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Dichiarazione di Silvio BERLUSCONI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Pres. del Consiglio   (Partito: PdL) 


 

«Solo la prescrizione breve mi tutela».

  • (10 novembre 2009) - fonte: Libertà e Giustizia da Repubblica - Liana Milella - inserita il 10 novembre 2009 da 31

    Il pressing dura l´intera giornata, forte come Fini non aveva mai avvertito, pur in tanti anni di rapporti inquieti con Berlusconi. Fatto di telefonate, messaggi, richieste d´incontro. Tutte per convincerlo che il Cavaliere va salvato dai suoi processi con assoluta garanzia, «questa volta», di vittoria definitiva sulle toghe di Milano.

    Dicono così gli emissari del premier, «la leggina lo deve garantire al cento per cento». Per questo a Fini viene chiesto di «ammorbidirsi», di «fare marcia indietro» e ingoiare un rospo, la riduzione di un quarto della prescrizione, che l´ex leader di An ha bocciato pubblicamente in tv, a Chetempochefa di Fabio Fazio, appena 24 ore prima.

    Niccolò Ghedini, ancora avvocato di Berlusconi in questo finale di partita sui lodi per sfilargli di dosso i processi, butta sul piatto l´ultima sorpresa, che riesce a stupire perfino la finiana Giulia Bongiorno, che pure lo conosce bene.

    Un gioco di scatole cinesi, una prescrizione dentro l´altra, quella del reato (ridotta di un quarto) in quella del processo (massima durata sei anni). È l´ultimo colpo di mano su cui si gioca la giornata più difficile di Fini in vista dell´incontro di stamattina. E sul quale fino a sera lui assicura: «Non c´è niente da fare, io non perdo la faccia, quella prescrizione che si risolverebbe in un´amnistia mascherata, che i cittadini non capirebbero, che li deluderebbe, io non la sottoscriverò mai. Voglio un accordo dignitoso».

    Montecitorio, primo piano, quello nobile dove ci sono gli uffici del presidente della Camera. Fini ci passa la giornata, interrotta da un incontro a palazzo Chigi con Gianni Letta. Nel quale, ovviamente, si parla di prescrizioni, di immunità, ma anche di un´altra norma che fa parte del puzzle su cui Fini dovrebbe cedere. La transazione del 5% per tutti i processi tributari che, in primo e in secondo grado, si sono conclusi con una sentenza favorevole all´imputato.

    Di mezzo c´è la Mondadori, un contenzioso del ´91, tasse non pagate per 400 miliardi di vecchie lire. Berlusconi ci tiene moltissimo. Fini l´ha già stoppata una prima volta al Senato e non ne vuole più sentir parlare. Sa che il Quirinale, come sulla prescrizione breve, è nettamente contrario. Ma il premier la vuole a tutti i costi, vuole vederla votata già al Senato dove stanno lavorando per un nuovo emendamento in aula dopo quello fermato in commissione grazie allo stop del relatore finiano Maurizio Saia. Una versione che, per i processi vecchi di dieci anni, apre la strada al "saldo" del 5 per cento.

    Due lodi in un colpo solo, per i suoi processi e per quello di una delle sue aziende. Fini resiste. Anche se gli stessi aennini lo pressano: «Stai attento, così rischi di far cadere il governo. Non ne vale la pena, Silvio è vittima di una persecuzione giudiziaria, hanno cominciato a colpirlo quando è sceso in politico. Ha diritto a uno scudo». Il presidente della Camera incontra la Bongiorno per un lungo colloquio e a Milano Ghedini vede Berlusconi. Che lo rassicura: «Vedrai, passerà l´intero pacchetto, processo breve e prescrizione breve, e poi la transazione tributaria». Gli ripete quello che a più riprese ha spiegato alla stessa Bongiorno e che la collega avvocato ha ripetutamente bocciato perché un´amnistia che arriva a coprire dieci anni non s´è mai vista nella storia italiana. Soprattutto se comprende anche il reato di corruzione, quello di cui Berlusconi è imputato, che da sempre invece è esclusa proprio dalla lista dei reati che mettono i paletti agli indulti e alle amnistie. Invece, sia per il processo che per la prescrizione breve, si escludono i delitti gravi e di allarme sociale, ma la corruzione, almeno nei desiderata di Ghedini, è dentro. L´avvocato di Padova non si dà per inteso. Dice al suo assistito e leader: «Devi convincere Fini. Lui deve dire di sì. Per chiudere definitivamente i tuoi processi quelle norme mi servono tutte e due». Solo con la prescrizione breve il processo Mills non riprenderebbe affatto, i giudici dovrebbero dichiararlo prescritto.

    Peccato che a Milano, con quelli del Cavaliere, cadranno anche i processi di aggiotaggio Parmalat, Antonveneta, Bnl. Sono questi, i cittadini risparmiatori, che preoccupano Fini e per i quali, su questo, dirà no a Berlusconi.
    La giornata si chiude com´era cominciata. Fini è disponibile solo a dare il via libera a un meccanismo che accorci i tempi del processo, ma esige in cambio garanzie sulle risorse. L´ha scritto la Bongiorno in una lettera al Corriere della Sera. Fini si appresta a chiedere ad Alfano e Tremonti i fondi necessari postati nella Finanziaria. Ma prescrizione breve e transazione del 5% dovranno restare fuori.

    Fonte: Libertà e Giustizia da Repubblica - Liana Milella | vai alla pagina

    Argomenti: Berlusconi, corruzione, processi, prescrizione, Corruzione dei politici della II repubblica, Fini Gianfranco, lodo Alfano, Letta Gianni, lodo mondadori | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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