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Dichiarazione di Silvio BERLUSCONI
Sentenza Mills. «Processerò i giudici in Parlamento»
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(21 maggio 2009) - fonte: Libero - Mario Prignano - inserita il 21 maggio 2009 da 31
«Aspettate qua, che ritorno. Saluto il presidente Barroso». Silvio Berlusconi aveva deciso dalla mattina, di sfruttare l`occasione della dodicesima visita sui luoghi del terremoto per chiarire con i giornalisti la sua posizione sulla sentenza di condanna dell`avvocato inglese David Mills.In un`altra occasione, la presenza del presidente della Commissione europea a L`Aquila avrebbe ovviamente monopolizzato l`attenzione generale dei media. Non così ieri.
Finita la conferenza stampa con un Barroso quantomai prodigo di promesse e di aiuti comunitari in favore dell`Abruzzo, il Cavaliere lo ha ringraziato, lo ha accompagnato fuori della caserma di Coppito e dopo pochi minuti è tornato: «Credo che abbiate qualche altra domanda da farmi», ha ammiccato ai giornalisti. A conti fatti, forse era più lui che aveva qualcosa da dire.«IN AULA MI SENTIRETE»
«Cosa penso della sentenza Mills? Che si tratta di una sentenza semplicemente scandalosa», ha attaccato cercando di mantenere la calma, «una sentenza che ribalta la realtà, che nondimeno confido che verrà accertata in sede di appello, per un processo che comunque, vorrei ricordarlo, non riguarda me». Poi, tutto difilato, in un crescendo inarrestabile di animosità:
«Ho annunciato la mia intenzione di intervenire in Parlamento su questa sentenza: in quella sede dirò quello che da tempo penso di una certa magistratura.
No, non ho alcuna intenzione di anticiparvelo, lo sentirete quando prenderò la parola in Aula, cosa che avverrà appena possibile. Questa opposizione divisa al suo interno e completamente annullata nei sondaggi ha dovuto inventarsi accuse vergognose sulla mia vita privata, sui miei rapporti con queste ragazze, con queste preveline: tutte cose inventate.
Questa ragazza (Noemi Letizia, ndr) è stata bersagliata in modo inaccettabile dai giornali: uno si è perfino interessato alle proprietà immobiliari della sua famiglia, scrivendo che il papà gli aveva intestato una nuda proprietà. Una cosa vergognosa. Io provo vergogna nel leggere questi giornali.
Oltretutto, con interviste inventate.La famiglia, poco pratica, aveva interpellato un`agenzia per negare le frase pubblicate dai giornali, ma nel frattempo lei è stata addirittura ripresa in televisione, ad "Annozero", con dichiarazioni che l`interessata non riconosce perché non le ha mai pronunciate.
Cose inventate di sana pianta. Che vergogna. Che vergogna. Che vergogna».Una pausa, giusto il tempo per prendere fiato, ha dato modo al cronista di Repubblica di chiedergli se per caso in Parlamento risponderà ai quesiti sollevati dal giornale diretto da Ezio Mauro sui suoi legami con la famiglia Letizia:
«Lei è una persona perbene», è stata la replica, «ma con il suo giornale non parlerò fino a quando non deciderà di cambiare atteggiamento. Ho già risposto quando hanno detto che ero malato.
Ho risposto che eravate voi malati di invidia personale e odio politico. Lo riconfermo in pieno. Questo non è un attentato alla libertà di stampa. Cadete nel ridicolo quando dite che in Italia non c`è libertà e che il premier ha capacità di interferire sulla libera stampa.Scherziamo, vero? Volete scherzare?», ha alzato la voce Berlusconi. «Il problema è che all`esterno certe affermazioni vengono prese per vere.
E questo fa male al Paese e a tutti gli italiani». Fortuna che i sondaggi sono quelli che sono:
«Gli italiani, comunque, stanno con me: il mio consenso è al 74,8 per cento e se si pensa che prima ero al 75,1 il decremento è praticamente nullo».
E il fatto che le motivazioni della sentenza siano uscite a due settimane e mezzo dal voto per le Europee? «Tutto puntualmente programmato».In effetti, era proprio su quest`ultimo punto, sulla supposta tempestività della mossa dei giudici milanesi, che si erano concentrate le reazioni a caldo del premier, non appena informato dai suoi legali della novità del giorno:
«Questi magistrati sono senza pudore.
Non rispettano mai i termini di deposito delle sentenze (novanta giorni dal giorno della pronuncia, ndr), dovevano farlo proprio nel mio caso? È chiaro che siamo di fronte alla solita giustizia politica: mi voglio colpire prima delle elezioni».GIUSTIZIA TEMPESTIVA
In conferenza stampa, la domanda di una giornalista dell`Unità che gli chiedeva di rinunciare al cosiddetto "lodo Alfano" e farsi processare (richiesta identica a quella avanzata da tutti i leader dell`opposizione: da Franceschini a D`Alema a Fassino, a Di Pietro) gli ha fatto perdere la pazienza.
«Di Pietro è una persona pericolosa per la democrazia. E con questi giudici non si può...
Quando il processo riprenderà, si riconoscerà in modo indiscutibile che non c`è stato alcun versamento a beneficio del signor Mills: ne sono certo come è vero che mi chiamo Silvio Berlusconi». E alla giornalista, che insisteva:
Senta. Io su questa cosa mi infurio...
«E allora riferisca in Parlamento sul caso di Noemi». «Ma cosa c`entra?» ha sbuffato il premier al termine di quello che aveva ormai i segni di un contraddittorio.
«Ma le pare che devo andare a riferire in Parlamento sulle vicende intime, private di una famiglia? Io ho partecipato a decine di matrimoni, battesimi, festeggiamenti, e devo andare a riferire su questa cosa in Parlamento? Ma si rende conto? Io mi uccido di lavoro per il mio Paese, e devo sopportare questi attacchi vergognosi?».Un concetto, questo di una campagna contro di lui a colpi di «attacchi personali», che ricorrerà nella lettera che si appresta a spedire alle famiglie di tutt`Italia. Perché di una cosa è sicuro, Berlusconi: «Gli italiani sono con me. Sono con me».
Fonte: Libero - Mario Prignano | vai alla pagina » Segnala errori / abusi