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Dichiarazione di Gianfranco FINI

Alla data della dichiarazione: Pres. Camera   (Lista di elezione: PdL)  - Deputato (Gruppo: FLI) 


 

Dopo le elementari cittadinanza a tutti

  • (29 ottobre 2009) - fonte: Il Gazzettino - C.G. - inserita il 29 ottobre 2009 da 31

    Varare anche un "pacchetto integrazione" che riconosca lo status di italiano a chiunque sia nato qui

    Per quattro volte il suo intervento è stato interrotto dagli applausi. E un quinto, prolungato, ne ha salutato la conclusione. Al teatro Orione, solo posti in piedi in platea e in galleria, Gianfranco Fini ha conquistato il popolo della Caritas, che negli anni scorsi aveva più volte criticato la durezza contro gli immigrati della legge che porta il suo nome e quello di Bossi. Il presidente della Camera ha detto che, dopo il pacchetto sicurezza, è venuto il momento di varare un “pacchetto integrazione”, condividendo in pieno la richiesta appena avanzata allo stesso tavolo da monsignor Bruno Schettino, presidente della Commissione immigrazione della Conferenza episcopale italiana.

    Quanto alla riforma della cittadinanza Fini spera che presto si trovi un accordo almeno su un punto:
    concederla ai bimbi nati in Italia e ai minori «dopo che hanno frequentato un intero ciclo scolastico nel nostro paese».
    Uno jus soli dunque «non assoluto, ma temperato».
    I bambini, in particolare, potrebbero diventare italiani a 10-11 anni, dopo le elementari.

    Il presidente della Camera è partito con una provocazione. Ha letto infatti un testo in cui si parlava di persone puzzolenti, con indosso lo stesso vestito per settimane, i bambini che chiedono l’elemosina e le donne che si attccano ai passanti sul sagrato delle chiese.

    Così, nel 1912, l’Ispettorato all’immigrazione Usa descriveva gli italiani. Il presidente della Camera ha tirato le orecchie ai giornalisti: «Attenzione ai titoli che fanno nascere i pregiudizi. E’ un dato falso quello secondo cui l’immigrazione abbia fatto aumentare la delinquenza».

    Tra i pregiudizi che stanno attecchendo, c’è quello che gli stranieri prendano più dallo Stato di quello che danno: «Non è vero, ricevono il 2,5 per cento di spesa pubblica e versano di più». Urge «un’azione di controinformazione, essenziale per battere i pregiudizi».

    Fonte: Il Gazzettino - C.G. | vai alla pagina

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