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Dichiarazione di Piero FASSINO

Alla data della dichiarazione: Deputato


 

Europee. «Il Cavaliere? Unico leader a non credere nella Ue» - INTERVISTA

  • (03 giugno 2009) - fonte: Il Messaggero - Nino Bartoloni Meli - inserita il 03 giugno 2009 da 31

    «Berlusconi è l’unico leader che sprona i suoi cittadini a non credere nell’Europa».
    Piero Fassino scalda i motori in vista del rush finale di campagna elettorale, ieri sera comizio per lui a Firenze e Prato poche ore dopo la puntata fiorentina del premier.

    Onorevole Fassino, Berlusconi vuol cambiare la Ue, dice che «è vissuta più come un vincolo che un’opportunità». Condivide?
    «Questa è la rappresentazione che Berlusconi, Tremonti e la Lega forniscono da tempo dell’Europa, l’hanno sempre presentata come un danno, mentre non è così.
    Ricordo che Draghi tempo fa disse che con la crisi petrolifera senza l’euro l’impatto inflazionistico sarebbe stato cinque volte superiore.
    Chi crede di poter agire da solo rischia di più: come contrastare Paesi come la Cina, l’India solo su scala nazionale? Stando in Europa con i suoi 450 milioni di abitanti, la sua economia, le sue istituzioni, le sue competenze si può pensare di farlo».

    Governo e centrodestra euroscettici?
    «Berlusconi è l’unico leader della destra che dice agli elettori che l’Europa è un problema.
    Non lo fa la Merkel, non si sogna di farlo l’ex leader spagnolo Aznar, non lo fa Sarkozy.
    E se l’Italia va a Bruxelles rappresentata da chi nella Ue non crede, non avrà a sua volta credito».

    Con il Pd invece la musica sarebbe diversa?
    «Sì, il Pd nell’Europa ci crede. Stanno lì a testimoniarlo gli atti, le proposte e le culture europeiste che abbiamo unito nel Pd: Amendola e Berlinguer per la sinistra, Spinelli per l’azionismo, De Gasperi per quella cattolica, tutti sostenitori dell’Europa».

    Berlusconi ha detto che «le roccheforti rosse verranno spazzate via».
    «Un leader che si esprime così si rende responsabile di tensioni.
    In politica non ci dovrebbero essere nemici da ”spazzare via”, nel gioco democratico si compete, ci si combatte, non si spazza via, se no si fomenta rancore, tensione, radicalità».

    Il capo dello Stato ogni giorno invita alla coesione nazionale e ad abbassare i toni.
    «Napolitano è giustamente allarmato per un dibattito politico segnato dalla brutalità con cui vengono affrontati i nodi di fondo, e questo per responsabilità precisa della destra e di Berlusconi».

    Veramente il Cavaliere ribatte che è la sinistra ad attaccarlo ingerendosi nella sua privacy.
    «Io personalmente non ho mai sollevato casi Noemi in tutta la campagna. La questione è scoppiata prima per le parole gravi e allarmate della moglie Veronica, poi perché il premier ha creduto bene di andare in tv a parlarne, con versioni via via contraddette e contraddittorie, facendolo così diventare un ”caso”.
    Bisognerebbe piuttosto parlare dei temi concreti, della crisi, delle preoccupazioni degli italiani».

    Il governo è stato assente sulla Fiat?
    «Sulla Fiat ha pesato il pregiudizio tedesco, inaccettabile e infondato, su una grande azienda italiana. La soluzione Magna si sta già dimostrando meno sicura di quella Fiat.
    Ma va anche detto che quei pregiudizi han trovato, come dire, appiglio nella situazione italiana dominata dalle vicende personali del premier che tanto scalpore stanno tuttora suscitando all’estero.
    E poi non si è certo visto l’appoggio del governo italiano come invece è avvenuto per altri capi di stato come Obama e la Merkel».

    Prevede una botta elettorale per il Pd?
    «Ci saranno risultati inaspettati per noi positivi, e comunque molto meno catastrofici di quel che si pensa. Su 63 province al voto noi ne governiamo 50, in base al voto delle politiche ne dovremmo confermare 15 e invece ne avremo almeno il doppio, il che vorrà dire che in molte amministrazioni aumenteremo i voti.
    A Bologna, Firenze, Padova, Bari, Perugia vinceranno sicuramente i nostri candidati sindaci».

    Il risultato buono per fare un congresso non da resa dei conti?
    «L’asticella non la metto. I voti li conteremo lunedì e sulla base dell’esito elettorale valuteremo e discuteremo, non ci saranno rese dei conti, ma il congresso di un partito unito da un progetto e dalla voglia di vincere».

    Fonte: Il Messaggero - Nino Bartoloni Meli | vai alla pagina

    Argomenti: Berlusconi, europa, elezioni europee, campagna elettorale, congresso pd, unione europea, elezioni amministrative 2009, Fiat | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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