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Dichiarazione di Giuseppe FIORONI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

«Aborto, Berlusconi ha mentito ai cattolici» - INTERVISTA

  • (24 settembre 2009) - fonte: Il Mattino - Teresa Bartoli - inserita il 24 settembre 2009 da 4110

    «Il problema non è l’indagine conoscitiva ma Berlusconi e le sue bugie al mondo cattolico. Parliamo di uno strumento che non è fatto per decidere ma documentarsi. Le decisioni spettano ad altri, che le hanno già prese. È l’ennesima strumentalizzazione del nulla»: Giuseppe Fioroni, cattolico del Pd, sostenitore di Franceschini, getta acqua sul fuoco. Ma poi attacca Bersani - «no alla coscienza collettiva» - e Rutelli: «Le maggioranze di governo non si cercano sulla vita e la morte».

    Su quel nulla il Pd si sta dividendo.

    «Un’indagine conoscitiva è lo strumento con cui il parlamento acquisisce conoscenze su temi complessi, ma nessuna indagine può incidere su competenze che sono, a livello nazionale e internazionale, esclusivamente di altri organismi. Per questo fare una tempesta in un bicchier d’acqua significa solo fare un favore ad una maggioranza e ad un governo che ancora una volta hanno mentito e promesso ciò che non potevano promettere».

    A cosa si riferisce?

    «Il parlamento non può fare ricette e prescrivere farmaci. Questo, in tutti i paesi civili, spetta agli organismi tecnico-scientifici ed infine al ministero della Sanità. Berlusconi e il governo hanno detto bugie e fatto promesse al mondo cattolico, sul non utilizzo della Ru486, che non potevano fare. Il problema dunque riguarda chi ha detto bugie e pone un interrogativo a tutti coloro che ancora una volta si sono fidati».

    Sarà pure colpa del governo. Ma il Pd sul tema ha i nervi scoperti.

    «Su temi come la biopolitica si deve realizzare un virtuoso connubio tra senso del limite della politica e responsabilità di chi deve decidere. Sapendo che è meglio avere dubbi e riflettere, che vivere di finte certezze».

    Franceschini ha detto che si discute e ci si divide, ma alla fine, si decide: si vota e la libertà di coscienza copre il disagio che chi non si riconosce nella maggioranza...

    «Su temi di cui è difficile anche fare l’agenda, alla quale il progresso della scienza e della tecnica aggiunge ogni giorno nuovi temi, un partito deve avere la propria opinione. Ma è anche vero che nessun partito può pretendere che con la tessera si acquisisca un pensiero unico su di essi. Quelli in cui il partito decideva per tutti sono stati tempi bui. E la libertà di coscienza nasce dall’interpretazione della complessità dei nostri cittadini e dei nostri elettori che su questi temi pretendono di decidere con la propria coscienza. Già per ciascuno di noi è difficile fare i conti con la propria, figuriamoci se si può evocare la categoria della coscienza collettiva».

    Ce l’ha con Bersani?

    «Io discuto con Bersani perché temo, dietro il dibattito sul partito solido, che condivido, la riedizione del partito solito: un partito che vive più di ricordi, ossessionato dalla sua provenienza e quindi di ex, che dalla sfida del dove andare insieme costruendo oggi il senso della nostra storia. Il Pd non abbiamo scelto di farlo per passare la nottata ma perché abbiamo capito che le nostre storie, che amavamo profondamente, avevano perso senso e smalto agli occhi dei cittadini. È impensabile che un partito di due anni veda il proprio futuro tutto definito nel suo passato: ad un figlio di due anni non diremmo mai ”la tua vita e il tuo futuro sono nella storia dei tuoi genitori”. O di uno di loro. E ancora...».

    Ancora a Bersani?

    «Col congresso dobbiamo vincere la grave malattia che ci affligge da sempre, quella per cui i nostri leader non si sono dimessi spontaneamente ma spintaneamente, mandati a casa non dagli elettori ma dai nostri anticorpi. In una vocale - ”i” e non ”o” - c’è il male da debellare. Non possiamo continuare a cercare le facce giuste per i tempi difficili, per poi, tornato il sereno, veder tornare i soliti noti».

    Bersani invoca la coscienza collettiva. Rutelli invece svia dal percorso indicato da Franceschini - discussione e voto - e cerca sui temi etici una maggioranza diversa con Casini e Fini...

    «Le maggioranze di governo non si fanno sull’ossessione della sala parto o della rianimazione ma sui novant’anni di vita media che ogni giorno i cittadini aspettano di vivere con dignità per le scelte di chi li deve governare».

    Fonte: Il Mattino - Teresa Bartoli | vai alla pagina

    Argomenti: cattolici, bio-etica, congresso pd, Bersani Pier Luigi, deputati, Ru486 | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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