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Dichiarazione di Matteo Grandelli
Dichiarazione sul Crocifisso.
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(31 luglio 2009) - fonte: Blog personale - inserita il 08 novembre 2009 da 11959
Non c’è simbolo più universale della croce. Universale appunto: non solo italiano o cattolico, ma di tutti.Allora perché volerlo come segno della divisione tra l’Occidente e il resto del mondo, come se quel Cristo appeso alla croce fosse venuto solo per alcuni?
Il Crocifisso non è forse l’incarnazione della scelta di amore a favore degli ultimi, degli altri, dei diversi?
E se Cristo avesse decido di farsi uomo proprio per i tanti migranti che approdano sulle nostre coste?
Eppure, proprio su quelle sponde, la nostra carità cristiana e il crocifisso, che tanto rivendichiamo come nostro, finiscono per essere tenuti gelosamente nascosti.
Cristo è, invece, proprio il volto della povertà, della sofferenza, del sacrificio, dell’andare oltre la propria occidentalità, in difesa dei valori dell’umanità tutta, senza distinzioni.
La croce non va appesa a un muro, messa in bella mostra: Cristo non è un soprammobile da mostrare con orgoglio.
Cristo sui muri, i poveri cristi fuori dalle mura?
Il messaggio cristiano è bel altro, ben diverso da chi lo utilizza semplicemente per imporre un’inaccettabile strumentalizzazione politica.
Lontano da queste strumentalizzazioni si colloca la nostra stessa Costituzione, che nell’articolo 3 afferma: ” Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”.
Il nostro è quindi un no deciso, perché per noi è inaccettabile usare un simbolo religioso come emblema di parte in un’aula che deve rappresentare tutti i cittadini.
Fonte: Blog personale | vai alla pagina » Segnala errori / abusi