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«Quella di Messina è una strage annunciata che ha dei responsabili che devono essere individuati e puniti in modo esemplare».
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(03 ottobre 2009) - fonte: Terra - Elena Di Dio - inserita il 05 ottobre 2009 da 31
Bastavano poche azioni e mirati interventi per evitare la tragedia. Ma si pensa solo alle grandi opere che non servono.Proseguono i soccorsi e le polemiche sulla fragilità del territorio ferito. A settembre due nubifragi misero già in ginocchio interi paesi.
Anche il dirigente generale della Protezione civile siciliana, Salvatore Cocina, è sui luoghi del disastro. E se anche oggi è il giorno dei soccorsi, le prime polemiche sul dissesto idrogeologico del territorio messinese cominciano a emergere.
Le parole più dure sono dell’eurodeputata dell’Idv, Sonia Alfano: «Quella di Messina è una strage annunciata che ha dei responsabili che devono essere individuati e puniti in modo esemplare. Voglio sapere - ha aggiunto - se il Comune di Messina si è dotato di un piano di protezione civile e di un piano di emergenza per affrontare le fragilità già note del suo territorio e come la stessa amministrazione giustifica quanto avvenuto. Per andare fino in fondo alla questione, investirò della cosa anche il nostro gruppo al Parlamento nazionale perché venga fatta piena chiarezza su quanto si sarebbe potuto fare e non si è invece fatto».
Singolare che a chiederlo sia proprio la Alfano, dirigente della Protezione civile regionale fi no a qualche mese fa in servizio a Palermo, dove nel novembre del 2007, il Genio civile di Messina ha trasmesso un elenco di opere indifferibili da realizzare in quei territori per evitare il ripetersi di frane e smottamenti, che già nell’ottobre del 2007 avevano colpito proprio la frazione di Giampilieri. Come conferma l’ingegnere capo del Genio civile, Gaetano Sciacca: «Abbiamo presentato un piano preciso. Nulla è stato fatto. In più la Protezione civile regionale che non ha mai stanziato soldi ai Comuni al centro di questi eventi eccezionali già in passato, aveva predisposto dei piani di intervento proprio per quella zona costiera. Inattuati».
Il sindaco di S. Alessio Siculo, altro paese, più a sud dell’area di 3,5 km devastata dall’alluvione di ieri, rilancia il tema delle vie di fuga: «Lo scorso 16 settembre alla Provincia di Messina, dopo che il mio comune era stato gravemente danneggiato dal nubifragio del 14 settembre e dopo quello del 24 - spiega Giovanni Foti - ho chiesto al consorzio delle autostrade siciliane di rendere accessibili nuovi varchi d’accesso alle bretelle autostradali che cingono dall’alto tutti i comuni costieri. La conformazione urbanistica dei nostri paesi è fatta di stradine strette che si ingorgano con estrema facilità, senza contare le frane che poi bloccano il passaggio. L’apertura di varchi attraverso aree ora inaccessibili sarebbe una valvola di sfogo importante per il traffico nelle situazioni di emergenza».
L’autostrada Messina-Catania è stata chiusa, invasa anch’essa dai detriti di fango e alberi caduti dalle montagne dove la vegetazione esistente non è riuscita a drenare il terreno: proprio la scorsa settimana l’assessore ai Lavori pubblici della Regione siciliana, il messinese Nino Beninati ha concesso al consorzio delle autostrade siciliane 18 milioni di euro per la messa in sicurezza di questo tratto autostradale che adesso tutti chiedono sia reso sicuro proprio per far fronte al caos delle emergenze divenute una triste statistica.
«Fra la fine di settembre e gli inizi di ottobre - dichiara il metereologo messinese, Samuele Mussillo - è statistico che cadano sulla città fra i 150 e 225 millimetri di acqua. Eventi eccezionali come quello di oggi si sono già verificati nel 1996, nel 1998, nel 2007 e oggi con l’epilogo tragico che stiamo vivendo». La soluzione? «È a portata di mano incalza l’ingegnere Sciacca - bastano pochi interventi in alcuni casi, il ripristino dei corsi d’acqua per una corretta raccolta e delle funzionalità idrauliche dei versanti che vanno consolidati. A quest’area non servono grandi infrastrutture ma mettere in sicurezza territori aggrediti dalla nostra mano».
Fonte: Terra - Elena Di Dio | vai alla pagina » Segnala errori / abusi