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Dichiarazione di Antonio CAVALIERE
Casinò di Venezia. «Dopo la nuova condanna i vertici devono andarsene, non sanno gestire. Comunque li manderemo via noi l’anno prossimo»
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(19 agosto 2009) - fonte: Il Gazzettino.it - Venezia - inserita il 19 agosto 2009 da 861
«Mi pare che ci siano tutti gli estremi perché la proprietà rimuova chi dirige il nostro Casinò. A dire il vero dovrebbero rendersi conto da soli che sarebbe meglio andassero a casa. Se ciò non avverrà sarà solo perché a parole dicono che si tratta di una società privata, ma nei fatti è garantita dal Comune e dalla politica».Antonio Cavaliere, il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, sostiene che ad ogni modo «quando l’anno prossimo conquisteremo anche Venezia, una delle prime cose che faremo sarà allontanare consiglio di amministrazione e, soprattutto, dirigenti di questa Casa da gioco».
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, per l’esponente del Pdl, è l’ultima causa persa dal Casinò per comportamento antisindacale. Il giudice del lavoro Chiara Coppetta Calzavara ha ordinato all’Azienda di cessare tutte le condotte antisindacali e di rimuoverne tutti gli effetti.
Il presidente e il direttore generale del Casinò hanno detto che stanno valutando un ricorso in appello contro la sentenza, ma per il momento è pienamente operativa: quindi la Casa da gioco non deve più sostituire lavoratori in sciopero con dirigenti e quadri, e deve annullare tutte le contestazioni disciplinari contro i dipendenti che avevano partecipato ad una serie di scioperi considerati illegittimi, ma che il giudice ha invece stabilito essere stati regolari.Il presidente Mauro Pizzigati proprio per adeguarsi alla sentenza ha già anticipato che, se dovesse verificarsi un altro sciopero, sarebbe costretto a chiudere entrambe le sedi di Ca’ Vendramin e Ca’ Noghera.
Resta, invece, da ritirare la contestazione disciplinare rimasta in piedi (le altre erano già state annullate prima della sentenza in seguito ad un accordo tra Azienda e sindacati) nei confronti del sindacalista Cisl, Germano Medici, per una frase considerata ingiuriosa dal direttore generale e invece, al più, «ridicola» dal giudice che ha invece giudicato il procedimento disciplinare «ritorsivo e intimidatorio».
«Non entro nei particolari, ma mi pare chiaro una volta di più che questi vertici non sanno gestire i rapporti con i lavoratori e con i sindacati e continuano a perdere cause.
E già questo è gravissimo - commenta Antonio Cavaliere - perché stiamo parlando del Casinò, un punto di riferimento per il Comune, e non possiamo permetterci che vada in crisi.
Invece anche i risultati economici non sono così entusiasmanti, e proprio nei momenti difficili di crisi economica emerge chi sa lavorare».
Fonte: Il Gazzettino.it - Venezia | vai alla pagina » Segnala errori / abusi