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Dichiarazione di Umberto BOSSI
«Nell'agenda delle riforme anche una revisione di Concordato e Patti Lateranensi»
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(27 agosto 2009) - fonte: L'Altro - Rina Gagliardi - inserita il 27 agosto 2009 da 31
«Se i rapporti fra lo Stato e la Chiesa andranno avanti lungo questa deriva, ossia le gerarchie ecclesiastiche proseguiranno in questa politica marcatamente interventista nei confronti delle decisioni e degli orientamenti della politica e delle istituzioni al di là di ogni ragionevole confine di neutralità delle rispettive sfere di intervento, bisognerà inserire nell'agenda delle riforme anche una revisione di Concordato e Patti Lateranensi.
Non ci pare il caso».È il passaggio cruciale dell'editoriale di ieri della Padania - tono e stile, quasi cavourriano, o liberal-risorgimentale - dal significativo titolo "Strane ingerenze ideologiche in uno Stato laico".
In breve: tra Lega Nord e Chiesa cattolica, ormai è guerra aperta, e in questa occasione, è il caso di dire, le parole sono pietre. Dopo gli insulti tra il ministro Calderoli e Monsignor Vigliò, dopo l'ultima sortita di Bossi (che ha definito "senza senso" le parole del Vaticano sui migranti lasciati morire in mare e ha invitato il medesimo ad aprire le sue porte ai "clandestini"), ora la minaccia della Lega è, nientemeno, che la revisione (o la denuncia?) del Concordato. Non andrà avanti, si suppone, ma un certo effetto lo fa.
Il tutto accade - si badi bene - alla vigilia dell'incontro tra Berlusconi e il cardinal Bertone alla Festa aquilana della Perdonanza (storica istituzione di Celestino V), con il Cavaliere impegnato da vari mesi a recuperare un buon rapporto con le gerarchie ecclesiastiche, che non gli risparmiano nulla sul suo "stile di vita".
Infatti per il centrodestra ci ha pensato Maurizio Lupi a chiedere a Bossi di "abbassare i toni" e di smetterla di indossare i panni dell'anticlericalismo da giovane Pannella.Insomma, dalle parti del centro-destra devono essere alquanto preoccupati. Il fatto è che questa Lega "di lotta e di Governo" va dritta per la sua strada: è tutta l'estate che occupa la scena, certo approfittando anche dell'appannamento politico del premier, s'inventa una battaglia o una proposta al giorno, semina idee e cultura.
A suo modo, s'intende, cioè sulla base di posizioni quasi sempre, nel merito, pessime o anche devastanti, ma dimostrando nei fatti di essere l'unica forza che, in questo paese, fa politica con determinazione e, ahimé, crescente successo.In questa ultimissima circostanza, siamo poi al massimo della furbizia: nello scontro con la Chiesa, la Lega "coniuga" una causa pessima, come l'odio per i migranti, con una causa di sinistra, la rivendicazione della laicità dello Stato. Con tanto di robusto invito al Vaticano di smetterla di impicciarsi della cose, insomma della politica italiana - quante volte, noi di sinistra, l'abbiamo gridato, proposto, agitato?
Nella fattispecie, non c'è dubbio dove stia il torto: sta tutto dalla parte della Lega, che della crociata, anche ideologica, contro l'"invasione dei clandestini", ha fatto una delle sue autentiche bandiere - forse la sua bandiera principale.
Di più: di fronte ai settanta eritrei morti in mare, per colpa delle loro leggi, hanno davvero dato prova, i leghisti, di cinismo e anche di un po' di crudeltà.
(La "realpolitik" e anche la "sicurezza" non c'entrano quasi niente se è vero, come ben sa il ministro Maroni, che stiamo parlando di una percentuale molto bassa dell'immigrazione clandestina, quella via mare, che arriva sì e no al 15 per cento di quella totale).La sola forza che si è opposta con vigore e vera passione a questa politica (e a questa ideologia) è stata la Chiesa cattolica: un caso di benedetta ingerenza, anche di fronte alla tiepidezza della reazione della sinistra e del mondo democratico, se mai ancora sussiste. Oltretutto, quando interviene sulle questioni dell'immigrazione e chiama in causa i valori dell'accoglienza, della carità e della pietà, la Chiesa non fa altro che esercitare onestamente il suo mestiere - adempie alla sua funzione, per così dire, "naturale".
E quindi come la mettiamo, noi di sinistra, noi laici? Come facciamo a dire "brava" alla Lega, che minaccia di fare una cosa giusta - la denuncia del regime concordatario che dà alla Chiesa cattolica inauditi privilegi economici e culturali - brandendo una ragione odiosa come il razzismo e la persecuzione dei clandestini? Forse, c'è qui una perfetta metafora della nostra sconfitta e delle nostre impotenze attuali.
Da una parte, c'è la crisi della Chiesa cattolica - ma è una crisi che si consuma "da destra", non certo da sinistra (e nemmeno dal centro), dall'altra la montante aggressività di una destra intelligente, la Lega, che non ha paura dellle proprie cause e le porta avanti, a "dispetto di Dio e dei santi", è il caso di dire.
E che è perfino capace, con un classico procedimento gramsciano di "rivoluzione passiva", di appropriarsi là dove e serve, anche a sinistra, di idee e posizioni. In altre parole, la Lega di Bossi pratica la propria autonomia politica anche attraverso un incessante revisionismo politico-ideologico: ciò che le consente di essere non solo il motore più attivo del centro-destra, ma la vera "testa d'uovo" della maggioranza attuale.Del resto, non ci ha "rubato" da un bel pezzo i voti degli operai del Nord? Non passa con disinvoltura dall'antiislamismo fanatico all'anticlericarismo ottocentesco? Non riscopre le bellezze della comunità territoriale, dialetti compresi, di cui anche noi tante volte abbiamo parlato con ammirata trepidazione? Forse, urge una riflessione di fondo, prima che sia troppo tardi. Dall'altra parte, c'è la Chiesa cattolica: la quale, più diventa un soggetto minoritario e una forza spiritualmente in declino, più accresce le sue pretese, chiamiamole così, "materiali".
La Chiesa dell'assistenza e della carità cristiana, la Chiesa pro-lavoro e pro-migranti convive oggi, vale a dire, con un forte spirito "neotemporalistico" e una rilevante smania di potere. Qui sta una parte sostanziosa del problema: le alte gerarchie ecclesiastiche (anche loro approfittando dello scarso appeal del Papa) non rinunciano a fare politica. E lo fanno a tutto campo: vorrebbero dallo Stato (dal Parlamento e dalle istituzioni) una vera e propria delega all'amministrazione dei problemi così detti etici. Ennesima prova della pericolosità di questa dimensione: nei problemi così detti etici, c'è tutto, dall'aborto alla finevita, dalla libertà di orientamento sessuale all'imposizione della dottrina cattolica nelle scuole, dalla scienza all'immigrazione.
E anche per questo il Vaticano è destinato a cadere in contraddizioni flagranti: appoggia il Cavaliere, per scoprire che "non è un santo" e corrompe le giovani generazioni; appoggia di fatto la Lega, nella campagna omofoba, per poi scoprire che la Lega nutre "disprezzo" nei confronti di tutte le diversità; appoggia tutti i governi possibili, a patto che sgancino soldi e consentano quella vera e propria truffa legalizzata che è l'otto per mille.
Davvero, tra una destra politicamente sempre più forte e una Chiesa così conciata, siamo proprio presi in trappola. Dubbio finale: che tutto questo accada perché, in questo paese, non c'è proprio più traccia di ciò che chiamiamo sinistra?
Fonte: L'Altro - Rina Gagliardi | vai alla pagina » Segnala errori / abusi