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Dichiarazione di Marco PANNELLA
Radicali? «Siamo solo noi» - INTERVISTA
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(03 giugno 2009) - fonte: Il Manifesto - Andrea Fabozzi - inserita il 03 giugno 2009 da 31
Si incazza Marco Pannella perché il palco copre la statua di Giordano Bruno, si incazza e poi si avvolge in un lungo discorso sull`attualità del gran nolano.
Ieri pomeriggio a Campo de` Fiori. Pannella fa una scena delle sue, dice che è costretto a interrompere il comizio perché deve correre da Emma Bonino che tutta sola sta occupando la Rai a Saxa Rubra. Parlava già da quasi un`ora. Spiegava a un paio di centinaia di persone l`azione di Emma che ieri mattina, dopo aver registrato il messaggio elettorale dei radicali, aveva deciso di non andarsene più dallo studio tv. E non se ne vuole andare «fino a che non sarà riparato l`attentato ai diritti civili dei cittadini».
I radicali attendono che la tv pubblica obbedisca al garante delle telecomunicazioni che ha ordinato un «riequilibrio» in favore della lista «con specifiche interviste di riepilogo informativo».
E per questo ottanta militanti del partito stanno facendo lo sciopero della sete e della fame.
Pannella no, Pannella ha appena finito. Da tre giorni ha ripreso a mangiare e bere, è stato in tv, si è messo a girare per comizi puntando a un difficilissimo 4%. Stella gialla sul taschino della giacca, 79 anni, tira tardi nella sede al terzo piano di via Torre Argentina dove la sera di lunedì abbiamo tentato di intervistarlo.
«Prima della prima domanda vorrei dire io una cosa eccessiva. E cioè: ci troviamo in condizioni storiche nelle quali noi con la nostra esperienza e la nostra resistenza di questi decenni abbiamo il diritto e il dovere di chiudere il sessantennio partitocratico.
Proprio noi, senza radicamento, con percentuali molto basse, ci candidiamo a succedere e per questo chiediamo il voto».Cominciamo?
«Cominciamo. E però vorrei avvertire che questa volta non è come la volta scorsa quando abbiamo accettato - e io con grande tormento - di andare col Pd dovendo subire il veto di Veltroni che ha permesso a Di Pietro di fare la lista e a noi no.
Questa volta magari il 4% non lo prendiamo però abbiamo già fissato una Chianciano 2 a fine giugno dove abbiamo invitato tutti i partiti.
Non crepiamo manco stavolta. Magari non riusciamo a mantenere questa unica sede che abbiamo, la paghiamo dal 1985.
Noi non abbiamo mica i problemi di Rifondazione che quando si è spaccata si è dovuta dividere migliaia di sedi».Non sarà che fare tutta la campagna elettorale battendo solo sullo squilibrio dell`Informazione tv non paga?
«Ma quando mai, sfido a trovare anche fuori dall`Italia discorsi di qualità europea come quelli che fa il nostro Aldo Loris Rossi. Lui è l`unico euromeridionalista. E noi siamo gli unici a parlare dei corridoi europei dei trasporti.
In Normandia stanno costruendo una ferrovia che in 22 giorni arriva a Pechino.
E ti saluto Italia, non ci vogliono più i 43 giorni navali. Dicono che in aereo le merci si trasportano prima?
Ma il treno non inquina. Certo non ci fanno andare in televisione a spiegarle queste cose».Ma quando in pochi giorni lei è stato prima da Santoro e poi da Floris ha parlato dl nuovo di informazione negata.
«Io sono stato felice che il presidente della Repubblica non abbia fatto il mediatore e l`arbitro com`è nella mia visione liberale, ma il garante perché ha riconosciuto che se a 20 giorni dal voto solo il 3% degli italiani era a conoscenza della lista Bonino-Pannella non era più un problema nostro, del partito. Ma della democrazia italiana che si stava andando a fare fottere. Poi io da partigiano colgo le occasioni che ho.
E sono andato a denunciare alcuni fatti oggettivi, incontestabili. E cioè che la prima repubblica ha distrutto la democrazia e la costituzione in termini reali.
È tutto scritto nel documento la Peste italiana che abbiamo fatto noi. E abbiamo potuto farlo perché non siamo masi stati soci partitocratici, ma solo e sempre l`opposizione della maggioranza e l`opposizione dell`opposizione».Siete stati anche maggioranza con la maggioranza, e con Berlusconi.
«Abbiamo vissuto anche dall`interno e con grande coerenza. Noi lì abbiamo fatto un tentativo per tre anni, dal`93 al `96, così come abbiamo tentato sempre con il Pci quando c`era il Pci: Non è che ci siamo alleati con Berlusconi, abbiamo avuto un`iniziativa verso di lui così come l`abbiamo avuta anche con la Lega se è per questo e verso tutti i fenomeni sociali.
Ma siamo sempre stati autonomi, era lui che firmava i nostri referendum. Io gli ho scritto cinque lettere, con questa Olivetti qui, e lui si lamentava che non riusciva a leggere ma io continuavo sadicamente, per ricordargli guarda che non hai ancora firmato...».Alla fine è stato un errore?
«Siete voi che non avete capito niente di Mediaset. Bisogna leggerlo il libro 'Il baratto'.
I socialisti erano solo gli stronzi che coprivano il vero accordo Pci-Mediaset.
E Veltroni era il garante di tutto questo. Berlusconi è un prodotto della continuità partitocratica, è l`ultimo del sessantennio».Cioè non è così pericoloso?
«Altro che se è pericoloso. Altrimenti me ne andrei in giro con la stella gialla?
Stiamo dicendo che questa è la classica situazione in cui può succedere di tutto, anche quello che è già successo ma in forme nuove.
Siamo alla metamorfosi del male fascista. Berlusconi è straordinario ma non è il genio del male. Si muove nel vuoto della democrazia, ha l`improvvisazione populista e ignorante ma non ha originalità. Insegue gli istanti e in questo momento è in difficoltà.
La stella gialla significa sei milioni di morti ebrei ma anche undici milioni di morti tedeschi tra i quali il capo, Hitler, che ha fatto la fine del topo».Se la situazione è questa com`è che non fate fronte con nessuno? Litigate con tutti invece di cercare alleanze?
«E con chi mi dovrei alleare, con le frattaglie? Con i compagni socialisti che nelle ultime sette elezioni hanno cambiato sette alleanze.
Con Nichi Vendola che è stato lui a dire che siamo `incompatibili`?
Il regime si scegli l`opposizione di comodo. L`altra volta avevano scelto Bertinotti, per dieci anni, e infatti è andato 71 volte a Porta a Porta e io 5.
Stavolta si sono scelti Di Pietro. Tonino non fa paura».
Fonte: Il Manifesto - Andrea Fabozzi | vai alla pagina » Segnala errori / abusi