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Dichiarazione di Luigi de MAGISTRIS

Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU  (Gruppo: ALDE) 


 

Messaggio della Befana

  • (07 gennaio 2010) - fonte: MicroMega-online - inserita il 08 gennaio 2010 da 31

    L’essere stato magistrato per circa quindici anni e la mia stessa formazione culturale fanno sì che il rispetto delle Istituzioni faccia parte indissolubile del mio DNA.
    Assoluto è, pertanto, l’ossequio che porto alla Presidenza della Repubblica che rappresenta, tra l’altro, l’unità nazionale, oltre ad essere custode della Costituzione.

    Tutte le Istituzioni, ovviamente, sono rappresentate da donne e da uomini e possono essere pertanto - nell’ambito del diritto costituzionale di libera manifestazione del pensiero sancito dall’art. 21 - sottoposte a critiche, anche decise, purchè con forme rispettose.

    Più volte ho espresso critiche all’attuale Presidente della Repubblica.

    Nella mia lettera di dimissioni dalla magistratura ho evidenziato quelle che, a mio avviso, sono le responsabilità del Presidente Napolitano nella gravissima vicenda che ha condotto al mio indebito trasferimento prima e successivamente a quello dei magistrati di Salerno.

    Più volte il Presidente non ha esercitato il diritto-dovere, previsto dalla Costituzione, di non procedere alla promulgazione di leggi in violazione della Costituzione o del diritto sovranazionale, come ad esempio il lodo Alfano (che stravolge il principio fondante di ogni Stato di diritto che sancisce l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge) e lo scudo fiscale (che introduce il riciclaggio di Stato, eludendo l’applicazione dell’IVA sui patrimoni illecitamente trasferiti all’estero).

    Del resto, sul mancato esercizio dei doveri costituzionali di mancata promulgazione di leggi incostituzionali, recentemente, è intervenuto anche, in maniera ineccepibile, l’ex Presidente della Repubblica Ciampi.

    Più volte il Presidente non ha mostrato decisione nella difesa della Costituzione di fronte agli attacchi eversivi e, talvolta, violenti che, quasi quotidianamente, vengono condotti dalla maggioranza di governo, ed in particolare dal dittatorello di Arcore, nei confronti del Parlamento, della Corte Costituzionale, della Magistratura, della Stampa, nonché di tutti coloro che si oppongono, in modo democratico e pacifico, ad una deriva autoritaria che è sotto gli occhi di tutti, in Italia ed anche all’estero.

    Da ultimo, il Suo discorso di fine anno, sig. Presidente. Ancora una volta non è stato tale da appassionare gli animi di un Paese depresso, preoccupato, smarrito, tutt’altro che coeso. Sig. Presidente, il Paese ha bisogno di rinascere, di una rifondazione, non di una finta normalizzazione.

    Non c’è dubbio che nel Suo discorso ci sono anche passaggi condivisibili. Sui giovani, sull’occupazione, sull’esigenza di un nuovo welfare, sui migranti e, quindi, sulla solidarietà. Ma quante ombre ed omissioni.

    A Lei, sig. Presidente, che è il custode della Costituzione, non può sfuggire cha la volontà, da Lei più volte espressa, di modifica della seconda parte della Costituzione può incidere, drasticamente, anche sulla stessa prima parte della Carta.
    Faccio un esempio.

    Non si modifica l’art. 3 della Costituzione che sancisce l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge (quindi prima parte della Carta), ma si elimina l’indipendenza della magistratura (prevista nella seconda parte): ergo, non vi sarà più uguaglianza. Quindi si gioca con l’inganno. Nello stesso modo del lodo Alfano: con leggi ordinarie viene modificata la Costituzione.

    Sig. Presidente, nel Suo discorso Ella non cita mai la magistratura (se non parlando dei giovani che accedono alle professioni, tra cui la magistratura). Lei parla di potere legislativo, potere esecutivo e di istituzioni di garanzia.

    Troppo poco, troppe sono le istituzioni di garanzia. La magistratura se non la si vuole considerare un potere (secondo l’accezione della rivoluzione francese) è, però, un ordine dotato di autonomia ed indipendenza assoluta.
    Non può essere ridotta ad un’istituzione di garanzia come tante altre.

    Sig, Presidente, quando parla del contrasto al crimine non cita la magistratura, ma solo le forze dell’ordine. Forse è stata una dimenticanza, ma è grave. Il merito del contrasto al crimine è certo delle forze dell’ordine, ma anche della magistratura. Solo insieme ed unite queste due Istituzioni rappresentano un baluardo della democrazia.

    Nessun riferimento, sig. Presidente, al crimine organizzato ed in particolare alle mafie. La parola mafia, ossia quello che è il vero cancro del nostro Paese, non rientra tra le priorità del suo discorso. E’ grave, mi perdoni. A Lei non può sfuggire che le mafie controllano parte del prodotto interno lordo del nostro Paese (inquinando, quindi, l’economia e la finanza) e che sono penetrate talmente tanto all’interno della politica e delle istituzioni da rappresentare un governo occulto del nostro Paese.
    Anzi, per meglio dire, le mafie in diversi casi sono divenute istituzione.

    Perché non parlare di questo alla Nazione? Perché nascondere questi dati al Paese? Lei deve denunciare tutto questo, sig. Presidente! Il Paese deve ribellarsi alle mafie ed al crimine organizzato. Lei dovrebbe essere, come Istituzione, la guida di questa ribellione, l’avamposto istituzionale. Ed invece nulla, solo messaggi nella direzione che tutto va più o meno bene.

    Anzi no, c’è una impellente priorità e Lei lo dice nettamente, anche se non si comprende in quale direzione: la riforma della giustizia. Quale, allora? Forse quella del dittatorello di Arcore.

    Fonte: MicroMega-online | vai alla pagina

    Argomenti: mafia, magistratura, riforma giustizia, presidente Napolitano, Costituzione, forze dell'ordine, IVA, Presidente della Repubblica, lodo Alfano, scudo fiscale e falso in bilancio | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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