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Dichiarazione di Pier Luigi BERSANI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

«Per il Sud meglio tornare agli sgravi fiscali automatici» - INTERVISTA

  • (10 agosto 2009) - fonte: Il Messaggero - Nino Bertoloni Mieli - inserita il 11 agosto 2009 da 31

    «Il Pd non rinunci alla sinistra»

    «Vogliono fare qualcosa di serio per il Sud? Ripristinino il credito d’imposta e ne riparliamo». Pierluigi Bersani è in vacanza in Puglia ma segue con attenzione sia le vicende interne al Pd con annessa corsa alla leadership in cui è coinvolto in primissima persona, sia soprattutto le vicende politiche esterne, fedele al motto che si è autoimposto:
    «Non dobbiamo tanto parlare delle nostre beghe interne, ma dei problemi del Paese».

    Onorevole Bersani, il Mezzogiorno è diventato la nuova priorità del governo, anzi del premier Berlusconi in persona che al ”Mattino” ha detto di voler guidare lui stesso l’Agenzia per il Sud.

    «Purché non vada a finire che l’affidi a un altro Bertolaso. E’ il momento di dire basta alla propaganda e alla politica degli annunci, di agenzie per il Sud ne abbiamo sentito parlare una decina di volte almeno».

    Il Pd non ci sta, ma che propone?

    «Se vogliono fare qualcosa di serio, se come dicono bisogna far valere un qualche intervento dal centro, bene, ripristino il credito d’imposta, sgravi fiscali automatici per chi investe, usino la leva fiscale per far ripartire gli investimenti al Sud, un meccanismo pulito, automatico, che scatta quando un intervento è partito. Lo introducemmo noi col governo Prodi, poi Tremonti l’ha tolto, sarebbe il momento di riprenderlo».

    Se il Sud torna nell’agenda governativa, non dovrebbe essere motivo di soddisfazione per una opposizione che agita il problema da tempo?

    «Se fosse vero che torna in agenda se ne potrebbe parlare. Ma qui siamo davanti a un modo di procedere berlusconiano molto negativo che sintetizzerei così: non usano il consenso per fare governo, ma usano il governo per fare consenso. Procedono come se dovessero correre i cento metri mille volte nella legislatura».

    Non vede quindi possibilità di confronto?

    «Ma magari ci potesse essere una sede, un barlume, un luogo, un qualcosa dove confrontarsi. Da quando è cominciata la legislatura non c’è mai stato un dibattito sulla crisi né intendono farlo, anzi la crisi per loro non esiste, il Parlamento non ne ha mai discusso. Il problema di Berlusconi è presentare al Paese una realtà edulcorata, e avere una informazione che la descrive così».

    Nel centrosinistra c’è chi vi accusa di non essere abbastanza antiberlusconiani e di non saper fare opposizione.

    «Non saprei proprio dire se il problema nostro sia essere o meno antiberlusconiani. Quello che so è che l’opposizione, ogni opposizione degna di questo nome, ha il compito di preparare l’alternativa. E’ quello che stiamo facendo e che intendo fare.
    E comunque darei uno sguardo anche di là, nella maggioranza».

    Perché, che succede nella maggioranza?

    «Mi pare chiaro: proprio sul Mezzogiorno stanno emergendo le prime, serie crepe nel centrodestra. C’è la percezione che la coperta è stretta, la crisi economica morde, margini per operazioni di propaganda ce ne sono sempre meno, le Regioni hanno alzato disco rosso, non intendono farsi usare come un Bancomat per operazioni più o meno propagandistiche, di questo passo nel centrodestra arriveranno molto presto alla resa dei conti».

    Vede conflitti insanabili del Pdl con la Lega?

    «La Lega, diciamoci la verità, fa la sua solita iniziativa, sono ormai quindici anni che va avanti con gli stessi slogan e gli stessi obiettivi, il che non impedisce a Bossi e soci di avere un ruolo sempre più determinante negli equilibri di maggioranza.
    Al netto delle ronde, che ha inventato la Lega in questi quindici anni?
    Interpretano disagi e ritardi, ma i problemi del Nord non sono cambiati né sono stati risolti».

    Onorevole Bersani, veniamo ai problemi interni al Pd: rimane scettico sul leader del partito scelto con le primarie?

    «Non sono mai stato contrario alle primarie anche se hanno tentato di affibbiarmi questa etichetta. Dico però che le prossime, non queste del 25 ottobre perché ormai non c’è più tempo, andranno fatte istituendo un albo degli elettori anche per evitare che il simpatico Storace vada in giro dicendo che voterebbe me».

    Riconferma l’idea che leader e candidato premier vadano distinti?

    «Sì, la confermo in pieno. Il candidato premier va discusso con gli alleati, così come la costruzione dell’alternativa, la vocazione maggioritaria non significa fare da sé».

    Rutelli e altri sostengono che è sbagliato insistere troppo, come lei fa, sul concetto di ”sinistra”.

    «Il Pd dev’essere un partito popolare, laico e di sinistra. Non vedo perché escludere la parola ”sinistra” quando non faceva paura a chi parlava di ”sinistra dc”, ”sinistra laica”, ”sinistra cattolica”.
    Non concepisco un partito progressista che rinunci alla parola ”sinistra”».

    Prodi compie 70 anni. Lei che è stato suo ministro che messaggio gli manda?

    «Dalle colonne del giornale sul quale scrive gli invio i migliori auguri».

    Fonte: Il Messaggero - Nino Bertoloni Mieli | vai alla pagina

    Argomenti: sinistra, centrodestra, sud, pd, fiscalità speciale, credito d'imposta, primarie | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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