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Dichiarazione di Piero FASSINO

Alla data della dichiarazione: Deputato


 

«Veneto regalato alla Lega, patto scellerato Berlusconi-Bossi» - INTERVISTA

  • (19 ottobre 2009) - fonte: Il Gazzettino - Alda Vanzan - inserita il 19 ottobre 2009 da 31

    «Regione sacrificata sull'altare degli equilibri di governo. Lista con Galan? Nulla è escluso»

    Onorevole Piero Fassino, lei prima di altri aveva detto di osservare con attenzione alle dinamiche interne al centrodestra veneto. Adesso pare certo che il candidato alla presidenza della Regione nel 2010 sarà della Lega Nord.

    «Avevo visto giusto, mi permetto di rivendicarlo. Circa un mese e mezzo fa, in una intervista al Gazzettino, dissi: attenzione, la conflittualità del centrodestra non è un fatto momentaneo, si sta aprendo una contraddizione profonda, si possono produrre dinamiche tali da cambiare la situazione politica in Veneto. Avevo ragione: la crisi è scoppiata».

    Ma potrebbe rientrare.

    «Vedremo. La mia impressione è che qualunque sia l’esito di queste ore il centrodestra veneto non sarà più quello di prima. Berlusconi ha sacrificato e umiliato il Veneto sull’altare del suo rapporto nazionale con la Lega. Sta usando il Veneto come una moneta di scambio, sta mortificando una terra nella quale l’orgoglio di appartenenza e identità è radicato nella storia. Il Veneto rischia di essere l’agnello sacrificale di un patto scellerato».

    Il Pd cosa pensa di fare?

    «Si tratta di vedere, la questione è aperta: Berlusconi tornerà indietro o confermerà la svendita del Veneto alla Lega? E se tornasse indietro, cosa farà la Lega? Viceversa, se Berlusconi non cambia idea cosa farà Galan? E, in ogni caso, cosa faranno i 150 sindaci del Pdl che hanno sottoscritto il manifesto "mai il Veneto alla Lega"? Vediamo cosa matura. Noi non staremo con le mani in mano, assumeremo delle iniziative, responsabilità che compete ai dirigenti del Pd veneto, ma mi pare evidente che non saremo spettatori passivi».

    Ipotizziamo che il Veneto vada alla Lega. Il Pd potrebbe appoggiare Galan?

    «Non disegniamo scenari a priori. A seconda di come la situazione evolve, lavoreremo per favorire uno scenario politico nuovo. Si vedrà con quali spazi e come».

    Il segretario del Pd, Dario Franceschini, l’altro giorno a Thiene ha detto che Berlusconi e Bossi stanno giocando con il Veneto come quando ci si scambiano le figurine dei calciatori. Ma del Pd ha anche detto che sarà sempre in alternativa alla destra.

    «Sono d’accordo con Franceschini, ma il punto è che la destra qui sta rompendosi ed è dovere del Pd e del centrosinistra mettere in campo una iniziativa per aprire una pagina nuova in Veneto».

    A Venezia si ipotizza anche un listone con Pd, Pdl, Udc, ma con un candidato diverso da Galan.

    «È uno dei possibili scenari, ma non è l’unico. C’è anche la proposta dell’Udc di una civica veneta. Ripeto, bisogna vedere cosa succederà: Galan cosa farà? Darà lui vita a un movimento civico? Oppure si arrenderà? Oppure saranno gli stessi 150 sindaci a dar vita a un movimento civico? Certo è che si è prodotta una rottura che non è tattica né contigente, che mette in causa la coesione del centrodestra e apre degli spazi nei quali noi dobbiamo giocare le nostre carte per aprire una nuova fase politica veneta».

    Che tempi prevede?

    «Si vota tra meno di sette mesi: i tempi per le scelte non possono essere lunghi».

    Veniamo all’economia e alle strategie del Pd. Franceschini ha chiesto scusa agli imprenditori, trattati finora dal centrosinistra come potenziali evasori. Condivide il "mea culpa"?

    «Franceschini ha fatto bene a usare parole chiare e forti dicendo quello che forse troppo a lungo non era stato detto. E cioè che occorre dare a Cesare quel che è di Cesare: riconoscere alla piccola e media impresa italiana il ruolo che ha nella struttura produttiva e nella vita sociale ed economica del paese.
    Si dimentica spesso che il 95% delle imprese italiane ha meno di 30 dipendenti e l’80% ne ha meno di 20. Il che significa che la nervatura del sistema economico del paese poggia su queste imprese e sul coraggio imprenditoriale di chi le ha fondate e dirette, impegnando i beni di famiglia, coinvolgendo nella crescita dell’azienda i propri figli, creando lavoro, sviluppo, ricchezza in aree che sono state di sottosviluppo».

    E questo finora non era stato riconosciuto?

    «In linea di principio sì, ma non nelle politiche. Gli imprenditori non hanno bisogno di pacche sulle spalle per poi essere lasciati soli. Hanno bisogno di politiche concrete. Specie in questo momento di crisi».

    Ad esempio con la riduzione dell’Irap?

    «La proposta di Franceschini di una modifica dell’Irap corrisponde alle richieste delle piccole e medie imprese. È una tassa che rischia di penalizzare le aziende che hanno un maggior numero di occupati e di addetti. Ma non solo l’Irap. Bisogna andare verso un diverso sistema di deducibilità. Rivedere lo strumento degli studi di settore, che è diventato una forma di accertamento presuntivo che spesso non corrisponde al reale fatturato e agli utili dell’impresa. E ancora ci vogliono misure per l’accesso al credito bancario, il sostegno all’innovazione e alla specializzazione dei prodotti, il sistema delle infrastrutture di cui le imprese hanno bisogno, il costo energetico.
    E tutto il tema dello snellimento della burocrazia che spesso è un onere aggiuntivo e pesante per le pmi».

    In questo modo il Pd può recuperare la fiducia degli imprenditori?

    «Credo proprio di sì. Se molti di questi piccoli imprenditori si sono rivolti alla Lega o a Berlusconi non è perché siano di destra, ma perché lasciati soli hanno pensato di trovare là qualcuno che li ascoltasse. Dimostriamo loro che noi abbiamo idee e proposte più concrete e più giuste».

    Fonte: Il Gazzettino - Alda Vanzan | vai alla pagina

    Argomenti: centrodestra, pd, regione veneto, galan, elezioni regionali 2010, crisi politica | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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