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Dichiarazione di Gabriele Cimadoro
Interrogazione sul cromo esavalente. Allarme inascoltato.
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(16 ottobre 2009) - fonte: Terra - Giorgio Frasca Polara - inserita il 16 ottobre 2009 da 31
Bergamo. Sulle sostanze cancerogene nelle falde acquifere il ministero dell’Ambiente non dà risposte.Nelle falde idriche di una vasta area della bassa bergamasca (Treviglio, Verdello, Verzellino, Arcene, Ciserano, Pontirolo Nuovo, Calvenzano, Caravaggio) è stata rilevata una preoccupante concentrazione di cromo esavalente. Che cosa è questa sostanza?
Anche in concentrazioni molto basse è un pericolosissimo veicolo di cancro: delle prime vie aeree, dello stomaco, dei polmoni. Ora un decreto legislativo (n. 152) del 2006 consente un livello massimo di 50 microgrammi/ litro di concentrazione del cromo esavalente. Ebbene, in quell’area della bassa bergamasca il livello di concentrazione di questo metallo è pari a 348 microgrammi/ litro.La denuncia è contenuta in un’interrogazione rivolta al ministro dell’Ambiente da tre deputati dell’Italia dei valori, Sergio Pifferi, Gabriele Cimadoro e Ivan Rota, i quali sottolineano come l’allarme non sia recente, ma risalga almeno al settembre di nove anni addietro, quando un primo allarme era stato lanciato - del tutto inutilmente - dal Comune di Treviglio. L’inquinamento delle falde acquifere di questo paese fu allora imputato riferiscono i tre parlamentari - allo sversamento del metallo inquinante (utilizzato in particolare dall’industria galvanica) da parte della ditta Castelcrom di Ciserano.
Qualche mese dopo, nel marzo del 2001, la Regione Lombardia aveva disposto la messa in sicurezza di emergenza con un pozzo di sbarramento in località Cascina Berlona, sempre nel territorio di Treviglio, salvo poi approvare (nel giugno dello stesso anno) un progetto di bonifica delle falde di Treviglio affidando a Cogeide la gestione del ciclo integrato di acque e servizi a rete. Scopo del pozzo di sbarramento - attivo sino al 2005 era quello di intercettare le sostanze inquinanti, che tendevano ad allargarsi a sud (naturale direzione dello scorrimento della falda freatica) fino a scaricarsi in un canale di irrigazione.
Tutto inutile, malgrado la crescente preoccupazione di amministratori locali e cittadini di cui si sono fatti interpreti gli organi d’informazione locale: l’inquinamento non è cessato.
Eppure un caso analogo, ma in altra zona nord-orientale, dimostra, ad avviso dei deputati che hanno firmato l’interrogazione, che è possibile lavorare per risolvere alla radice il problema. è il caso di Tezze sul Brenta, dove pure è stato registrato un allarmante inquinamento delle acque proprio da cromo esavalente.Lì si sta sperimentando un’innovativa tecnica di bonifica preliminare denominata “a tre reagenti” che, attraverso iniezioni di determinate sostanze nel terreno, fino a 25 metri di profondità, impedirebbe la produzione di acido solfidrico riducendo così il cromo esavalente (cancerogeno) in cromo trivalente, che al contrario è benefico e insolubile.
Per la seconda volta in poche settimane, e riprendendo anche ora un’interrogazione, Terra chiama in causa la responsabilità del ministero dell’Ambiente gestito da Stefania Prestigiacomo. Interrogato, il ministro non risponde né sulla questione delle dighe in Sicilia né sull’inquinamento delle acque all’altro capo del Paese. Né a questo giornale, né ai parlamentari interroganti. Aspettiamo.
Fonte: Terra - Giorgio Frasca Polara | vai alla pagina » Segnala errori / abusi