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Dichiarazione di Giorgio NAPOLITANO

Alla data della dichiarazione: Pres. della Repubblica


 

«Ciascuno faccia la sua parte perchè non rinascano forme di violenza» - INTERVISTA

  • (14 dicembre 2009) - fonte: Il Quirinale - intervista a Mario Orfeo, direttore del Tg2 - inserita il 15 dicembre 2009 da 31

    Signor Presidente, Lei ieri nel condannare l'aggressione subita dal Presidente del Consiglio Berlusconi ha rivolto un appello perché la dura dialettica politica e istituzionale rientri entro i confini di un auto responsabile controllo e di un confronto civile.
    Qual è il suo allarme oggi?

    Ho fatto quella dichiarazione partendo dalla convinzione che ci sia stata un'esasperazione pericolosa della polemica politica, della lotta politica in Italia. E bisogna fermarla. D'altra parte non è la prima volta che lo dico. Dopo quello che è accaduto ieri sera a Milano sono costretto a ripeterlo. E' stato aggredito e ferito il Presidente del Consiglio, e anche se risulterà essersi trattato del gesto di uno squilibrato dobbiamo esserne tutti egualmente allarmati. E quando dico tutti intendo tutti gli italiani che credono nella democrazia e che vogliono veder garantita nel nostro paese una pacifica convivenza civile. Dunque il senso delle mie dichiarazioni di ieri sera è: impediamo subito, risolutamente, che rinascano forme di violenza che l'Italia, in un passato non lontano, ha già conosciuto e duramente pagato.

    Sul clima di esasperazione politica pesa molto il rimpallo di responsabilità. Il suo appello mi pare è rivolto a tutti...

    Il mio appello è rivolto a tutti in nome di un dovere di imparzialità che io ho sempre rispettato e sono deciso a rispettare. E in questo momento davvero non ha senso che gli uni diano le colpe agli altri per il clima che si è creato. La verità è che se si ha un senso della comune responsabilità, si deve tornare a un normale, civile confronto tra le diverse parti politiche e tra le diverse istituzioni. Bisogna rispettarsi reciprocamente. Bisogna misurare le parole, dovunque si parli, pesare i giudizi e non estremizzarli. Si parli nelle piazze, si parli nei congressi di partito, si parli alla televisione. Faccia ciascuno la sua parte, e resti nei limiti del proprio ruolo. Il paese deve essere governato serenamente, per vedere affrontati i suoi tanti problemi. All'opposizione tocca, ed è una funzione essenziale in un sistema democratico, controllare, criticare, proporre, con tenacia, in un Parlamento che come dice la Costituzione è eletto per cinque anni. Non si alimentino tensioni né, da una parte, cercando scorciatoie, né, dall'altra parte, vedendo complotti anziché riconoscere dissensi.
    Ripeto: ciascuno faccia la sua parte, restando nei limiti del proprio ruolo, che sono fissati in Costituzione: la politica, e dunque il governo, l'opposizione; la giustizia, e dunque gli organi preposti all'attività giudiziaria.

    Vuole rivolgere un invito ai cittadini italiani che ci ascoltano?

    Posso soltanto rivolgere, in estrema sintesi, un invito ad avere fiducia in tutte le istituzioni, a rispettarle, a mostrare quel senso di responsabilità che l'interesse comune richiede, l'interesse generale del paese urgentemente richiede. Questo è il momento per assumere comportamenti conseguenti.

    Fonte: Il Quirinale - intervista a Mario Orfeo, direttore del Tg2 | vai alla pagina

    Argomenti: aggressione, Presidente della Repubblica, responsabilità politica, presidente del Consiglio | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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