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Dichiarazione di Mercedes BRESSO

Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Piemonte (Partito: PD)  - Consigliere Regione Piemonte (Gruppo: DS) 


 

«Se Bersani scarica la sinistra accetto il rischio. Se il Pd vuole l'Udc io mi adeguo» - INTERVISTA

  • (03 dicembre 2009) - fonte: La Stampa - Maurizio Tropeano - inserita il 03 dicembre 2009 da 31

    «C'è il Piemonte ma c'è anche un'emergenza politica ed economica a livello nazionale. Una situazione ogni giorno più preoccupante. Se per rendere possibile un'alternativa politica a Berlusconi è necessario l'accordo a livello nazionale con l'Udc e a rinunciare alla sinistra radicale io sono disposta ad adeguarmi alle scelte del mio partito accettando anche il rischio di una competizione elettorale che diventa più difficile da vincere».

    Mercedes Bresso, presidente della Regione, non è certo una persona che usa obbedire tacendo, soprattutto, fa politica da tempo e sa leggere i segnali che arrivano da Roma. E anche da Torino.

    E così, con quella che in politica estera si chiama realpolitik, la presidente si mette in gioco: «Io sono amante del rischio e dunque non ho problemi a metterci la faccia ma deve essere chiaro a tutti che la soluzione migliore per battere il centrodestra in Piemonte è partire dall'attuale maggioranza allargandola all'Udc. E' un ragionamento trasparente che vale per me, per il Pd e anche per gli uomini di Casini».

    Se questa è la soluzione migliore perché non si batte per raggiungerla?

    «Perché alla fine è giusto che sia il partito a prendere la decisione finale sui confini delle alleanze. Se c'è una strategia nazionale che vuole creare una seria alternativa alla destra e se in questa strategia il ruolo dell'Udc è fondamentale io mi adeguo e chiedo al partito di capire se Casini vuole escludere a priori la sinistra radicale per motivi politici oppure se ci sono problemi programmatici.
    In questo caso credo ci sarà una discussione seria sulle cose da fare».

    Casini ha chiesto in Piemonte discontinuità politica e programmatica con il passato. Il segretario del Pd, Gianfranco Morgando, si dice convinto che in Piemonte stia finendo un ciclo. La sinistra radicale è convinta che il Pd vuole scaricare Bresso. E così?

    «Assolutamente no. Con Morgando concordiamo sul fatto che siamo alla fine di un ciclo politico ed economico. Io per prima ho posto il problema della discontinuità e della necessità di mettere in campo idee nuove per affrontare le conseguenze di una crisi economica senza precedenti. Sulle cose concrete si può trovare un'intesa».

    Casini vuole il nucleare lei non vuole le centrali in Piemonte. Difficile mettervi d'accordo, non le pare?

    «Io non voglio in Piemonte il nucleare di vecchia generazione che arriva dalla Francia e che il governo vuole introdurre. Noi siamo per rilanciare la ricerca su quello di nuova generazione o sul progetto del professor Rubbia. Sono convinta che se mi siedo al tavolo con Casini, lo posso convincere».

    Il leader dell'Udc la prenderà come una provocazione.

    «Se devo essere sincera le provocazioni sono state reciproche. Mettiamoci una pietra sopra».

    Anche sulla sanità privata?

    «La Regione ha un ottimo rapporto con la sanità privata cattolica e non profit, si può immaginare uno sviluppo del contributo privato in forma complementare alla sanità pubblica. E poi Casini ha fatto un discorso sulla moralità e sulla non ingerenza della politica nelle nomine. Su questo trova in me la migliore alleata. E poi ci uniscono altri due temi: il sostegno economico alle famiglie e la necessità di integrare gli immigrati».

    E poi c'è la Tav, Casini chiede un «si» senza se e senza ma...

    «Al di là di quello che dice l'Udc il problema della chiarezza su questa vicenda si pone a prescindere da qualsiasi alleanza. In questi anni, anche grazie al nostro lavoro e a quello dell'Osservatorio, il progetto iniziale della Torino-Lione ha subìto grandi cambiamenti. Adesso si deve partire, si può iniziare anche dal nodo di Torino ma il punto centrale e irrinunciabile è la realizzazione del tunnel di base».

    In questi cinque anni, però , la sinistra radicale pur protestando contro la Tav ha avuto un atteggiamento responsabile e di assoluta lealtà nei confronti della sua giunta. Le spiacerebbe interrompere questa collaborazione?

    «E' vero, sono stati leali. Si può fare una politica liberale e contro i monopoli, penso alla liberalizzazione delle Ferrovie. Anche con la sinistra al governo, basta avere un programma chiaro».

    E se la sinistra radicale dicesse sì alla Tav potrebbe stare in maggioranza con l'Udc?

    «Tocca a loro pronunciarsi. I confini delle alleanze le indicano i partiti e non sono certa che un loro eventuale assenso permetta di costruire una larga maggioranza».

    A dire il vero contro la Tav e i sondaggi si è schierata la maggioranza del suo partito in Valsusa. Che cosa deve fare il Pd?

    «Ne ho parlato al telefono ieri con Bersani. La posizione del partito è chiara: siamo per fare la Tav e nelle nostre liste non ci saranno candidati che sostengono una linea contraria. A loro chiederemo lealtà».

    Piano e gli altri restano, la sinistra radicale viene cacciata. Ma dove sta la chiarezza del Pd sulla Tav?

    «Il malessere in Valsusa è trasversale e coinvolge anche il centrodestra. Si possono fare accordi ma il difetto di quello siglato con i No Tav è che gli amministratori di centrosinistra sono subalterni. Il segretario Morgando ha voluto seguire la strada del convincimento e non del commissariamento. Adesso tocca a loro decidere».

    Senza la sinistra radicale il centrosinistra alleato all'Udc non rischia di perdere il Piemonte?

    «Una larga coalizione è necessaria ma per vincere serve anche chiarezza e non basta la somma numerica. Il Pse a livello europeo mi ha candidato alla guida del Comitato delle Regioni e per me questo, oltre ad essere un onore, mi dà una marcia in più per vincere in Piemonte. Io farò la mia parte. Il Pd faccia le scelte politiche».

    Fonte: La Stampa - Maurizio Tropeano | vai alla pagina

    Argomenti: sinistra, udc, tav, piemonte, regione Piemonte, elezioni regionali 2010, nucleare francese | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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