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Dichiarazione di Emma BONINO

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD)  - Vicepres. Senato  


 

«Spazi televisivi. «Spazio per cosa? Riforma, pensioni e ricerca» - INTERVISTA

  • (05 giugno 2009) - fonte: Il Sole 24 Ore - Luca Ostellino - inserita il 06 giugno 2009 da 4110

    Se disponessero degli spazi televisivi che gli vengono negati, «i radicali non li utilizzerebbero per parlare delle disavventure coniugali di Silvio Berlusconi», ma per introdurre nel dibattito politico temi sistematicamente esclusi perché «troppo scomodi», se non «dirompenti», per entrambi gli schieramenti.
    A partire dalla libertà di ricerca scientifica, le riforme economiche liberali e quelle istituzionali, la giustizia.
    E l`Europa e il Parlamento europeo, grandi assenti della campagna elettorale per il rinnovo dell`Assemblea di Strasburgo.

    Superate le 60 ore di sciopero della sete e della fame, Emma Bonino ammette di essere «esausta».
    Preferirebbe di gran lunga «essere in barca vela» piuttosto che restare nel «puzzolente» studio della Rai, che sta occupando in modo non violento per chiedere un`informazione corretta.
    «Se avessi qualche milione di euro da spendere per avere spazi sui media non sarei certo qui.»
    Come Marco Pannella, anche la leader radicale non ama affatto «l`etica e l`etichetta del sacrificio».
    Ma continua la battaglia con le armi che ha, anche se è molto scettica sulla possibilità che i radicali possano ottenere maggiori spazi «La Rai - attacca la Bonino - sceglie i temi di cui si può parlare in combinato disposto con la classe politica. Non siamo noi radicali a essere "indesiderabili", ma i temi che portiamo avanti».

    Facciamo finta che gli spazi ci siano. Quali sono i temi principali di cui parlereste?
    Innanzi tutto, nella campagna per le europee, di Europa. Dell`importanza del Parlamento europeo, che crescerebbe ulteriormente con l`approvazione del trattato di Lisbona. Su questo la disinformazione è totale.

    La vostra idea di Europa?
    La proposta politica radicale è spinelliana, per gli Stati Uniti d`Europa, per una Europa non burocratica, davvero e pienamente politica. Per la riforma "americana", federalista, laica e liberale in Europa in una politica rigorosamente laica, come unica via possibile per una società multietnica.

    In concreto?
    Potrei fare molti esempi dell`impegno radicale e dell`importanza della nostra presenza a Strasburgo.
    In prima lettura siamo riusciti a fare passare la finanziabilità della ricerca sulle cellule staminali.
    Senza un fronte laico come il nostro con la rappresentanza italiana che rischiamo di avere, la seconda lettura si preannuncia molto difficile...
    Un altro tema delicato su cui è necessaria la nostra iniziativa politica è la ripresa dei negoziati per l`ingresso della Turchia nella Ue.

    Sul fronte delle riforme economiche, invece, quali sono le vostre principali proposte?
    Sulla previdenza vogliamo equiparare l`età pensionabile delle donne a quella degli uomini, e innalzarla per tutti, gradualmente, a 65 anni entro il 2018. Questo consentirebbe, a regime, di liberare risorse fino a 7 miliardi di euro ogni anno, da destinare a una riforma degli ammortizzatori sociali di tipo universalistico e all`aumento delle pensioni più basse.
    I radicali hanno già depositato una proposta di legge in questo senso.

    La riforma degli ammortizzatori sociali?
    In Italia si è affermato un welfare "partitocratico", che tutela appena il 30% dei disoccupati.
    La proposta radicale è di passare a un unico sistema universale di integrazione al reddito per le persone che passano dallo stato di occupazione allo stato di disoccupazione involontaria.
    Pensiamo poi alla possibilità di riscattare i contributi "silenti" e abbiamo presentato una proposta di legge per introdurre nel nostro ordinamento il principio per la restituzione dei contributi previdenziali quando questi non siano sufficienti a dar luogo alla maturazione di un corrispondente trattamento pensionistico.

    Sul fronte immigrazione?
    La prima cosa da fare è regolarizzare i circa 500mila immigrati che lavorano per le nostre famiglie ma in "nero", perché privi del permesso di soggiorno, vittime di una imposta illegalità.

    Fonte: Il Sole 24 Ore - Luca Ostellino | vai alla pagina

    Argomenti: parlamento europeo, welfare, pensioni, immigrati, economia, laicità, riforme istituzionali, disoccupazione, informazione, UE, europa, ricerca scientifica, radicali, Rai, cellule staminali, reddito, trattato di Lisbona, disoccupati, età pensionabile, società multirazziale, contributi sociali, ammortizzatori sociali, disinformazione | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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