Ti trovi in Home  » Politici  » Antonio DI PIETRO  » «Il mio progetto è molto chiaro: creare un nuovo partito popolare» - INTERVISTA

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Antonio DI PIETRO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) 


 

«Il mio progetto è molto chiaro: creare un nuovo partito popolare» - INTERVISTA

  • (04 giugno 2009) - fonte: L'Altro.it - Piero S. - inserita il 04 giugno 2009 da 31

    Di Pietro è un personaggio chiave di questa tornata elettorale. Tutti i sondaggi dicono che prenderà un sacco di voti. Forse, addirittura, raddoppierà il bottino delle politiche. Che voti saranno? Come li utilizzerà l'ex giudice, fondatore dell'Italia dei Valori?
    Lo scrittore Francesco Piccolo, recentemente, ha scritto sull'Unità che non voterà mai e poi mai l'Italia dei Valori, perché Di Pietro è un uomo di destra che si presenta a sinistra.

    Onorevole Di Pietro, è così? Lei è di destra? E si presenta a sinistra?
    Né a me né al mio partito piacciono le etichette. Non ci piace definirci né di destra né di sinistra. Sono cose vecchie. Il mio progetto è molto chiaro: creare un nuovo partito popolare.

    Che intende per partito popolare?
    Un partito di popolo, che si occupi del popolo, che rappresenti il popolo, che difenda i suoi diritti e le sue condizioni di vita. Porsi questo obiettivo è di sinistra? Se è di sinistra, io dico: evviva la sinistra. Sa qual è il problema, qui in Italia? Che vent'anni dopo la caduta del muro di Berlino ragioniamo ancora con le categorie dell'epoca. Comunisti e anticomunisti…ma dove sono, ma cosa vogliono dire oggi quelle due parole? Io penso di essere un riformista. E più precisamente un riformista che vuole tenere insieme questi tre concetti: libertà, solidarietà, difesa dei più deboli. Tutti gli altri discorsi non li capisco, mi sembrano vecchi, ideologici. C'è ancora molta gente che è legata all'idea che la sinistra sia quella che è contro la polizia, contro la legge, e che abbia l'esclusiva della lotta a difesa della classe operaia. Io penso che non sia così. Io mi schiero a difesa della classe operaia e dei lavoratori, e dei deboli, e dei poveri. Però senza ideologie, senza ricette già scritte e usando la legalità come un valore e non come un vizio.

    Qual è il problema fondamentale dell'Italia di oggi?
    Guardi, su questo non ho dubbi. Il problema numero 1 è quello del lavoro. Sia per quel che riguarda i diritti dei lavoratori, sia per quel che riguarda il diritto al lavoro, cioè il dramma della disoccupazione, che sta raggiungendo cifre record, e che va combattuto. In questo quadro io colloco la questione del capitalismo…

    In che senso? Il capitalismo è una cosa buona o è una sciagura?
    Esiste il capitalismo pulito, e io apprezzo il capitalismo pulito. Oggi però il capitalismo pulito è deturpato dal capitalismo sporco, all'italiana. Che si fonda sui monopoli, sui cartelli, sulle aste truccate, sull'evasione fiscale, sui falsi in bilancio. Il capitalismo all'italiana è costruito su questi pilastri. Voglio dire che quelli che ho elencato non sono "accidenti", "difetti", ma sono la sostanza, i pilastri del capitalismo all'italiana.
    E' chiaro qual è il problema. Azzerare il capitalismo malato. E ricostruire una relazione virtuosa tra capitale e lavoro. Il capitale e il lavoro sono le componenti essenziali di una società giusta e di una economia giusta e funzionante.
    Mi spiego meglio, visto che parlo a un giornale di sinistra: io sono contrario a quelle idee di antagonismo che vedono nel capitale il male assoluto. Penso che non sia così. Penso che il male stia in un certo tipo di capitale, che si è prodotto con l'imbroglio, con la illegalità. Per questo do grande importanza alla cultura della legalità, e alla questione etica. Perché a me pare essenziale un'opera di pulizia che spazzi via il capitale corrotto e malato.

    Di Pietro, lei cosa pensa del Noemi-Gate?
    E lei che ne pensa?

    A me sembra che ne escano tutti male. L'immagine pubblica di Berlusconi è devastata, anche sul piano internazionale. Direi però che anche il centrosinistra non ha fatto una gran figura: dopo un anno di silenzio, scoprirsi opposizione solo per fare le pulci alla vita privata del premier non mi pare il massimo…
    Vorrei farle notare che l'Idv non ha mai fatto polemica sui fatti personali e privati del premier. Non abbiamo chiesto la sfiducia al governo con ragioni costruite sbirciando dal buco della serratura. Noi contestiamo al premier la sua politica economica, che è inefficiente e sta creando nuove ingiustizie, e nuovi conflitti di classe, e nuove povertà. E poi contestiamo la sua credibilità, che è crollata, anche sul piano internazionale, per la sentenza Mills, per il lodo Alfano, per il suo sfuggire continuamente ai processi e alle indagini dei giudici, per le condanne saltate con la prescrizione…

    E il caso Noemi?
    Fa comodo a tanti. A chi non ha saputo trovare altri terreni per fare opposizione, e a chi, come Berlusconi, preferisce che si parli di Noemi piuttosto che della crisi economica e dei suoi guai giudiziari.

    Il Pd sostiene che l'Idv ha tradito. Si era impegnata ad aderire al gruppo democratico invece se ne è andata per conto suo. E' così?
    Mi sembra che sia il Pd a non sapere a che gruppo appartiene! Il Pd è in caduta libera di consensi farebbe bene a chiedersi il perché. Forse farebbe bene a mettere in discussione il suo gruppo dirigente. Deve ritrovare la bussola, un programma, una identità. Deve ricostruire il senso della realtà e misurarsi con quella. Invece riesce ad esistere solo facendo polemica con l'Idv…

    Vi si contesta anche il cambio di posizione nel referendum che dovrebbe cambiare la legge elettorale. Eravate tra i promotori e ora siete contrari…
    La mia mamma mi ha insegnato che quando si cammina bisogna guardare a terra e non per aria. E io ho fatto tesoro di questo insegnamento. Se uno ti costruisce una voragine davanti ai piedi, tu, se la vedi, la eviti.
    Io avevo appoggiato il referendum perché mi pareva un grimaldello per cambiare la legge elettorale. Quella attuale è una pessima legge elettorale. Se però ti accorgi che poi, col referendum, la legge diventa una legge ancora peggiore, una specie di sventagliata di kalashnikov contro la democrazia parlamentare, allora ti opponi, giusto? Così stanno le cose. Io vorrei una legge elettorale che permetta ai cittadini di scegliersi gli eletti.
    Non una legge che consegna alla maggioranza il potere assoluto, abolisce l'opposizione, permette persino di cambiare da soli la Costituzione…

    Cosa pensa di "Sinistra e Libertà", cioè della lista di Nichi Vendola?
    E' una forza politica che come tutte le altre (noi, il Pd, eccetera) deve riuscire a fare una scelta politica, cioè rendersi disponibile per una alleanza in grado di costruire una alternativa a Berlusconi.

    Quindi, per dopo le elezioni, lei pensa ad un nuovo scenario unitario?
    Penso che ci sia bisogno di una pluralità di forze, liberali e di sinistra, che si impegnino per realizzare un blocco in grado di candidarsi a governare l'Italia. La nostra proposta è questa. Abbiamo già convocato gli organismi dirigenti del nostro partito, e vogliamo preparare un congresso che ci serva ad avviare un cammino, che vogliamo condividere con altre forze. Pensiamo ad una nuova larga alleanza.

    Cosa pensa lei dell'evoluzione di Gianfranco Fini?
    C'è chi dice: "Fini sta costruendo, attraverso questa svolta, il suo futuro, la sua carriera". Può darsi che sia così. Ma certe volte gli interessi per la propria carriera possono coincidere con gli interessi del paese.
    Fini negli ultimi tempi ha detto molte cose giuste. Sull'immigrazione, sulla laicità dello Stato, sulla sicurezza, sul ruolo del Parlamento. Però mi resta un'amarezza: ha convocato il Parlamento, aggiungo, con all'ordine del giorno le intercettazioni telefoniche.
    Francamente avrei preferito che lo avesse convocato sui problemi drammaticissimi e urgenti della crisi.
    Non le sembra che sarebbe stato meglio?

    Già. Ma a proposito della laicità dello Stato, lei era favorevole ai Pacs, o ai Dico, insomma alle unioni di fatto fuori dal matrimonio?
    Io credo ai diritti essenziali dei cittadini.
    Di tutti i cittadini. A prescindere che siano sposati o no, a prescindere che siano omosessuali o eterosessuali. Chiaro?
    E anche credo al diritto pieno di chiunque di mettersi insieme con chi vuole, e di amare chi vuole, a prescindere dal proprio sesso e dal sesso dell'altro, o dell'altra; e credo che nessuna legge debba ostacolare questi diritti, né limitarli, né distinguere tra chi ha consacrato il proprio amore davanti al sindaco e chi no.

    Quanto durerà Berlusconi?
    Non è questa la domanda. La domanda è: quanto ci metteremo noi a costruire un'alternativa a Berlusconi?

    Quanti voti prenderà l'Idv alle elezioni?
    Spero che ne prenda abbastanza per diventare un punto di riferimento per costruire l'alternativa.

    Una cifra?
    No non ne faccio. Lo sa che sono scaramantico…

    Fonte: L'Altro.it - Piero S. | vai alla pagina

    Argomenti: legge elettorale, lavoro, laicità, referendum elettorale, pd, Idv, diritti, Fini Gianfranco, capitalismo, diritto al lavoro, sinistra e libertà | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato