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Dichiarazione di Massimo Cacciari

Alla data della dichiarazione: Sindaco  Comune Venezia (VE) (Partito: DL) 


 

«Sinistra ottusa e buonista» - INTERVISTA

  • (27 agosto 2009) - fonte: L'Altro - Colombo Andrea - inserita il 27 agosto 2009 da 31

    Ieri, su questo giornale, il responsabile immigrazione dell’Arci Filippo Miraglia, ha accusato la sinistra di aver collaborato a creare il clima di razzismo che oggi si respira in Italia, accreditando un’immagine falsa e “terrorista” degli immigrati.
    Massimo Cacciari, filosofo e sindaco di Venezia, muove a sua volta critiche aspre alla sinistra, ma di segno contrario.

    Cacciari, la sinistra non ha contribuito ad accreditare una percezione sbagliata del fenomeno immigrazione?

    Che la politica debba tener conto tanto della realtà quanto di come la gente vive e percepisce questa realtà è un’ovvietà. Però la politica deve essere anche capacità di orientare, fi ltrare, metabolizzare gli istinti popolari. E questo a volte non capita, oppure capita che il filtro sia sbagliato.
    E’ stato appunto il caso della sinistra, ma per ragioni opposte a quelle indicate da Miraglia. Quando, quindici-venti anni fa, sono iniziati questi epocali fenomeni di trasformazione della composizione sociale del paese, la sinistra ha creduto di poterli affrontare all’insegna del buonismo internazionalista.
    L’errore è stato pensare che un simile cambiamento potesse verificarsi in maniera indolore, col motto “meticcio è bello”.
    Il meticciamento è un destino, ma la sinistra, una ventina d’anni fa, lo ha affrontato con questa colossale idiozia ideologica per un ritardo culturale prima che politico. Ha pesato un’antropologia ereditata dall’illuminismo, quella secondo cui l’uomo è sempre buono e viene reso cattivo dai meccanismo sociali.
    Cavolate con le quali non saremo mai in grado di affrontare le svolte d’epoca.

    La destra italiana di certo non è caduta nello stesso errore…

    La destra italiana si è precipitata nella politica della paura, tradizionale di tante destre. Invece di adoperarsi per metabolizzare le paure, ci si butta a pesce, fa leva sulla insicurezza dilagante, la cavalca e la esaspera.
    Al contrario, una seria destra europea dovrebbe essere alleata politica razione del centrosinistra nel combattere queste paure. Una destra democratica dovrebbe capire di essere sulla stessa barca del centrosinistra. Purtroppo in Italia la destra è invece dominata dalla politica della paura.

    Con qualche eccezione, però...

    Certo, non è che io non veda l’enorme distanza che c’è tra Fini da una parte e Bossi e Calderoli dall’altra. In questa destra ci sono differenze abissali, è vero. Però ha ragione Franceschini: a dettare l’agenda è la Lega.

    Non c’è il rischio che la sinistra incorra ora nell’errore opposto a quello di vent’anni fa, adottando lo stesso punto di vista della destra?

    Come sempre avviene in casa nostra, c’è una tendenza a procedere in modo impazzito, sbattendo a destra e a sinistra senza mai tenere il centro, che per inciso non equivale affatto alla banale mediocrità. Dunque il rischio di passare dal buonismo all’inseguimento della Lega c’è. Ma credo che abbiamo anticorpi sufficienti per resistere a una politica della paura.

    Ma la politica dei divieti adottata da tanti sindaci, di destra e di sinistra, non porta inevitabilmente alla politica della paura?

    Bisogna distinguere. Ci sono situazioni in cui è ormai inderogabile un intervento anche pesante. In alcuni quartieri si mescolano fenomeni massicci di immigrazione, difficoltà di controllo, criminalità diffusa: lì devi intervenire. Non c’è dubbio. In altri casi devi invece cercare di razionalizzare. E ci sono casi in cui bisogna invece andare dritti sparati: se voglio costruire un villaggio per i Sinti e la Lega mi fucila, io mi faccio fucilare perché lì non è possibile la trattativa.
    Però, insomma, pensare che tra pochi anni il 15-20% della popolazione, in molte regioni del nord, sarà immigrata e che questo possa avvenire in maniera indolore, senza traumi per la popolazione indigena è un abbaglio da anime belle.

    Insomma, pur cavalcando la politica della paura, Maroni qualche ragione ce l’ha…

    Ha ragione quando dice che l’Europa sta scaricando il problema sull’Italia.
    Dobbiamo smetterla con l’ipocrisia e smettere di dire che in Italia si fa questa politica perché c’è la Lega. In Spagna c’è la sinistra al governo, e sono infinitamente più duri di Maroni. La realtà è che l’illuminismo politico proprio non è possibile. Faccio un esempio: è vero che noi espelliamo gente che, per le leggi europee, avrebbe tutto il diritto di restare ad aspettare l’istruttoria per verificare il diritto d’asilo politico, interrogata da un traduttore.
    Non lo si fa perché non lo si può fare. A Venezia ne sono da poco arrivati 70-80, con una sola persona a occuparsi dell’istruttoria. Significherebbe tenerli in attesa per almeno un anno…

    Quanto ha pesato la politica della sinistra in materia d’immigrazione sullo spostamento di una parte della vecchia base del Pci verso la destra nel nord?

    Su questa faccenda potrei raccontare interi romanzi. Ogni volta che vado a qualche dibattito nel vicentino o nel trevigiano incontro persone che ricordavo come funzionari e responsabili del Pci. Vengono, mi salutano, però mi dicono di essere nel frattempo passati alla Lega.
    E non sono casi isolati, sono decine e decine di persone. In alcune aree l’intera base popolare del Pci è passata alla Lega.
    E l’origine di questa frana è la totale incapacità della sinistra di capire le trasformazioni, le nuove professioni, i nuovi insediamenti sociali. Nel vicentino sono gli antichi operai di sinistra che hanno aperto le loro loro fabbrichette, le loro officine e sono passati alla destra grazie ai Visco, grazie all’incapacità della sinistra di capire la nuova composizione di classe.
    Dagli anni ’70 la sinistra ha messo da parte ogni materialismo: va avanti a ideologia, e meno male che eravamo marxisti.
    La valanga dell’immigrazione, della paura dello straniero e poi, con la crisi, della ricerca del capro espiatorio è piombata su questa situazione. Ma avevamo già perso ogni contatto con la realtà produttiva e sociale del Veneto, della Lombardia e questo vale sempre più anche per l’Emilia-Romagna.
    Forse la sinistra si sveglierà quando la Lega sarà al 15-20% anche Firenze. Non è affatto escluso che succeda, perché la base sociale è la stessa delle regioni del nord. La differenza è nel radicamento ideologico e organizzativo della sinistra, ma gli interessi materiali sono identici.

    Non ti sembra però che nel Pd siano ormai diffuse sensibilità vicine alla tua su questi temi?

    Ma sì, qualcuno che ragiona c’è: Bersani, Letta… Ma ho paura che si stiano chiudendo le stalle dopo che i buoi sono scappati. Quando vieni sradicato, prima di ripiantarti ce ne vuole.

    Fonte: L'Altro - Colombo Andrea | vai alla pagina

    Argomenti: immigrazione, sinistra, lega, sindaco di Venezia | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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