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Dichiarazione di Benedetto DELLA VEDOVA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FLI) 


 

«Ritengo che né la democrazia italiana, né il Pdl nascano e finiscano con Berlusconi». - INTERVISTA

  • (16 ottobre 2009) - fonte: Left - inserita il 16 ottobre 2009 da 31

    Quarantasette anni, di Sondrio, una figlia, una compagna, bocconiano con laurea in Discipline economiche e sociali, un passato con i Radicali, un presente alla Camera da liberale del Pdl. Benedetto Della Vedova è uno che parla di diritti civili, laicità, difesa dei gay, testamento biologico, rifiuta il "dio, patria e famiglia", ha detto no al family day del 2007 e ha polemizzato con il suo partito sul caso Englaro. Quindi dice: «Le posizioni di Gianfranco Fini hanno reso la situazione interessante».

    Onorevole, che succede in Italia? Siamo di fronte a una specie di guerra civile bianca, senza armi?

    Penso che sia in atto uno scontro vero ma non demonizzo gli scontri. Ognuno fa il suo mestiere, le istituzioni, i giornali, il governo. II rispetto per le istituzioni non deve tradursi in ipocrisia e gli spazi per le critiche anche forti esistono. È questione di equilibrio. Tuttavia la politica deve sapere guardare al futuro. Sono un leale sostenitore della maggioranza ma esistono dei dati anagrafici. Insomma ritengo che né la democrazia italiana, né il Pdl nascano e finiscano con Berlusconi.

    Quindi c’è un dopo Berlusconi. Si aprirà una guerra di successione. Lei per chi parteggia? Per Fini?

    C’è un incontro evidente con il presidente della Camera di cui sono felicissimo. Abbiamo una visione molto comune del Pdl anche dal punto di vista elettorale. Fini è diventato l’interprete più autentico della rottura operata da Berlusconi nel’94, consistita nel portare dentro il centrodestra un’innovazione politica, istituzionale, economica, sociale che prima era monopolio della sinistra.

    Questo però è un trucco dialettico: l’avversario del premier sarebbe l’interprete e il continuatore del premier.

    Allora diciamo che Fini, con i suoi strappi, ha una visione lunga del Pdl, in continuità con quella rottura. La domanda è questa: al di là di Berlusconi, su quale società scommettiamo? Fini scommette su un elettorato moderato e liberale. Inseguire la Lega sul terreno "polenta e crocifisso", significa portarle acqua al suo mulino. D’altronde i Popolari europei sono lontani dal "dio, patria e famiglia", su cui molti nel Pd vorrebbero, dietro lo scudo elettorale di Berlusconi, costruire l’ubi consistam. Io scommetto su un Pdl laico.

    Dentro il Popolo della libertà si litiga da matti per le candidature alle Regionali, per il controllo dei territorio, il consenso dei cattolici, eccetera. Non sono risse pericolose per l’unità?

    Questo partito è nato da nemmeno un anno e le divisioni sono un tema di discussione. Posizioni come la mia sei mesi fa erano marginali, oggi rappresentano una minoranza. È un passo avanti. Certo, se le cose restassero così sarebbe un guaio.

    Fonte: Left | vai alla pagina

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