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Dichiarazione di Massimo Cacciari
Casinò di Venezia. «Servono soci privati. E subito»
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(16 ottobre 2009) - fonte: Corriere del Veneto.it - inserita il 19 ottobre 2009 da 31
Incassi precipitati. Se continueranno ad ostacolarli, la Spa creperà.La soluzione dei problemi del Casinò sta tutta fuori e si chiamano privati. Massimo Cacciari ne è convinto, ancor più oggi dopo la decisione del governo di aprire un casinò in ogni comune. Del resto la casa da gioco veneziana negli ultimi tempi ha visto precipitare gli incassi che quest’anno segnano un meno venti milioni a settembre rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’effetto crisi potrebbe così venire amplificato dalla liberalizzazione dei casinò, mettendo in ginocchio anche Ca’ Farsetti che ogni anno ha dalla sua spa una cifra vicino ai cento milioni di euro.
L’anno scorso furono 107, quest’anno 99,5 se i conti non avranno ulteriori flessioni. «Ormai la concorrenza è ovunque — dice il sindaco di Venezia —. Soprattutto dallo Stato che tra Superenalotto e macchinette ovunque ci condiziona più che gli altri casinò». Le strategie all’orizzonte sono due: aprire ai privati e posizionare la casa da gioco all’interno di una rete internazionale di casinò. «Sono vent’anni che lo dico, bisogna cambiare, non possiamo restare fermi in trincea: il nostro casinò va collocato in una grande sistema di gioco mondiale ed è evidente che questo lo si può fare se si apre ai privati», spiega Cacciari.
Peccato però che i sindacati e lavoratori non ne vogliono sentir nemmeno parlare: il timore è che la presenza di imprenditori non pubblici vada a toccare privilegi ormai maturati a Ca’ Vendramin Calergi e a Ca’ Noghera. «Non lo vogliono fare? Allora creperà il Casinò», taglia corto il sindaco. La strada comunque ormai è tracciata. Lo dimostrano gli incontri che ci sono stati negli ultimi mesi con investitori stranieri intenzionati ad entrare nella spa, o almeno a verificarne la possibilità: l’ultimo un mese fa è stato con una cordata greca.
Niente di ufficiale anche perché la cessione di parte delle quote deve avvenire attraverso un bando, ma un primo colloquio per verificare da una parte le intenzioni dell’amministrazione a privatizzare, e dall’altra dei privati di entrare nella società. Prima dei greci c’erano stati i russi, e l’attenzione per roulette e slot del Casinò di Venezia sembra sia anche più ampia. E’ chiaro che i colloqui di questi mesi che confermano l’interesse per il business della società, hanno convinto sindaco e direzione ad accelerare sulla privitazzazione. Gli imprenditori potrebbero occuparsi della gestione (e in questo caso lavoratori e sindacati dovrebbero rivoluzionare l’approccio all’azienda visto che non avranno più di fronte il Comune o i rappresentanti del sindaco ma privati), del gioco on line, ma anche di qualche altro segmento dell’attività del Casinò.
L’unica cosa certa sembra essere la decisione di Massimo Cacciari, Mauro Pizzigati e Carlo Pagan di puntare all’ingresso di terzi all’interno della società, forse anche prima delle prossime elezioni comunali previste per la primavera del 2010. Del resto la spa fa gola a molti, con i 200 milioni di incassi (quest’anno meno vista la crisi) e una delle sede più grandi in Europa: Ca’ Noghera con le sue quasi 900 slot. Senza contare che con l’approvazione della variante di Tessera la strada per la nuova sede del casinò con albergo annesso si fa sempre più vicina. «Non abbiamo bisogno di incassi record per farla — precisa Massimo Cacciari —. I soldi già ci sono e sono quelli che abbiamo dalla vendita delle aree».
Fonte: Corriere del Veneto.it | vai alla pagina » Segnala errori / abusi