetto azionario. In questo contesto dobbiamo preoccuparci di salvaguardare la capacità produttiva degli impianti italiani e l'occupazione non nel breve periodo ma nel medio-lungo. In lutto questo voglio ribadire la necessità di una partecipazione dei lavoratori.
    Si tratta di un elemento fondamentale per tutelare i posti di lavoro.

    Rispetto al protagonismo di Obama e della cancelliera Merkel, il governo Berlusconi appare piuttosto defilato. Come mai?

    Noi siamo sempre stati presenti. Anche negli anni passati. Su tutti voglio ricordare il sostegno del governo nel corso della crisi dei 2004.
    In questa vicenda noi siamo vigili ma, d'altra parte, dobbiamo consentire al management Fiat di elaborare la propria proposta. Per ora possiamo attendere ma nel caso in cui non arrivassero proposte siamo pronti a prendere iniziative.
    Una cosa è certa: la proposta non dovrà arrivare chiusa ma aperta alla discussione e alla negoziazione. Il nostro primo interesse è quello di tutelare gli stabilimenti e il lavoro.

    Cambiamo decisamente argomento, al referendum voterà sì, facendo arrabbiare la Lega, oppure no?

    Sarà una decisione collegiale del Pdl. Noi siamo coloro che hanno lavorato per un sistema politico semplificato e bipartitico...

    Dunque voterà sì?

    Decideremo insieme.

    Fonte: l'Altro - Davide Varì | vai alla pagina

    Argomenti: lavoro, sciopero, salari, occupazione, referendum elettorale, TORINO, lavoratori, sindacato, OCSE - Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, Cgil, Fiat, impresa, operai, gestione d'impresa | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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