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Dichiarazione di Angelino ALFANO
«Dopo il voto ordini separati, legge sulle intercettazioni e nuovo Csm» - INTERVISTA
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(03 giugno 2009) - fonte: Il Messaggero - Mario Coffaro - inserita il 03 giugno 2009 da 31
«Separazione degli ordini di giudici e pm, nuova composizione del Csm, intercettazioni: subito dopo le elezioni», dice il ministro della Giustizia Angelino Alfano al Messaggero.La giustizia italiana è ancora molto lenta, lontana da quella dei maggiori paesi europei, qual è il rischio?
«L’Italia ha già subito numerose condanne per la lentezza della sua giustizia alla quale stiamo cercando di rimediare attraverso Internet e la semplificazione delle procedure nel processo civile, attraverso il filtro per evitare che tutto e sempre vada in Cassazione, punendo la parte che gioca ad allungare i tempi del processo, favorendo le soluzioni extra processuali come la conciliazione civile. È uno sforzo ciclopico, ovviamente di legislatura e anche oltre. Stiamo procedendo e le riforme nel loro insieme sono ben delineate».Riforme annunciate ma non ancora fatte?
«No. Molte già fatte. Approvate le norme antimafia nell’articolo 2 del ddl sicurezza abbiamo già fatto il più grande pacchetto di contrasto alla mafia dai tempi di Falcone al ministero della giustizia. Al centro vi è, ed è stata riconosciuta questa come la base per le conclusioni del G8, l’aggressione ai patrimoni mafiosi. Abbiamo approvato la riforma del processo civile. Il processo penale pende in commissione giustizia al Senato e dopo le elezioni avrà una importante accelerazione. Abbiamo in cantiere la riforma delle professioni (avvocati, notai, commercialisti) e tutto questo sarà inscritto dentro la cornice della riforma della Costituzione. Subito dopo le elezioni porrò la questione della riforma della giustizia in ambito costituzionale al presidente del Consiglio e ai due partiti della coalizione, Pdl e Lega».Nel G8 dei ministri dell’Interno e della Giustizia quali soluzioni sono scaturite per contrastare la minaccia del terrorismo internazionale e quella della pirateria sui mari?
«È stato un G8 della concretezza perché su ciascun tema si è individuata una modalità di collaborazione importante. Contro il terrorismo è centrale la cooperazione e lo scambio di informazioni tra le forze di polizia e la mutua collaborazione tra i Paesi. L’obiettivo è quello di identificare i luoghi dove avviene la radicalizzazione dello scontro e le connessioni tra il traffico di armi e le organizzazioni terroristiche. Per la lotta alla pirateria, che l’Italia ha chiesto di inserire tra i temi del G8, è necessaria una collaborazione internazionale, anche includendo l’utilizzo delle Corti esistenti e la possibilità dell’istituzione di nuove Corti internazionali. Il problema è come poter processare i pirati dopo il loro arresto e come poter confiscare i beni da essi illegittimamente acquisiti».Sui respingimenti il governo manterrà la linea dura?
«Ci troviamo in una condizione paradossale. Se le frontiere fossero una groviera alimenteremmo il senso di insicurezza come ha fatto la sinistra quand’era al governo. Volendo impedire questo, occorre fare quel che ha fatto il governo Berlusconi con accordi internazionali che rendano il respingimento come l’estrema ratio. È chiaro che la prima misura è quella di bloccare le partenze. Quando il centro di Lampedusa era pieno si gridava allo scandalo per il mancato funzionamento degli accordi con la Libia ora che il centro di Lampedusa è vuoto si grida allo scandalo contro i respingimenti».Come assicurare il diritto d’asilo?
«Nella recente polemica con Malta, l’Italia si è fatta carico di doveri umanitari pur non avendo in quel caso specifico un obbligo. È chiaro che l’Italia è una Repubblica libera e sovrana, con delle regole che devono essere rispettate da tutti coloro che vogliono venire a viverci. Porremo al Consiglio Gai (dei ministri della giustizia e degli Interni) di domani e venerdì la questione che l’Europa deve essere viva e presente nel riconoscere all’Italia la particolarissima condizione di Stato confine. Lampedusa, Porto Empedocle, non sono il confine solo dell’Italia, ma quello dell’Europa che deve dimostrare di esistere. Anche i negoziati hanno dei costi e non possono essere addossati solo all’Italia che è paese di frontiera e di transito».Nel ddl sulle intercettazioni che il 9 giugno prossimo va al voto dell’aula di Montecitorio resteranno il carcere per i giornalisti e le pesanti sanzioni per gli editori?
«L’obiettivo è quello di salvaguardare la privacy dei cittadini senza tagliare le unghie ai magistrati inquirenti. Di questo strumento si è fatto abuso e la spesa è andata fuori controllo, occorre fissare regole che siano davvero osservate. Il codice dice che si possono disporre le intercettazioni se sono “assolutamente indispensabili per la prosecuzione delle indagini”. Ma evidentemente c’è stato un abuso della norma che ha portato a una spesa fuori controllo. Spero che il ddl sia approvato in tempi rapidi».Qual è il suo prossimo obiettivo?
«La nuova sfida che dobbiamo affrontare è l’abbattimento dell’arretrato delle cause civili e penali. Per fare correre la giustizia bisogna smaltire questa pesante zavorra di arretrato, nonostante le riforme fatte è difficile immaginare che si possa accelerare se non si abbatte il peso dei vecchi processi».Le carceri sono di nuovo stracolme, come farà ad evitare che esplodano?
«Ho ricevuto dal capo dell’amministrazione penitenziaria l’ipotesi del piano straordinario che presto porterò al Consiglio dei ministri per dare il via alla più grossa ristrutturazione penitenziaria mai fatta in Italia. Mi rendo conto che è un tentativo ambizioso e per questo stiamo coinvolgendo i privati. Abbiamo già preso contatti coi vertici della Confindustria per far sì che i privati abbiano ruolo e responsabilità nello svolgimento di questo importante compito».Ministro Alfano, personalmente, che idea si è fatto sulle accese polemiche di questi giorni al premier Berlusconi?
«Ho lavorato al suo fianco per anni prima di diventare ministro ed è l’esatto contrario di come la sinistra del pettegolezzo vuol presentarlo. È sotto gli occhi di tutti quel che si verifica alla fine di ogni suo intervento pubblico: un’indescrivibile numero di ragazze e ragazzi letteralmente gli saltano addosso, gli stringono la mano, gli chiedono autografi, appuntamenti. Del resto basti vedere il numero di club spontanei che sorgono attorno alla sua figura (come “Meno male che Silvio c’è”) per rendersi conto di come tutto questo entusiasmo abbia poi una traduzione politica immediata».Siamo a tre giorni dal voto per il Parlamento europeo: che cosa accadrà?
«Noi speriamo di rappresentare il più grande gruppo dentro il Ppe e rileviamo che la sinistra non ha detto a quale gruppo parlamentare iscriverà i propri eurodeputati. Cioè mandano i propri in Europa con destinazione ignota. È la prova che non sono in grado di scegliere tra le grandi famiglie europee: quella popolare e quella socialista».
Fonte: Il Messaggero - Mario Coffaro | vai alla pagina » Segnala errori / abusi