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Atto Senato n. 1397 sulla legge di contabilità e finanza pubblica
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(24 giugno 2009) - fonte: Senato della repubblica - inserita il 07 maggio 2010 da 14642
Signor Presidente, intervengo brevemente per illustrare l'emendamento 13.2, il quale afferma: «L'accesso diretto alla banca dati di cui al comma 1 è garantito ai Servizi del bilancio del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, alla Banca d'Italia, all'ISAE, alla Corte dei conti e ai Consigli regionali».Stiamo discutendo la legge di contabilità e finanza pubblica - ed abbiamo ascoltato in quest'Aula anche alcune lezioni per quanto riguarda la pubblica finanza - e stiamo approvando questa legge anche per ridurre il peso dello Stato ed ampliare le libertà delle aziende e dei cittadini alla libera intrapresa. Questi sarebbero i princìpi delle economie e dei Governi cosiddetti liberali. Peccato, signor Presidente e colleghi, che tali princìpi spesso vengano calpestati.
Come si concilia infatti la libertà d'impresa con il comma 79 dell'articolo 2 della finanziaria che per un periodo di dodici mesi dall'entrata in vigore della legge blocca tutte le azioni esecutive nei confronti delle aziende sanitarie locali da parte dei fornitori?
Mi riferisco a 18.000 aziende, spesso alla canna del gas per la crisi economica, che vantano crediti per 49 miliardi euro. Una norma europea recepita nella legge n. 23 del 2002 prevede i pagamenti entro 30 giorni; la media invece delle fatture commerciali da parte di ASL e aziende ospedaliere è di circa 250 giorni.Signor Presidente, signor vice ministro Vegas, lei ha richiamato poco fa Giovanni Senza Terra e - se non ricordo male - anche la Guerra dei trent'anni: non vorrei che questi emendamenti presentati portino ai pagamenti di 30 anni da parte della pubblica amministrazione; me lo consenta, perché voi parlate di liberalismo e poi eseguite norme contro il diritto liberale.
Fonte: Senato della repubblica | vai alla pagina » Segnala errori / abusi