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«Solo una buona notizia: il no di Fini a usare il lodo Alfano» - INTERVISTA
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(03 ottobre 2009) - fonte: Liberal - Franco Insardà - inserita il 03 ottobre 2009 da 31
«Oggi si arriva a occupare certe posizioni in modo del tutto casuale o basandosi su rapporti amicali. Per non dire di peggio».«Il gesto di Gianfranco Fini, è una lezione di etica pubblica». È il giudizio positivo dell'ex presidente della Camera, Luciano Violante, sulla decisione di Fini, alla quale ha risposto il pm Henry John Woodcock rimettendo la querela.
Un gesto simile può riqualificare le istituzioni?
Non c'è dubbio. Non so se risolve, ma aiuta tutti coloro che lavorano per costruire un rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni.
Ritiene che Fini abbia voluto marcare una distanza dalla sua maggioranza?
Credo che abbia fatto quello che riteneva giusto fare. Se ci siano altri scopi bisognerebbe chiederlo a lui. Lo apprezzo come atto di dignità politica.
Il presidente Napolitano ha dichiarato di avere nostalgia per il tempo in cui il confronto politico era anche aspro, ma civile e rispettoso.
Purtroppo siamo passati dall'era dei grandi nemici "esterni", il capitalismo e il regime sovietico, alla fase dei nemici "interni". Prima i grandi nemici erano fuori e all'interno ci si combatteva rispettosamente. Oggi si è amici di Putin, ma in Italia...
Ma il comunismo oggi non c'è più e il capitalismo si è modificato.Quindi?
Crollati quei nemici esterni sono subentrati quelli interni. E tra i primi c'è l'avversario politico e questo determina un minore dialogo rispetto ieri. È un meccanismo diabolico, ma purtroppo è così.
Questo imbarbarimento è legato al venir meno della contrapposizione ideologiche?
Direi piuttosto a una scarsa fiducia nei propri valori da parte di tutti che porta a rifiutare qualsiasi confronto. Fare politica significa anche sforzarsi di capire le ragioni dell'altro.
Questa situazione attuale dipende anche da una classe politica poco selezionata?
Il problema è che i partiti non fanno più educazione civile né al proprio interno né fuori. Per cui nella vita politica oggi si arriva a occupare certe posizioni in modo del tutto casuale o basandosi su rapporti amicali con le oligarchie dei partiti. Per non dire di peggio...
E quindi?
Tutto questo priva la rappresentanza politica di una sua forza e di una sua autorevolezza. L'unico partito che fa una selezione basata sull'esperienza politica è la Lega, i cui deputati hanno un passato da amministratori capaci. Hanno, cioè, fatto le loro esperienze sul campo.
Lei critica l'attuale legge elettorale che consente a una oligarchia di scegliere i parlamentari e riduce notevolemente il ruolo del Parlamento.
La prima cosa da fare è una nuova legge elettorale, proprio per evitare la costruzione di oligarchie nei partiti e nelle istituzioni. Spero che il Partito democratico, dopo il congresso, ponga il cambio della legge elettorale al primo posto del suo programma per le riforme istituzionali.
È appena uscito il suo nuovo libro "Magistrati"nel quale si criticano degli atteggiamenti di alcuni suoi ex colleghi. È un po' singolare per uno come lei considerato il capo del "partito delle toghe", o no?
Giusto per sgombrare il campo dagli equivoci nel libro ho pubblicato un articolo del 1993, in piena Tangentopoli, nel quale avevo parole molto dure contro il cosiddetto governo dei giudici e non ho mai cambiato opinione. Si sono costruiti dei miti della politica su di me che sono delle autentiche stupidaggini.
C'è, quindi, bisogno di una riforma della giustizia?
Penso che occorrano due tipi di intervento: uno di carattere morale, sia da parte dei politici sia dei magistrati, e l'altro di tipo legislativo. Ma le leggi senza una riforma morale della politica e della magistratura non risolvono questa situazione.
Un richiamo alla morale che viene da più parti.
La globalizzazione ha sconvolto i principi dell'etica pubblica, ma anche di quella privata. Si avverte la necessità forte di ricostruire un tessuto etico.
Ritiene che ci siano le condizioni per questo cambiamento?
Oggi, purtroppo, l'unico parametro al quale si fa riferimento è quello riferito alla legge: è consentito, non è permesso. Ma esistono comportamenti che possono essere adottati indipendentemente dalla legge. L'esempio del presidente Fini ne è una conferma. Poteva avvalersi del lodo Alfano e dal punto di visto giuridico la sua posizione era ineccepibile. Invece ha fatto prevalere i principi di etica pubblica.
Fonte: Liberal - Franco Insardà | vai alla pagina » Segnala errori / abusi