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«I magistrati riflettano sulla loro perdita di prestigio»
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(11 giugno 2009) - fonte: Il Corriere.it - inserita il 11 giugno 2009 da 31
«Necessaria una seria autocritica. No al protagonismo dei Pm.
Disordine e tensioni in certe procure»
Il presidente della Repubblica è «preoccupato» per la crisi di fiducia e del prestigio della magistratura e invita i magistrati a «una seria, aperta e non timorosa autocritica» e a riflettere «su quanto abbiano potuto e possano nuocere alla sua credibilità tensioni ricorrenti all'interno della stessa istituzione».
Lo ha affermato Giorgio Napolitano nel suo intervento al Consiglio superiore della magistratura (Csm). Questo, ha sottolineato il capo dello Stato, «sarebbe il modo migliore per prevenire qualsiasi tentazione di sostanziale lesione dell'indipendenza della magistratura».FIDUCIA - Napolitano ha espresso preoccupazione per la «crisi di fiducia» nel Paese per «un funzionamento gravemente insoddisfacente, nel suo complesso, dell'amministrazione della giustizia e per effetto anche dell'incrinarsi dell'immagine e del prestigio della magistratura». Il capo dello Stato riconosce che ci sono problemi che governo e Parlamento non hanno risolto «in modo ordinato e coerente», ma la magistratura «non può non interrogarsi su sue corresponsabilità dinanzi al prodursi o all'aggravarsi delle insufficienze del sistema giustizia e anche su sue più specifiche responsabilità nel radicarsi di tensioni e opacità sul piano dei complessivi equilibri istituzionali». L'obiettivo, indica Napolitano anche al Csm, è lavorare per «recuperare pienamente quel bene prezioso che è il prestigio della magistratura».
DISORDINE IN CERTE PROCURE - Il presidente della Repubblica ricorda alcuni «elementi di disordine e di tensione che si sono purtroppo clamorosamente manifestati in tempi recenti nella vita di talune procure». E fa quindi appello allo stesso Csm perché sia di esempio per «rigore e misura dell'obiettività e imparzialità», operando senza farsi condizionare «da logiche di appartenenza correntizia» rispettando, come è chiesto a ogni istituzione, «gli equilibri costituzionali e i limiti che comportano».
NO AL PROTAGONISMO DEI PM - Il presidente richiama anche i pubblici ministeri:
«Non può che risultare altamente dannoso per la figura del Pm qualunque comportamento impropriamente protagonistico o chiaramente strumentale ad altri fini». Agli eccessi «si può porre rimedio non soltanto con l'intervento disciplinare, ma con concrete e tempestive iniziative di sorveglianza e coordinamento, che sono già state adottate in occasione di vicende che hanno destato clamore e sconcerto». Secondo Napolitano, il protagonismo dei Pm è controproducente, in quanto «la figura del pubblico ministero finisce per non poter reggere ad attacchi all’esterno della magistratura».NO A STRAPPI COSTITUZIONE - L'invito alla riflessione del presidente, però, non è rivolto solo alla magistratura, ma è « rivolto a tutti i soggetti istituzionali operanti sulla base della Carta vigente». Ne consegue un «invito alla riflessione indirizzato in primo luogo al Parlamento, ma anche alla società civile, all'opinione pubblica, alle forze politiche».
Per Napolitano gli equilibri disegnati nella Costituzione «possono essere rimodulati» attraverso una revisione della seconda parte, ma attenzione a «gravi danni e conseguenze» nel «tentativo di operare strappi negli attuali equilibri costituzionali, senza definirne altri convincenti e accettabili, coerenti con i principi della Carta del 1948 e con fondamentali conquiste di libertà e di pluralismo, tra le quali l’indipendenza della magistratura».MANCINO - A Napolitano ha indirettamente risposto Nicola Mancino, vice presidente del Csm: «È necessario un clima di rispetto degli equilibri costituzionali da parte di tutti coloro che sono chiamati a osservarli. Massima attenzione al dialogo costruttivo: lo scontro non aiuta a favorire il corretto rapporto giustizia-politica».
Fonte: Il Corriere.it | vai alla pagina » Segnala errori / abusi