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«Al Processo Eternit, lo Stato non si è ancora costituito parte civile». [Link => Eternit]
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(15 dicembre 2009) - fonte: Terra - Giorgio Frasca Polara - inserita il 15 dicembre 2009 da 31
Due interrogazioni dei senatori Ferrante e Della Seta (Pd) fanno emergere l’incredibile comportamento dei ministeri del Lavoro e dell’Ambiente. E a oggi non si sa se, tardivamente, sarà presa questa necessaria decisione.Per incredibile che possa sembrare, a tutt’oggi, con il processo contro i padroniamministratori della Eternit spa già in corso, lo Stato - cioè per suo conto il ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali, e quello dell’Ambiente e della Tutela del territorio - non si è ancora costituito parte civile contro gli imputati, lo svizzero Schmidheiny e il barone belga De Cartier-De Marchienne, e a sostegno della tutela delle parti lese, migliaia di vittime, defunte e non. Né si sa se prenderà (tardivamente) questa pur necessaria decisione. Lo scandaloso comportamento del governo (disinteresse, complicità, che altro?) è denunciato due volte in poche settimane dai senatori Roberto Della Seta e Francesco Ferrante (Pd) con interrogazioni urgenti che pongono anche tutta una serie di questioni connesse ai ritardi nelle operazioni di bonifica.
Questa storia dell’avvelenamento da amianto, del maxi-processo in corso contro i responsabili e soprattutto di questi incredibili ritardi, merita dunque un qualche approfondimento. Intanto, se è stato scientificamente provato che le patologie causate dalla respirazione delle fibre di amianto sono tutte caratterizzate da tempi di latenza molto lunghi, consegue che per i prossimi decenni è previsto un forte incremento dei decessi che raggiungerà l’apice tra il 2015 e il 2025. Di più e di peggio. L’Italia, secondo produttore europeo di amianto sino al 1992, ha prodotto e commercializzato la fibrakiller per anni in tutto il Paese, e oggi il territorio contaminato da bonificare occupa una superficie molto estesa: si parla di 75mila ettari, da Casale Monferrato (ed altri comuni della provincia di Alessandria) a Balangero (Torino), da Emarese (Aosta) e Broni (Pavia), da Rubiera a Cavagnolo, da Bagnoli a Napoli, da Bari a Siracusa, senza contare gli innumerevoli micrositi (tettoie, canne fumarie, tamponature di edifici, serbatoi d’acqua) sparsi per tutto il territorio nazionale.
Un secondo dato è costituito dalle clamorose inadempienze della legge n.257 del 1992 che stabilì la cessazione dell’estrazione dell’amianto e la proibizione del suo uso. Ebbene, a distanza di diciassette anni, restano lettera morta alcune norme-chiave: la mappatura della presenza dell’amianto (i microsi, e non solo), la previsione dei piani di bonifica, la formazione del registro degli ex esposti e dei mesoteliomi su cui ne sanno certo di più la Procura e il Tribunale di Torino. Si sostiene che, per mappatura e bonifiche, le procedure sono molto farraginose? Ebbene - propongono Della Seta e Ferrante - si deleghi la gestione dell’iter di applicazione della legge alle regioni e ai comuni coinvolti, assicurando ai ministeri e agli enti tecnici nazionali il compito di supportare, verificare, indirizzare e finanziare i procedimenti «garantendo in tal modo ai cittadini trasparenza e disponibilità delle informazioni sullo stato di avanzamento del risanamento ambientale».
(Ma, poi, è vero che i verbali delle conferenze dei servizi, fondamentali per ricostruire lo stato di avanzamento dei processi di bonifica dei siti contaminati dall’amianto non hanno alcuna forma di pubblicità? E quali sono i motivi di questa restrizione?) Né vale, a giustificazione dell’indecente latitanza dei ministeri, il fatto che lo Stato abbia già provveduto, almeno in parte, a sostenere con misure economiche i familiari delle vittime (oltre duemila deceduti) e i malati (ancora più numerosi) ancora in vita. In ballo c’è un interesse sociale che va ben oltre il sostegno materiale alle parti civili in attesa del risarcimento, a carico dei padroni della Eternit, la cui entità dovrà essere stabilita dai giudici di Torino. Ma né alla prima interrogazione né alla seconda i ministri hanno ritenuto che fosse urgente rispondere. E doveroso annunciare che, seppure solo in seguito a sollecitazione parlamentare, anche lo Stato è parte civile.
Fonte: Terra - Giorgio Frasca Polara | vai alla pagina » Segnala errori / abusi