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Dichiarazione di Gianfranco FINI
«Sul biotestamento ogni deputato è libero»
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(24 settembre 2009) - fonte: Il Gazzettino - inserita il 24 settembre 2009 da 31
Gianfranco Fini chiede ai deputati di votare sul biotestamento senza vincoli di partito.Il presidente della Camera garantisce ai radicali un voto «in coscienza». Ma nel Pdl i cattolici non vogliono cambiare la norma già approvata.
Venti parlamentari di maggioranza scrivono a Berlusconi: no alla legge che impone idratazione e alimentazione forzate.
Alla Camera sul testamento biologico ciascuno potrà votare «in piena libertà di coscienza». È l'impegno che il presidente della Camera Gianfranco Fini torna a ribadire nel giorno in cui il quotidiano "Il Foglio" pubblica la lettera indirizzata al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi da 20 deputati del Pdl, molti dei quali di chiara ascendenza "finiana". E acquista così ufficialmente forza il fronte parlamentare che chiede si faccia un passo indietro rispetto alla legge approvata al Senato.
In mattinata, nel suo studio di Montecitorio, Fini incontra una delegazione radicale. I rappresentanti delle associazioni "Luca Coscioni" e "A buon diritto" gli mostrano i 3.300 biotestamenti raccolti in meno di due mesi attraverso una iniziativa on-line. E il presidente della Camera esprime loro «con determinazione» il suo impegno «a garantire che l'imminente dibattito si svolga con la massima serenità e pacatezza, in un clima scevro da pregiudizi e in cui la libertà piena di coscienza di ogni singolo parlamentare sia interamente rispettata».
«Io ho sempre detto che su argomenti come questi non può esserci che libertà di coscienza», condivide il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli. «L'unica cosa di cui non abbiamo certamente bisogno - sottolinea il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi - è riproporre, su questo tema, inutili divisioni e scontri ideologici».
Ma se al momento il tono del dibattito non è quello acceso di uno scontro ideologico, le divisioni ci sono e sono profonde. Da un lato c'è chi è sostanzialmente favorevole alla legge approvata dal Senato, con il divieto di interruzione di idratazione e alimentazione. E si dichiara perciò al più disponibile, come il cattolico Lupi, a «miglioramenti» attraverso «piccole modifiche». Dall'altro lato chi, sulla linea delle posizioni espresse da Gianfranco Fini, chiede che si faccia un passo indietro e si approvi una legge che ponga soltanto i limiti da tutti condivisi (no ad eutanasia e accanimento terapeutico), affidando per il resto le decisioni nei singoli casi all'alleanza terapeutica tra medico e paziente.
È questa la posizione espressa nella lettera indirizzata da 20 deputati del Pdl a Silvio Berlusconi. Tra i quali, a sorpresa, non figurano solo parlamentari "finiani doc" (da Giulia Bongiorno a Flavia Perina). Ma compaiono anche nomi come quelli del liberale Antonio Martino e del berlusconiano Giorgio Stracquadanio. Oltre alle sottoscrizioni di qualche cattolico, come il «cattolico molto integralista» Mario Baccini.
Del resto, mentre Giuseppe Calderisi (Pdl) sul piano giuridico evidenzia l'incostituzionalità della legge approvata dal Senato, anche il filosofo cattolico Giovanni Reale definisce «molto saggia» la posizione di Fini. E, dall'opposizione, la lettera raccoglie consensi espliciti nel Partito democratico, con il plauso della capogruppo in commissione Affari sociali Livia Turco.
Mentre il segretario Dario Franceschini, esprime una posizione personale non lontana da quella dei 20 pidiellini: «Non si può imporre con la forza alimentazione e idratazione come norme di legge. Lo Stato deve fermarsi fuori dalla camera» del malato.Insomma, secondo Barbara Pollastrini (Pd), adesso «si è aperto un varco». Anche se le cose non paiono così semplici. Il fronte "cattolico" resta numeroso, forse maggioritario. E nella commissione Affari costituzionali è rappresentato da diversi esponenti, a partire dal relatore Domenico Di Virgilio, che si è già detto contrario a cambiamenti radicali della norma. Uno scontro, quando si entrerà nel vivo dell'esame del testo, appare inevitabile.
E intanto la Lega prosegue la sua diplomazia vaticana. Dopo l’incontro col presidente della cei, Orazio Bagnasco, ieri Bossi, insiema a una delegazione leghista di cui faceva parte, oltre ai parlamentari Bricolo, Cota e Mauro, anche suo figlio Renzo, è stato ricevuto dal Segretario di Stato cardinale Tarcisio Bertone.
Fonte: Il Gazzettino | vai alla pagina » Segnala errori / abusi