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Dichiarazione di Gianfranco FINI

Alla data della dichiarazione: Pres. Camera   (Lista di elezione: PdL)  - Deputato (Gruppo: FLI) 


 

Monito sull'immigrazione: «L'approccio emotivo è miope»

  • (26 agosto 2009) - fonte: Corriere della Sera.it - inserita il 27 agosto 2009 da 31

    Intervento alla Festa del Pd: «No a politiche vagamente razziste»

    Il tema dell'immigrazione non deve essere piegato alla «propaganda quotidiana».
    Gianfranco Fini interviene alla Festa del Pd di Genova e lancia quello che appare come un monito dopo le polemiche degli ultimi giorni (non ultima lo scontro tra Lega e Vaticano). «Affrontare un tema così grande, con un'ottica riduttiva, che qualche esponente politico sembra avere - afferma il presidente della Camera - rischia di non portarci da nessun parte. L'approccio emotivo e fondato soltanto sulla questione della sicurezza dei cittadini italiani è miope e sbagliato». Non solo. Secondo Fini, i diritti fondamentali dell'uomo sono «universali e non possono essere negati.
    Di fronte a ciò, e alla portata biblica delle migrazioni, le risposte devono essere quanto più globali possibile, innanzitutto dalla parte ricca del pianeta nei confronti del Sud del mondo. Il problema delle migrazioni non lo risolvi quando il migrante è sul tuo uscio di casa».

    No a politiche razziste - «Spogliandosi dei panni del presidente della Camera», e tornando a vestire quelli di «uno dei fondatori del Pdl», Fini rimarca le differenze rispetto all'approccio leghista proprio sul tema dell'immigrazione: «Ho l'impressione che il Carroccio continui a guardare con lo specchietto retrovisore, o se volete guarda al quotidiano. Mi auguro che il Pdl comprenda che se si limita a produrre una fotocopia della politica dell'originale, dove per originale si intende la Lega Nord, è naturale che l'originale sia sempre più gradito.
    Per questo è necessario che il Pdl affini l'approccio alla materia». «Chi arriva in Italia è una persona - ribadisce poi. - La distinzione tra regolare e clandestino non può essere la cartina al tornasole per orientare una politica».

    Fini sintetizza il suo pensiero con una formula: «Estremo rigore nel rispetto delle regole fondamentali per l'ingresso e la permanenza sul territorio nazionale, ma censura nei confronti di qualsiasi politica che sia vagamente discriminatoria, xenofoba, razzista». E poi aggiunge: «Alcune politiche fatte in Italia non dovevano essere inserite in un provvedimento normativo e sono lieto che il Parlamento abbia detto di no». Il presidente della Camera fa un esempio: «La norma che prevedeva che se un clandestino si presenta in ospedale non ha diritto di essere curato». Fini lancia però un avvertimento. «Attenzione a non cadere nell'eccesso contrario, nel pensare cioè che tutti coloro che arrivano in Italia abbiano la possibilità di farlo».

    Lega e Chiesa - Il presidente della Camera accoglie comunque positivamente il chiarimento del Carroccio dopo l'articolo della ". «È positivo che la Lega nord abbia detto 'non se ne discute, il Concordato non c'entra nulla'.
    E ci mancherebbe». «La Chiesa - aggiunge - lancia un messaggio di carattere universale: come si può pensare che abbia un'ottica nazionale? Non si può piegare la Chiesa alla propaganda quotidiana, come se fosse un perenne comizio di periferia quello che viene da una fonte così autorevole».

    Biotestamento - Fini affronta anche la questione "biotestamento" e promette che farà «il possibile per correggere il testo alla Camera». «Non credo che si tratti di favorire la morte - spiega - ma di prendere atto della impossibilità di impedirla, affidando all'affetto dei familiari e alla scienza dei medici la decisione».

    «Non voglio fare nessuna crociata contro i cattolici, per i quali ho il massimo rispetto - afferma - ma chi dice che su queste questioni decide la Chiesa e non il Parlamento per me è un clericale. Io dico di no, spetta al Parlamento decidere». «Ogni cittadino e ogni parlamentare - ribadisce - deve rispondere alla sua personale coscienza.
    Su questioni relative alla vita e alla morte non ci può essere un vincolo di maggioranza o di partito». Ma per l'Udc Fini sbaglia perché «un presidente della Camera non è chiamato a correggere, ma ad agire nel rispetto del suo ruolo istituzionale e a farsi garante della volontà del Parlamento».
    Luisa Capitanio Santolini aggiunge anche che «ci aspettiamo che la Camera possa lavorare tranquillamente e senza alcuna interferenza sul testo uscito dal Senato, nel quale stata trovata la giusta mediazione tra le posizioni per fare una buona legge sul fine vita».

    Gabbie salariali- «Un modo antinazionale», così Fini descrive le gabbia salariali. Un problema che c'è perchè bisogna «cominciare a collegare la produttività alla consistenza dello stipendio». Fini ha ripetuto «di non trovare nulla di disdicevole se c’è una differenza tra il salario di un metalmeccanico a Lamezia e a Savona», ma poi anche per il metalmeccanico di Lamezia «si deve collegare salario a produttività».

    Camere- « Non dall’inizio di questa legislatura ma da tempo c’è un rischio di cortocircuito tra il diritto dell’esecutivo di governare e il diritto del Parlamento che deve controllare, indirizzare, discutere», spiega il presidente della Camera che aggiunge: « serve una approfondita discussione su come rendere la democrazia governante, è una discussione che andrà fatta».

    G8 di Genova- «Come italiano sono stato felice che la Corte Europea abbia detto in modo inequivocabile che Placanica abbia agito per legittima difesa. Mi fa piacere che applaudiate perchè ci ricordiamo quante polemiche ci furono». È il commento di Fini sulla sentenza che ha assolto il carabiniere che uccise Carlo Giuliani durante il G8 nel 2001.

    Fonte: Corriere della Sera.it | vai alla pagina

    Argomenti: parlamento, testamento biologico, Lega Nord, g8 genova, Chiesa Cattolica, immigrazione; sanzioni, Gabbie salariali | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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