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Dichiarazione di Marco BELTRANDI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Internet. Beltrandi: Mozione parlamentare per garantire la libertà in rete

  • (18 dicembre 2009) - fonte: www.radicali.it - inserita il 19 dicembre 2009 da 1115
    MOZIONE La Camera Premesso che: Dopo la concitazione delle ore che hanno seguito l'aggressione violenta perpetrata a danno del premier Silvio Berlusconi, crediamo sia giunto il momento di sostituire al gioco delle contrapposte fazioni un dibattito informato e costruttivo per il paese avente ad oggetto la conoscenza dei meccanismi che informano l'utilizzo di Internet, le insidie che potrebbe nascondere e le grandissime opportunità che offre per lo sviluppo di una società aperta; riteniamo che il clima politico instauratosi possa indurre a far apparire internet non come opportunità, bensì come pericolo, tanto che la rete sta attualmente correndo grandi rischi, auspichiamo solo potenziali, e che da più parti si stia cercando di utilizzare strumentalmente la grave situazione occorsa al premier per introdurre norme illiberali e contrarie alla libera circolazione delle informazioni e delle libera manifestazione del pensiero; allo stesso tempo riteniamo che quest'Aula abbia un compito, ontologicamente inscritto nel dettato costituzionale, che miri a garantire una piena ed effettiva fruizione, per tutti i cittadini, del godimento di questi beni costituzionalmente garantiti, compito che ha dovere di realizzare le condizioni migliori per instaurare un dialogo positivo con le istituzioni che hanno la missione di governare; vi è la possibilità oggettiva, riscontrabile in numerose dichiarazioni ufficiali ascritte a membri dell'esecutivo grazie alle quali siamo informati che prossimamente, in sede di Consiglio dei Ministri, si potrebbe presentare un atto normativo avente la finalità di prevenire e reprimere casi di apologia di reato o altri crimini compiuti su internet. Ciò produrrebbe una confusione e non una razionalizzazione normativa, poiché le norme presenti nell'ordinamento vigente di già consentono il perseguimento di tali reati, anche se commessi su, o per mezzo di, internet. Secondo notizie di agenzia sarebbe emersa la volontà di attribuire all'autorità giudiziaria ulteriori poter nello specifico ambito di interesse di questo atto, consistenti nell'ordinare l'oscuramento dei contenuti di siti in cui venga ravvisata istigazione a delinquere o apologia di reato; oltre alle proposte sopra riportate, riteniamo che l'eventuale riproposizione di proposte, quali ad esempio quelle depositate in passato con emendamento all' A.C. 2180, il c.d. "Decreto sicurezza", già respinto da quest'Aula che, si ricorda, mirava a reprimere l'utilizzo di internet per evitare la commissione di reati di opinione come l'apologia di reato o l'istigazione a delinquere conferendo al Ministero dell'Interno il potere di imporre ai provider di rendere inaccessibili i contenuti ritenuti illegittimi, sia contrario al dettato costituzionale, posto che il compito di indagare sui reati e, se accertati, ordinarne la repressione, a Costituzione vigente, rimane onere della magistratura; per scongiurare simili ipotesi, i cittadini utenti della rete già si sono mobilitati poiché esso ha mirato ad erodere le fondamenta di uno dei cardini su cui si fonda lo Stato di diritto, - il principio della separazione dei poteri e la nozione stessa di giusto processo -. Riteniamo che l'introduzione di nuove misure normative speciali per la repressione di reati in una materia costituzionalmente garantita, può avere implicazioni negative enormi sullo sviluppo della rete e necessita, prima della sua eventuale emanazione, della più ampia riflessione istituzionale, politica, sociale; si consideri, inoltre, che il nostro ordinamento reitera da anni nel c.d. "decreto milleproproghe", prossimamente all'odg del Parlamento, oltre ogni ragionevole necessità e ben oltre ei termini previsti originariamente dalla legge, le norme del c.d. "decreto Pisanu" che si distingue per la sua unicità nel mondo poiché consente la previsione normativa di una schedatura dell'identità e delle attività di chiunque si colleghi ad Internet da luoghi pubblici, la cui legittimità costituzionale è, a nostro avviso, opinabile; il dibattito pubblico a cui si assiste di questi giorni è pericolosamente simile a quello che abbiamo già visto in frangenti analoghi, come quello instauratosi dopo gli attentati terroristici negli Stati Uniti e in Europa, o dopo episodi di cronaca che hanno infiammato l'opinione pubblica e che mostrano chiaramente come esista una parte dei media classici, del mondo della politica e dell'opinione pubblica che soffrono di un profondo deficit conoscitivo relativo ai meccanismi di funzionamento della rete, causando come sempre, un effetto deleterio poiché ciò che non si conosce genera incertezza, allontanamento, timore; la socializzazione corrisponde all'apprendimento di valori, norme, modelli culturali da parte dei membri di una collettività, quindi essi devono essere non solo conosciuti, ma anche interiorizzati, così che la maggior parte dei desideri, delle aspettative e dei bisogni individuali e collettivi vi si riconoscano e gli individui possano percepire, proprio in virtù del meccanismo della conoscenza, come "naturale" adottare certe scelte piuttosto che altre, operando una comparazione selettiva di valore; riteniamo non ulteriormente differibile la necessità ed il dovere di aprire un proficuo dibattito istituzionale e politico sul tema, che deve vedere in quest'Aula una delle sedi naturali del suo svolgimento. In questo modo si rispetterebbe forma e sostanza del dettato costituzionale e ci si riapproprierebbe delle originaria funzione di agorà pubblica del Paese, divenendo motore del dibattito e guida sicura del Paese che gli affida la missione di rappresentarlo; auspichiamo, inoltre, che il Parlamento tutto condivida simile finalità, ponendo nel calendario dei lavori di quest'Aula una convocazione straordinaria avente ad oggetto l'analisi dei benefici, delle opportunità, dei costi e dei rischi che la rete, come ogni altro fenomeno sociale, contiene in sé, con la previsione di audizioni dei maggiori esperti del tema, esponenti della cultura, della scienza, dell'impresa, della società civile che conoscano e sappiano divulgare opportunità e vantaggi e insidie che Internet ci offre, sanando carenze, scongiurando errori, evitando pericoli dovuti alla colpevole inerzia di chi ha il compito di indirizzare i mutamenti epocali in atto; Impegna il Governo: a considerare, per ragioni di opportunità e di precauzione, l'ipotesi di non proporre in sede di Consiglio dei Ministri l'introduzione di nuove norme speciali per la repressione di reati commessi tramite l'utilizzo di internet poiché nel nostro ordinamento esistono di già le norme capaci di prevenire e punire simili reati, nonché a prestare una maggiore attenzione alle normative comunitarie ed internazionali vigenti in tale in materie, lasciando la responsabilità di legiferare in tale ambito al potere legislativo che ben potrebbe ravvisare la necessità o meno di deliberare solo dopo lo svolgimento delle audizioni e dell'approfondito dibattito parlamentare proposto. Primo firmatario: Marco Beltrandi
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