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Dichiarazione di Emma BONINO

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD)  - Vicepres. Senato  


 

Interrogazione sui siti in cui dovrebbero essere realizzate le centrali nucleari.

  • (09 dicembre 2009) - fonte: Radicali.it - inserita il 09 dicembre 2009 da 31

    Emma Bonino al Senato ed Elisabetta Zamparutti alla Camera dei Deputati hanno presentato un’interrogazione al Presidente del Consiglio e ai Ministri per lo Sviluppo economico e per l’Ambiente sui siti in cui dovrebbero essere realizzate le centrali nucleari. Le parlamentari radicali hanno dichiarato:

    “Stanno circolano da tempo liste nelle quali figurano i siti in cui si potranno realizzare centrali nucleari con tanto di tecnologia già decisa pur in mancanza del quadro normativo di riferimento e nonostante da oltralpe giungano gravi notizie sul fallimento industriale e sulla mancanza di sicurezza dei reattori che si vogliono realizzare.
    Di fronte alle manifeste difficoltà in cui il Governo già si trova riteniamo urgente che chiarisca se effettivamente Enel detta la linea sulla individuazione dei siti, se il Governo sia al corrente delle criticità in termini economici e di sicurezza a cui sono sottoposti i reattori che annuncia di imminente costruzione e soprattutto se intenda definire il quadro normativo entro il 15 febbraio o non piuttosto dopo le regionali.”

    Al Presidente del Consiglio
    Al Ministro per lo Sviluppo economico
    Al Ministro per l’Ambiente

    Premesso che:

    da notizie stampa risulta che l’Enel avrebbe trasmesso al Governo una mappa in cui avrebbe individuato 8 località idonee alla realizzazione di centrali nucleari, quattro delle quali ospitano centrali nucleari dismesse: Borgo Sabotino (Latina), Garigliano (Caserta), Trino Vercellese (Vercelli), Caorso (Piacenza) a cui si aggiungerebbero le località di Montalto di Castro (Viterbo), Oristano, Palma (Agrigento) e Monfalcone (Gorizia);
    il Sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia in un’intervista di oggi al quotidiano il Tempo ha affermato: “La mappa dei siti delle future centrali non esiste e il governo non ha ricevuto nessuna richiesta dalle imprese per la costruzione per il semplice fatto che non è ancora possibile fare richieste perché non c’è un’architettura normativa.

    Mancano ancora alcuni passaggi normativi”; tali passaggi normativi si dovrebbero sostanziare, secondo il Sottosegretario Saglia, nella istituzione dell’Agenzia per la sicurezza del nucleare; nell’adozione, entro il 15 febbraio dei decreti per la localizzazione dei siti, per la definizioni delle compensazioni ambientali ai territori che ospitano le centrali, nell’individuazione del deposito delle scorie ed infine con delibera CIPE nella scelta della tecnologia.

    Tuttavia, lo stesso amministratore delegato dell’Enel Fulvio Conti in un’intervista a La7 del 5 dicembre aveva dichiarato” I siti dove sorgeranno le centrali nucleari in Italia li abbiamo già individuati ma non li dico neanche sotto tortura. Aspettiamo l’imprimatur del Governo”;
    inoltre, lo scorso 24 febbraio 2009, prima ancora fosse approvato il ddl sul rientro nel nucleare, a Roma i Presidenti Berlusconi e Sarkozy hanno stretto un accordo con il coinvolgimento di Enel ed EDF, che di fatto delineerebbero come tecnologia di riferimento per la costruzione in Italia di almeno quattro centrali entro il 2020, i reattori di terza generazione EPR;
    un lancio di agenzia Apcom del 9 dicembre, conferma che Enel pensa a 4 impianti del tipo Epr di terza generazione.

    In Italia, quindi, Enel punta a costruire 4 reattori modello Flamanville, con un investimento di circa 4-4,5 miliardi a impianto per una durata di 60 anni; reattori che serviranno a coprire la metà del 25% di fabbisogno energetico da nucleare cui punta il governo per diversificare il mix energetico;
    tale reattore costituisce una tecnologia fallimentare da un punto di vista industriale e della sicurezza secondo autorevoli fonti francesi.

    Da un articolo pubblicato su Mediapart.fr il 4 dicembre si apprende che “Areva ha dovuto riconoscere che il cantiere finalese (dove è in corso di realizzazione un reattore EPR) si traduce in questa fase in una perdita di 2,7 miliardi di euro, vale a dire quasi il costo di vendita (3 miliardi) del reattore.

    Inoltre, tra le questioni aperte con il cliente finlandese, il gruppo ha dovuto riconoscere dei nuovi ritardi, che porteranno alla realizzazione del reattore nel 2012 anziché nel 2009…” senza contare che le tre autorità per la sicurezza francese, inglese e finlandese in un recente comunicato congiunto hanno affermato che “il disegno dell’EPR, nel modo in cui esso è stato originariamente proposto dai licenziatari e dal produttore AREVA, non rispetta il principio di indipendenza” tra i sistemi di sicurezza e quelli di controllo, che costituisce un principio basilare della sicurezza e hanno quindi chiesto una revisione completa del sistema.

    Altre fonti stampa parlano inoltre della tecnologia americana Ap 1000; in Inghilterra, dove il Governo ha deciso all’inizio del 2008 di rilanciare la costruzione di centrali nucleari per sostituire i reattori vecchi, il 27 novembre la direzione Sanità e Sicurezza britannica (HSE) ha avvertito che potrebbe non approvare i progetti di nuovi reattori nucleari dei gruppi francesi EDF e Areva e il reattore AP1000 dell’americana Westinghouse qualora non rispondano alle riserve espresse in tema di sicurezza;
    l’art 7 del decreto legge 25 luglio 2008 n. 112 convertito in legge 6 agosto 2008 n. 133, stabiliva che ai fini della elaborazione della «Strategia energetica nazionale», il Ministro dello sviluppo economico avrebbe dovuto convocare, d'intesa con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, entro sei mesi dall’entrata in vigore del decreto legge, la Conferenza nazionale dell'energia e dell'ambiente;

    si chiede di sapere

    se il Governo abbia mai ricevuto da Enel una mappa delle possibili località idonee alla realizzazione delle centrali nucleari in attesa dell’imprimatur per la costruzione come ha affermato l’ad di Enel Fulvio Conti;

    se negli accordi franco-italiani del 24 febbraio scorso si sia effettivamente già scelta la tecnologia EPR per la realizzazione delle centrali nucleari senza quindi attendere la delibera CIPE oltre agli altri adempimenti normativi;

    se i Ministri interrogati siano al corrente dell’esito fallimentare, da un punto di vista industriale e della sicurezza, del reattore francese Epr e delle riserve in tema di sicurezza che la direzione Sanità e Sicurezza britannica ha espresso oltre che nei confronti dei nuovi reattori nucleari dei gruppi francesi EDF e Areva anche del reattore AP1000 dell’americana Westinghouse;

    se il Governo ritiene di essere in grado di adottare i decreti menzionati in premessa entro il 15 febbraio 2010 tenuto conto che finora non ha rispettato né la scadenza della convocazione della Conferenza nazionale sull’energia, né quella per l’istituzione dell’Agenzia per la sicurezza nucleare che doveva avvenire entro novembre.

    Fonte: Radicali.it | vai alla pagina

    Argomenti: ambiente, radicali al Parlamento, nucleare francese, centrali nucleari, ENEL | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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