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Dichiarazione di Massimo DONADI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) 


 

«De Magistris faccia retromarcia oppure dovrà lasciare il partito». «E lunedì c'è l'esecutivo nazionale...» - INTERVISTA

  • (14 novembre 2009) - fonte: Corriere della Sera - Gianna Fregonara - inserita il 14 novembre 2009 da 31

    Fermare De Magistris, fargli fare un bagno di umiltà e far balenare l'ipotesi che «se in un partito non si rispettano le regole», c'è la porta. Così Massimo Donadi, capogruppo dell'Italia dei Valori e fedelissimo di Antonio Di Pietro, risponde all'intervista all'Espresso dell'eurodeputato che sta dando filo da torcere al partito.

    De Magistris ha detto: «Se si rompe l'intesa tra me e Di Pietro, l'IdV non va avanti». E' già un leader dell'IdV?

    «Ma come si può prima di aver messo piede in un partito, mancare di rispetto a chi lo ha costruito? La grandezza di un uomo si misura con la sua capacità di resistere al successo e il risultato delle europee gli ha dato alla testa.
    E poi questa volontà di presentarsi come moralizzatore dell'IdV, uno che alle riunioni non parla, e poi leggiamo le sue opinioni sui giornali».

    Non è iscritto, vero?

    «Appunto, mentre ci sono persone come me, Belisario, La Mura, Orlando che in questi dieci anni con Di Pietro abbiamo lavorato sette giorni alla settimana, con una tempra che lui, neanche se stava altri vent'anni in magistratura! Eravamo all'8 per cento ben prima che arrivasse. trentamila iscritti, di cui il 90 per cento che prima non si occupava di politica».

    Un po' si vede. Tutti questi problemi locali.

    «Non voglio nascondermi dietro a un dito. Si rende conto che cosa significa quattro gatti disperati senza un soldo, non una tv che ci considerasse? Siamo passati dallo 0 virgola all'8"».

    Di pietro ha dato a De Magistris un ruolo di primo piano, candidandolo ovunque per le Europee.

    «Io ero contrario. Ma volevamo mandare un segnale, che non ci chiudiamo nelle oligarchie. Un'idea del uomo me la sono fatta prima delle amministrative: De Magistris doveva venire a sostenere il sindaco di Padova, gli chiesi di darci una mano in provincia di Venezia. Mi rispose che si perdeva e dunque la sua faccia non la metteva».

    Un po' Berlusconiano...

    «L'ho pensato anch'io. Di Pietro ha cercato la buona fede e ha ricevuto in cambio solo attacchi gratuiti».

    Ci sarà un chiarimento?

    «Lunedì c'è l'esecutivo nazionale: o lì fa retromarcia o a quel punto la favoletta dei gemelli siamesi non è più credibile: dovrà rendersene conto anche Di Pietro».

    Teme che De Magistris prenda in mano il partito?

    «A Tonino l'IdV non lo scippa neppure il Padreterno».

    Vorrebbe che De Magistris se ne andasse?

    «Se c'è qualcuno che se ne va, è un fallimento, però in un partito ci si resta se si rispettano le regole».

    Fonte: Corriere della Sera - Gianna Fregonara | vai alla pagina

    Argomenti: di pietro, Idv, regole, europee, crisi politica | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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