-
» Sicilia. «Presentato il ddl che blocca le concessioni edilizie, fino al nuovo Piano regionale di assetto idrogeologico»
Giovanni ARDIZZONE in data 15 ottobre 2009
-
» Grandi opere. «Folle pensare allo stretto di Messina».
Elisabetta ZAMPARUTTI in data 14 ottobre 2009
-
» «Per colpa della litigiosità del centrodestra si continua a tenere bloccata l’approvazione del Piano regionale di tutela delle acque»
Lucio TIOZZO in data 09 ottobre 2009
-
» "Per la difesa del suolo i soldi sono finiti" - INTERVISTA
Stefania PRESTIGIACOMO in data 03 ottobre 2009
-
» «Quella di Messina è una strage annunciata che ha dei responsabili che devono essere individuati e puniti in modo esemplare».
Sonia ALFANO in data 03 ottobre 2009
-
» «E' aria da mobilitazione. Le relazioni di potere tra i potenti del mondo non risolveranno i problemi né dell’economia né del clima. Sosteniamo la ripresa di una nuova stagione di mobilitazione dell’opinione pubblica e dei movimenti»
Pier Paolo CENTO in data 27 settembre 2009
-
» «Il Governo privatizza l’acqua che è un un bene pubblico, non del mercato».
Luigi de MAGISTRIS in data 25 settembre 2009
-
» «Quella nave è una bomba tossica, il governo dorme» - INTERVISTA
Silvio GRECO in data 24 settembre 2009
-
» «E' imbarazzante il tentativo di Berlusconi di rinegoziare sotto banco le quote di Co2 assegnate all'Italia»
Sandro GOZI in data 24 settembre 2009
-
» " Trasformare il vecchio Polo dell’incenerimento in un nuovo Polo del riciclaggio"
Giocondo TALAMONTI in data 21 settembre 2009
-
» Interrogazione. Nubi acri notturne nella conca ternana.
Enrico MELASECCHE GERMINI in data 16 settembre 2009
-
» Questione pinete dei Lidi. Precisazioni.
Marcella ZAPPATERRA in data 13 settembre 2009
-
» Mozione: Incentivi per pannolini lavabili
Stefano Careddu in data 11 settembre 2009
Dichiarazione di Luigi de MAGISTRIS
«Il Governo privatizza l’acqua che è un un bene pubblico, non del mercato».
-
(25 settembre 2009) - fonte: Micromega da luigidemagistris.it - inserita il 25 settembre 2009 da 31
Seminerà più sofferenza e vittime dei conflitti per il controllo del petrolio e del gas, perché la popolazione planetaria cresce e i cambiamenti climatici rendono l’acqua una risorsa preziosa e sempre meno disponibile. Così la guerra per l’oro blu rischia di diventare il prossimo terreno di scontro fra Nord e Sud del mondo, causa di migrazioni dei popoli, origine della discriminazione sociale anche nel mondo sviluppato tra chi potrà accedervi e chi ne resterà privo.Per questo è indispensabile respingere fin da oggi la lunga e pericolosa mano del mercato, il suo tentativo di controllare e speculare su un bene tanto prezioso quanto raro. Contrastare, quindi, ogni forma di privatizzazione dell’acqua, diffondendo il principio che l’acqua è un diritto e come tale va considerato un bene comune, da garantire a tutti e da tutti gestita.
Una battaglia che coinvolge anche il nostro Paese, dove i tentativi di privatizzazione, che rispondono a livello locale al bisogno delle amministrazioni di fare cassa, devono essere respinti. Così come da respingere è l’azione del Governo, che in occasione del Cdm, lo scorso 9 settembre, ha varato le modifiche all’articolo 23 bis della Legge 133/2008 all’interno di un decreto legge per l’adempimento degli obblighi comunitari. Figlio dell’accordo tra il ministero degli Affari regionali e della semplificazione della legislatura, cioè di Fitto e Calderoli, con la benedizione ovviamente di Confindustria, queste modifiche riguardano l’affidamento dei servizi pubblici locali e stabiliscono che la gestione di questi stessi servizi veda protagoniste, attraverso bandi di gara, società miste, il cui socio privato deve possedere non meno del 40% ed essere socio industriale con compiti di gestione operativa.
Tradotto in parole semplici: anche l’acqua è sottratta alla gestione pubblica e affidata al mercato, quindi possibile forziere di arricchimento e speculazione privata. Una scelta grave, compiuta nel silenzio mediatico e politico, coperta dal Governo attraverso l’abito mistificatorio del decreto legge, che aveva come unico fattore di urgenza quello di rendere subito l’acqua non più un bene di tutti ma patrimonio di pochi, funzionale al loro arricchimento.
Di questa decisione il Governo deve rendere conto e per questo ho deciso di presentare al Parlamento europeo un’interrogazione sul tema. Nel 2006 proprio Bruxelles ha approvato una risoluzione che afferma che “l'acqua è un bene comune dell'umanità e come tale l'accesso costituisce un diritto fondamentale della persona umana”. Nel marzo 2007, sempre a Bruxelles, si è riunita l'Assemblea mondiale dei cittadini e degli eletti per l’acqua ed è stata approvata una lettera rivolta a tutti i capi di stato e di governo del mondo, a tutti i presidenti dei parlamenti nazionali e sovranazionali e ai membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per richiedere un impegno sul tema.
La battaglia per l’acqua come bene pubblico e diritto universale, in Italia e in Europa ma anche nel resto del Pianeta, è uno dei tasselli essenziali per costruire “un altro mondo possibile”. Cominciando appunto dal nostro Paese, dove le forze politiche devono unirsi nella richiesta all’esecutivo di cancellare le modifiche alla legge 23 bis; dove le amministrazioni locali, in particolare i comuni, devono dichiarare l’acqua bene di tutti e privarla di rilevanza economica, scegliendo di affidarla alle aziende pubbliche ad esclusivo capitale pubblico, così come dovrebbe fare il Governo.
In Commissione Ambiente della Camera, infine, è stata depositata una Legge di iniziativa popolare per una gestione pubblica dell’acqua che ha raccolto 400mila firme. Che fine ha fatto e perché continua a riposare dimenticata in Commissione, quando in Italia l’acqua scarseggia e in Sicilia è già oggetto di razionamento ma soprattutto di controllo mafioso?
Sul tema l’Italia dei Valori ha presentato recentemente una mozione in Parlamento per chiedere al Governo di tutelare i diritti dei cittadini perché l’acqua sia rispettata come bene inalienabile e indisponibile, soprattutto da parte delle lobby e delle multinazionali, insomma del mercato.
L’acqua è stata indicata nel settembre 2007 dall’Onu come un diritto umano, estensione del diritto alla vita. Non siamo quindi soli in questa battaglia: forum e associazioni non solo esistono ma lavorano già da tempo per riconsegnare l’accesso e il controllo idrico alla comunità. Forse il Wto o il Fondo monetario internazionale, forse Confindustria o la filosofia della deregulation selvaggia ci remano e remeranno contro, ma è una sfida che si può vincere. Anzi, si deve vincere.
Fonte: Micromega da luigidemagistris.it | vai alla pagina » Segnala errori / abusi