Dichiarazione di Michele VIANELLO

Quando è stato nominato direttore generale del Parco scientifico e tecnologico Vega, Michele Vianello si trovava a Roma, dove è intervenuto in qualità di relatore ad un seminario si Internet e turismo. Un tema a lui molto caro e che lo ha portato alla ribalta nazionale e internazionale grazie alla piattaforma di e-commerce pubblico "Venice connected" e al progetto di rete a banda larga gratis per tutti i residenti di Venezia.
«C’erano operatori turistici e multinazionali informatiche e amministrazioni locali. Il nostro sistema di prenotazioni on line è una cosa ambita e può essere venduto ad altre città tranquillamente».

Va bene, va bene, però non è questo il tema del giorno. Da chi ha saputo della nomina?

«Mi ha avvertito un amico che lo aveva visto pubblicato sul sito del Vega. Poi ovviamente mi hanno chiamato il presidente e altre persone».

Non si tratta però di una sorpresa. Se ne parla da mesi come un fatto scontato, ma lei non ha mai detto nulla.

«Sono un uomo molto prudente, l’esperienza mi ha insegnato che nella vita non si deve dare nulla per scontato. E poi è vero: ci contavo molto, ma non era una cosa scontata».

Domani (oggi per chi legge, ndr) sarà in giunta a formalizzare le dimissioni da vicesindaco. Come se ne va dal Comune? Sbattendo la porta o con il sorriso tra le labbra?

«Sono un uomo felicissimo, che ha ottimi rapporti con tutti. Semplicemente cambio. Succede che nella vita si cambi. Io lascio la politica e mi dedico ad altro».

Per sempre?

«O si fa una cosa o si fa l’altra. Chi ricopre un ruolo istituzionale e di garanzia, e il direttore del Vega è uno di questi casi, non fa più politica. Certo, avrò sempre le mie opinioni, ma la politica attiva la lascio a qualcun altro. Ho fatto il parlamentare e per anni l’amministratore. Ora cambio».

Adesso che se ne va, la questione dei taxi rimane incompiuta.

«Niente affatto, perché la scelta è della giunta, non mia e la giunta continuerà a portare avanti ciò che ha approvato. Le persone sono solo degli strumenti».

Ci sono cose che devono essere completate?

«Mi fermo qui, con il sindaco non ho ancora parlato».

Veniamo allora al Vega, un ente dalle grandi potenzialità ma anche dai grandi problemi.

«Entro con grandissimo entusiasmo e con grande spirito di servizio nei confronti di presidente e azionisti con modestia e grande spirito di disponibilità. Contemporaneamente entro apportando importanti, anche se differenti, esperienze accumulate e una rete di relazioni che tanti nemmeno si sognano».

L’informatica è stata sempre un suo chiodo fisso in Comune. E al Vega?

«Voglio portarla lì dentro, nel senso di nuove idee, perché l’informatica è una ricchezza anche per il Parco scientifico e tecnologico. È una cosa che offro con grande senso di disponibilità. È la mia passione. Guardi, avrei potuto scegliere tra decine di aziende o enti e ho ricevuto anche molte offerte da privati. Sarei potuto andare altrove, ma qui c’è margine per sviluppare ulteriormente la mia professionalità».

Come farà con l’evento "Veneziacamp 2009" all’Arsenale?

«Ci sarò. Anche perché sarà organizzata assieme ad Expovenice, di cui Vega è azionista».

Ha qualcosa da dire a chi criticava la sua candidatura?

«Assolutamente no. Sono una persona che ha stile».

Fonte: Il Gazzettino - Venezia | vai alla pagina

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