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«I guasti di oggi, aggravati da Berlusconi, nascono sessant'anni fa. La Partitocrazia Porcellum» - INTERVISTA
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(25 novembre 2009) - fonte: Liberal - Gabriella Mecucci - inserita il 25 novembre 2009 da 4110
Che rapporto c`è fra la legge elettorale, la funzionalità e la stabilità dei governi? Perché il bipartitismo in Italia non si è affermato in passato e non si afferma nemmeno ora? Perché le classi dirigenti attuali sono in larga parte di qualità scadente? Sono questi, davanti alla instabilità e divisione dei governi, gli interrogativi che oggi si pongono.Ne parliamo con Marco Pannella, da sempre sostenitore del bipartitismo. E che nella sua lunga vita politica ha avuto particolare attenzione per il funzionamento delle istituzioni.
Pannella, il governo Berlusconi, dopo poco più di un anno di vita, è paralizzato da uno scontro interno ormai quotidiano, pur avendo una maggioranza faraonica. Il governo Prodi ce l`aveva risicata ed era altrettanto e forse ancor più diviso. Da che dipende la maledizione della paralisi precoce?
Perché il sessantennio partitocratico antifascista si sta rivelando peggiore - se possibile - del ventennio partitocratico fascista. Siamo ormai in uno Stato in pieno disfacimento perché a onor del vero la cosiddetta Prima Repubblica - quella più antifascista dell`attuale - distrusse da subito il patto costituzionale e il Berlusconi adesso va in folle su un`autostrada in discesa. E come tutte le persone capaci davvero, ma davvero di tutto, sta per andare a sbattere. Noi - ed è questo il guaio peggiore - cerchiamo di evitare inutilmente che a sbattere ci vada tutto il paese. Ma, lo ripeto, sembra tutto inutile.
La legge elettorale c`entra qualcosa nel creare le condizioni di questa pericolosa deriva?
O nell`enfatizzarne le conseguenze?Lo Stato è antiliberale, quindi è il sistema tutto intero, non la sola legge elettorale, a causare questo sfascio. È un sistema senza regole che infatti cambiano in continuazione con il risultato di annullarle. San Benedetto intendo il laico Croce e non altri ai quali si potrebbe erroneamente pensare diceva: l`Italia è un paese che non avendo conosciuto la riforma non fa che produrre continuamente controriforme. Aveva ragione!
Pannella, lei è un convinto sostenitore del bipartitismo, ma in Italia sembra del tutto irrealizzabile?
Perché la partitocrazia non può tollerare il sistema anglosassone. In cento anni abbiamo assistito - fatta eccezione per una parentesi di una decina d`anni - a una cultura anti liberale, anti illuminista: tutte cose queste ultime che non ama il papa tedesco.
Ma che c`entra il Papa?
Beh, non si può dimenticare che i Papi da Avignone sono tornati qui. E qui stanno. Noi credevamo di esserci salvati col Risorgimento, ma non è bastato. Il potere simoniaco in Italia è proprio sia di Cesare sia dello Stato vaticano. Questo paese si può salvare solo con la riforma Radicale che noi proponiamo.
Siamo andati molto lontani dall`argomento iniziale - abbiamo parlato di Benedetto Croce e di Papi - ma torniamo a ragionare dei problemi di più stringente attualità. Non ritiene che questa legge elettorale con premio di maggioranza e parlamentari completamente sganciati dall`elettorato nominati e non eletti abbia notevoli responsabilità nell`enfatizzare la crisi politica, le risse e le divisioni interne alla maggioranza?
Sì, questa - il Porcellum per intenderci - è una piccola controriforma elettorale che era stata preceduta da un`altra controriforma. In realtà nel 1993 il referendum, con una straordinaria maggioranza, aveva deciso il passaggio al sistema anglosassone. Subito dopo si fece il Mattarellum con un Parlamento e con una Corte Costituzionale che sono sempre più l`espressione della mafiosità partitocratica del nostro paese. Insomma il Porcellum fa schifo, ma non è la prima volta che si fa una controriforma che ha contraddetto la volontà dei cittadini, volontà liberalmente espressa in un referendum.
Lei continua a prendersela con tutto e tutti, ma che cosa si può fare per risolvere questa situazione? Per rimettere in moto la politica e rendere governabile questo paese?
Il nostro obiettivo, quello dei radicali, intendo, è chiaro: attraverso un`alternativa radicalmente non violenta e radicalmente estranea alla partitocrazia e alla cosiddetta cultura che ha elaborato durante oltre sessant`anni, vogliamo mandare in pensione questa classe dirigente che ormai è ridotta come vediamo. È uno spettacolo che passa tutti i giorni sotto i nostri occhi. Non c`è via di mezzo: per salvare il paese questi se ne devono andare in pensione.
Mi vuol descrivere più in dettaglio le caratteristiche di questa classe dirigente che lei vuol liquidare in blocco. Perché merita un pensionamento generalizzato?
Perché questa è una classe dirigente che non ha regole. Non le sopporta perché non riesce a rispettarle. La sua infatti è una cultura di potere e non di governo. Questa classe dirigente è il risultato della confluenza di tre culture carsiche, che hanno attraversato la storia d`Italia: quella fascista, quella clericale e quella comunista. Il nostro paese dopo il disastro ideologico, è arrivato anche al disastro idrogeologico: siamo ora sommersi da questo regime. Glielo ripeto, non c`è altra via d`uscita, occorre pensionare questa classe dirigente, altrimenti non ne usciamo.
Fonte: Liberal - Gabriella Mecucci | vai alla pagina » Segnala errori / abusi