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Dichiarazione di Furio HONSELL

Alla data della dichiarazione: Sindaco  Comune Udine (UD) (Partito: Lista Civica - Cen-Sin)  - Consigliere  Consiglio Comunale Udine (UD) (Lista di elezione: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) 


 

«Siamo tutti clandestini, siamo tutti cittadini»

  • (28 giugno 2009) - fonte: Messaggero Veneto - Giacomina Pellizzari - inserita il 28 giugno 2009 da 31

    Honsell:«Leggi ingiuste e stupide»
    «Basta discriminazioni»

    «Siamo tutti clandestini, siamo tutti cittadini»
    Questi gli slogan scanditi, ieri, dal corteo di protesta contro il pacchetto sicurezza del Governo e la proposta di legge regionale che non garantisce l’accesso alle prestazione sociali a chi non risiede in Friuli da 15 anni.

    Secondo gli organizzatori della manifestazione, lungo le vie del centro, hanno partecipato 2 mila persone, 800 per la questura.

    In prima fila il sindaco Furio Honsell, che, dopo lo scontro con il centro-destra, ha ribadito:
    «A Udine siamo per la legalità e contro le leggi stupide».

    Una protesta pacifica quella organizzata dalla Rete diritti di cittadinanza e dal Centro Balducci alla quale hanno aderito oltre 50 associazioni. In piazza Matteotti c’erano immigrati provenienti da Gorizia, Pordenone e Trieste, politici, lavoratori e gente comune.

    «È giusto esserci per testimoniare una netta contrarietà al Ddl in corso di approvazione al Parlamento che mortifica la comunità solidale» ha spiegato il senatore del Pd, Carlo Pegorer, mentre il referente dell’immigrazione della Cgil, Abdou Faye, ribadiva: «Proprio perché siamo cittadini che fanno il loro dovere diciamo “no” alle politiche regionali sull’immigrazione».

    In piazza Matteotti i manifestanti sono arrivati alla spicciolata. Ai giovani extracomunitari con le bandiere rosse della Cgil, si alternavano le Donne in nero, con il loro striscione, piuttosto che le Rsu Zanussi o i lavoratori Safilo.

    Dal cuore di Udine è partita anche la risposta al segretario regionale della Lega nord, Pietro Fontanini, che, nello scontro politico con il sindaco di centro-sinistra, aveva parlato di questione razziale inesistente.
    «Non è così – hanno tuonato i manifestanti – il razzismo c’è, la proposta di legge regionale è razzista e xenofoba».

    Tra slogan e striscioni che recitavano «Fermeremo il virus del razzismo», alle 16 il corteo ha lasciato il cuore della città per attraversare le vie del centro.

    Lungo il tragitto le diverse anime della protesta rappresentate, tanto per citare qualche esempio, dalla suora e dalla signora con il velo, camminavano fianco a fianco creando un bel colpo d’occhio e davanti alla stazione c’era chi cantava a gran voce «odio la Lega».

    Da qui il lungo serpentone di bandiere rosse ha imboccato via Percoto per arrivare qualche minuto più tardi in piazza Venerio e osservare un minuto di silenzio per le sofferenze del popolo iraniano.
    Da quel palco il coordinatore di Rete diritti di cittadinanza, Michele Negro, ha spiegato che «l’obiettivo dell’iniziativa è dare un segnale forte di civiltà alla maggioranza regionale che, su proposta della Lega, sta cancellando i diritti delle persone, escludendo dai benefici assistenziali coloro che non risiedono in regione da almeno 15 anni».

    Bocciato pure il pacchetto sicurezza del Governo che obbliga gli stranieri a esibire il permesso di soggiorno per registrare all’anagrafe un neonato.
    Da quel palco, gli organizzatori della protesta hanno annunciato di aver raccolto 1.500 firme per chiedere alla Regione di ritirare la proposta di legge 39 e di convocare la Conferenza regionale sull’immigrazione.
    La petizione sarà consegnata ai capigruppo, che hanno già ricevuto le ragioni del dissenso, a settembre.

    Fonte: Messaggero Veneto - Giacomina Pellizzari | vai alla pagina

    Argomenti: immigrati, razzismo, sindaco, pd, Lega Nord, Friuli Venezia Giulia, diritti, senatore, xenofobia, dissenso, Cgil, pacchetto sicurezza, protesta | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 29 giugno 2009 da 861
    Mi sa che è proprio vero che i friulani e gli abruzzesi sono i più tosti. A giudicare dalle ultime dimostrazioni di dissenso, senz'altro i più svegli. Quasi, quasi, mi trasferisco. Volevo andarmene dall'Italia, ma qui c'è troppo da fare.

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