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Dichiarazione di Massimo Cacciari

Alla data della dichiarazione: Sindaco  Comune Venezia (VE) (Partito: DL) 


 

«Le riforme si faranno solo con una grande coalizione. Il resto sono chiacchiere» - INTERVISTA

  • (21 dicembre 2009) - fonte: Il Mattino - Teresa Bartoli - inserita il 21 dicembre 2009 da 31

    «Le riforme si faranno solo quando si realizzerà una grande coalizione, da Letta a Bersani, Fini e Casini compresi. Il resto sono solo chiacchiere»: il sindaco di Venezia ed esponente del Pd Massimo Cacciari è «stufo di commentare voci». Il parlamento potrà rivedere la Costituzione «quando Berlusconi passerà il testimone».

    L’opposizione deve mettersi in gioco, come dice D’Alema?

    «È evidente che, se le riforme si fanno seriamente, deve dire la sua anche l’opposizione».

    Però ha provocato polemiche la frase di D’Alema, poi corretta, sugli inciuci che fanno bene al paese.

    «Chiaramente intendeva dire che nella prima Repubblica si parlava di inciuci anche quando le forze di maggioranza e di opposizione si intendevano sulle cose serie. Una battuta paradossale ma che rende bene l’idea che non tutto nella prima Repubblica era peggio che nella seconda. Mi pare che in questo caso sia difficile dar torto a D’Alema».

    Tremonti sostiene che, malgrado le apparenze, in parlamento, sulle questioni economiche e sociali, ci sono più consensi che dissensi. E che, dunque, si può passare al capitolo più impegnativo.

    «Non mi pare proprio che il presupposto sia giusto. È difficile pensare a riforme istituzionali e della giustizia senza affrontare anche il capitolo economico,senza rivedere come avviene la distribuzione delle risorse in questo paese».

    La maggioranza è partita col piede giusto? Offre un «patto democratico» ma chiede di isolare un pezzo di opposizione.

    «Sono troppi anni che andiamo avanti con questo discorso. Un giorno si dice che le riforme importanti vanno fatte con un denominatore comune. Il giorno dopo scoppia tutto. Bicamerali iniziate, fallite, ritentate. A inizio di ogni legislatura si parla della necessità di intese e si va a baruffe d’osteria. Finché non c’è un po' di nero su bianco, progetti definiti ed analizzabili, son stufo di commentare voci».

    Questa volta, però, la base comune ci sarebbe: la bozza Violante gode di un sostegno condiviso. Perché non si va avanti?

    «Fallita quindici anni fa la strada giusta dell’assemblea costituente, l’unica possibilità sarà - finita l’epoca Berlusconi - una grande coalizione politica, con una larga maggioranza parlamentare per dar vita ad un serio processo di riforma. Ormai ne sono convinto».

    Quindi anche oggi è una falsa partenza?

    «Ci si sta preparando. I segnali di fumo sono più o meno importanti e continuano. Chiaramente le forze politiche cominciano ad attrezzarsi al dopo Berlusconi, che potrebbe essere positivo se ci fossero le condizioni di una grande coalizione che - da Letta a Bersani, Casini e Fini compresi - sostenesse un progetto condiviso.
    Perché, se manca una maggioranza parlamentare solida, qualsiasi disegno di riforma finirà con un pour parler».

    Il problema non sono le divisioni del Pd?

    «Le divisioni del Pd esattamente come quelle del Pdl. Non vede che sono tutti a pezzi? Basta guardare a quel che succede qui nel Veneto tra Pdl e Lega».

    Quanto pesano invece i problemi giudiziari del presidente del consiglio?

    «Certo che pesano anche quelli, ovviamente. Le ripeto, non esiste la possibilità di avviare seriamente processi di riforme istituzionali, della giustizia e dell’economia senza una solida maggioranza parlamentare che metta insieme le teste pensanti dell’uno e dell’altro fronte per un certo periodo».

    Perché? Berlusconi sostiene la riforma.

    «La solida maggioranza necessaria oggi non viene fuori nè dal centrodestra nè dal centrosinistra: perché l’uno e l’altro fronte hanno al loro interno componenti che impediranno le riforme, si tratti una volta di Rifondazione o, l’altra, della Lega.
    Quando può accadere che si materializzi questa larga maggioranza?
    Quando passerà il testimone Berlusconi. More geometrico demostrato.
    Il resto sono buone intenzioni che lasciano il tempo che trovano: si potrà discutere qualunque progetto, trovare qualche accordo e il giorno dopo verrà fuori un pentito che parla o una escort che si confessa e salterà tutto di nuovo».

    Fonte: Il Mattino - Teresa Bartoli | vai alla pagina

    Argomenti: riforme istituzionali, centrosinistra, D'Alema, riforme, coalizione, crisi politica, sindaco di Venezia | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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