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Dichiarazione di Giulia BONGIORNO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FLI)  - Pres. commissione Giustizia Camera


 

«Giustizia, la riforma sia condivisa. No ai pm sottoposti al governo» - INTERVISTA

  • (14 ottobre 2009) - fonte: Corriere della Sera - Virginia Piccolillo - inserita il 14 ottobre 2009 da 31

    Riforma della giustizia sì, ma condivisa e nel solco delle indica­zioni del capo dello Stato, che ponga al centro il cittadino e non il potente di turno. Separazione delle carriere di giu­dici e pm sì, ma «innalzando un muro» contro la possibilità che il pm finisca sotto il controllo dell’esecutivo. Giulia Bongiorno, avvocato, presidente della commissione giustizia alla Camera e al­ter ego di Gianfranco Fini su questi te­mi, fissa dei paletti.
    Un limite da non oltrepassare dopo la bocciatura del Lo­do Alfano.

    Quale?

    «La riforma della giustizia non solo va fatta. Ma credo sia urgente. Però deve essere organica, non a 'macchia di leopardo'. Ma soprattutto fatta per tutti»

    In questo momento però tutti par­lano di uno.

    «Il dibattito è centrato su Silvio Ber­lusconi, ma la riforma deve essere per tutti. E avere una caratteristica: andare oltre questa legislatura».

    E quindi?

    «Dobbiamo ridurre i tempi del pro­cesso senza diminuire le garanzie. Senza sacrificare 'pezzi' di giustizia: ad esempio togliendo un grado di giudizio».

    Senza sacrificare l’obbligatorietà dell’azione penale?

    «Certo. E’ vero che ora non viene ri­spettata dai magistrati. Un po’ per il troppo carico di lavoro, un po’ (per dir­la malignamente) perché scelgono. Ma dobbiamo renderla effettiva, non ri­nunciarci».

    E la separazione delle carriere?

    «Sono favorevole. Per me il giudice è una sorta di sacerdote. Ne ho un ri­spetto enorme e vorrei che fosse davve­ro indipendente. Vorrei che avesse una formazione migliore e inizierei proprio da questo. Però ...».

    Però?

    «Però vorrei che fosse indipen­dente da tutti: dal pm ma anche dai politici. Ci vuole ponderazione. E creare meccanismi per innalzare un muro contro il passaggio successi­vo: sottoporre il pm al controllo del­l’esecutivo»

    Sarebbe contraria?

    «Contrarissima. Non garantirebbe nessuno. In futuro potrebbe esserci un premier meno garantista. Cosa acca­drebbe?»

    I magistrati temono che si riparli di riforme in chiave punitiva dopo la bocciatura del Lodo Alfano. E’ così?

    «In questo clima ogni riforma sem­bra contro qualcuno. Per questo, se possibile, occorre trovare l’accordo con l’opposizione».

    In che modo?

    «Proprio pensando al cittadino. L’ef­ficienza della giustizia serve a tutti. E il Csm dovrebbe perseguire con maggio­re rigore i magistrati che non fanno il proprio lavoro. In questo l’ultimo Csm passi avanti ne ha fatti. Però bisogna anche dare più risorse alla giustizia che è l’altra faccia della sicurezza che va tanto di moda. So che c’è la crisi. Ma senza cancellieri il processo si ferma».

    E’ favorevole a una riforma del Csm?

    «Le correnti sono una patologia. Ma anche qui non vorrei una riforma afflit­tiva o umiliante».

    Si parla anche di modifiche alle in­tercettazioni, ai termini di prescrizio­ne e al legittimo impedimento per non distrarre le cariche istituzionali con i processi.

    «Sulle intercettazioni eravamo arri­vati a un buon testo in commissione. Spero migliori, tenendo conto delle in­dicazioni del Quirinale. Sulle altre ipo­tesi, che leggo sull'Ansa, aspettiamo i testi. Poi valuteremo».

    E su nuove forme di immunità?

    «Aspetterei le motivazioni della Con­sulta. Mi muoverei in quel solco».



    Fonte: Corriere della Sera - Virginia Piccolillo | vai alla pagina

    Argomenti: magistratura, separazioni funzioni magistrati, riforma giustizia, separazione delle carriere, azione penale, Csm, lodo Alfano | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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